Il libro che avete fra le mani è un esperimento in cui si tenta di raccontare le giornate lavorative in un cantiere gestito da Giotto, uno dei grandi maestri della pittura italiana. Le immagini nel volume che sembrano affreschi, lo sono davvero: sono stati realizzati seguendo “Il libro dell’Arte” di Cennino Cennini e sono ispirati al lavoro del Maestro Giotto presente nella Cappella Bardi della Basilica di Santa Croce, a Firenze. Il tentativo di coniugare l’affresco e il fumetto, il muro e la carta, l’antico e il moderno ha creato un “possibile” Giotto dal volto umano, alle prese con i problemi di un artista, ma anche imprenditore, dell’epoca. [Quarta di copertina]

Ho deciso di iniziare questa recensione non con una citazione tratta dal volume che andremo a trattare oggi, ma direttamente con la descrizione dello stesso che possiamo trovare sul retro. A differenza di altre opere della Kleiner Flug, infatti, dove lo stile del disegno è abbastanza uniforme, al massimo con differenziazioni volute per evidenziare lo stacco tra protagonisti e personaggi di contorno, o tra eventi “reali” e di fantasia, nel volume dedicato a Giotto possiamo trovare diversi stili, che cooperano per la creazione della storia.

Storia che si svolge tra diversi piani di narrazione, tra diversi punti di vista. Il primo che incontriamo è quello realistico, incentrato sulla vita artistica e professionale di Giotto, alle prese non solo con le opere, in primis gli affreschi della Basilica di Santa Croce, a Firenze, ma anche con assistenti e committenti, che richiedono la sua attenzione costante. Gli assistenti soprattutto, che svolgono il ruolo di aiutanti ed allo stesso tempo di ostacolo alla riuscita del lavoro dell’artista. Non ci troviamo davanti ad antagonisti, quanto più a persone poco propense al duro lavoro, più attente al cibo ed al riposo. Con il loro uso, le loro azioni e pensieri, gli autori di questo fumetto possono così mettere in risalto la dedizione al lavoro di Giotto e di quello che può essere considerato il coprotagonista della vicenda: il suo cane.

Secondo la tradizione fiorentina, ricordiamolo, Giotto, prima di conoscere Cimabue e trasferirsi nella sua bottega, si narra fosse un semplice pastorello. Un giorno, al pascolo, Cimabue vide un disegno del giovane e decise di portarlo con se, per insegnargli l’arte, in special modo quella del disegno. Ma Giotto non dimenticò mai le proprie umili origini, e portò con sé a Firenze il suo compagno di lavoro ed avventure, il suo cane appunto.

Chiamato nella storia semplicemente Cane, viene così usato dalla sceneggiatrice Claudia Tulifero per fornirci un secondo punto di vista della vicenda. Sebbene si tratti di un personaggio reale, fisico, la vicenda che ci viene raccontata tramite lui assume i contorni della favola: Cane si troverà infatti ad interagire con gli stessi personaggi degli affreschi, come San Francesco o un drago, “che viene dall’affresco di una cappella qui vicino”, che di notte prendono vita ed elogiano il lavoro dell’artista.

Ed è negli affreschi che risalta lo stacco tra lo stile degli stessi e quello di disegno proprio di Francesco Frongia, creatore delle tavole del fumetto. Mentre gli affreschi sono colorati, vivi, ed in continua evoluzione, con l’aggiunta di dettagli a seconda dell’avanzamento dei lavori, Giotto, Cane, e tutto il resto della narrazione viene portato con disegni in bianco e nero, con uno stile a tratti grezzo, ma che riesce comunque a trasmettere benissimo la differenza tra luce ed ombra, giorno e notte. Ma è soprattutto in quelle vignette in cui non vi è una separazione netta dei due stili, ma la fusione tra di esse, che possiamo osservare la bravura del disegnatore. Un esempio lo abbiamo quando San Francesco, allungando la mano verso il cane, esce in parte dall’affresco ed entra nel mondo reale, con il tipo di disegno e colorazione che ci fa capire subito dove è la realtà e dove i personaggi della pittura.

In coda al volume, dopo la conclusione della storia, troviamo delle appendici molto interessanti. La prima è un Diario, in cui Tulifero e Frongia immaginano cosa avrebbe potuto appuntare Giotto durante i lavori alla Basilica. Il tutto coadiuvato da immagini della vita del pittore, dei suoi collaboratori, che ci permette non solo di dare un nome ai personaggi che abbiamo incontrato durante la storia principale, ma anche agli oggetti che hanno usato durante il lavoro. Alcune delle pagine del diario, ho immaginato, fanno anche riferimento agli eventi da noi osservati nelle pagine precedenti, ma questa chiave di lettura mi è parso essere lasciata a discrezione del lettore. Concludono il volume un utile glossario dei termini usati nel fumetto e nel diario, soprattutto per chi non è avvezzo a utensili e modi di dire propri dell’arte pittorica, e la splendida copertina usate per la prima edizione del volume, molto bella ma, secondo me, con meno impatto visivo rispetto a quella attuale.

Un acquisto consigliato, soprattutto per coloro che amano la pittura e questo autore, che molti conoscono anche grazie alla famosa marca di matite colorate che hanno accompagnato la nostra infanzia.

 

Dario Medaglia

 

 

SCENEGGIATURA TULIFERO CLAUDIA; DISEGNI FRONGIA FRANCESCO, Giotto, Kleiner Flug, Napoli 2017

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Written by : Redazione

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