Cari medievaleggianti, il libro che abbiamo il piacere di recensire oggi è l’ultima fatica di Marcello Simoni, acclamato autore di thriller storici. Uscito oggi nelle librerie italiane, La dama delle lagune – edito da La nave di Teseo – ci trasporta in un Medioevo non scontato e soprattutto ambientato nel Bel Paese in un un anno ben preciso: 807 d.C.
L’ambientazione che sceglie Simoni è particolare, tetra, paludosa e, come ogni romanzo che si rispetti, non spettatrice ma attrice della storia che accade nei suoi confini.
Ci troviamo nell’insediamento di Comaclum (odierna Comacchio) sorto all’interno delle tredici insulae alla foce del Po. L’atmosfera è densa, a tratti soffocante, con tinte fosche e umide che aiutano a immergerci in questo Medioevo lagunare cupo. Non solo per il paesaggio ma anche per i personaggi che lo animano.
La storia si apre con un enigma che ci terrà compagnia per tutta la durata del romanzo.
Bonizo, il magister piscatorum dell’Auregarium, è intento a rientrare con i suoi uomini a Clomacum quando vengono sorpresi da una violenta tempesta. Isacio, uno dei marinai, cade in mare e la speranza sembra ormai perduta. Ma ecco che, come per miracolo, quando riescono ad arrivare sulla terraferma trovano Isacio in compagnia di una strana capsa di piombo.
I nostri protagonisti ancora non lo sanno, ma da quel momento in poi si scatenerà un effetto domino che cambierà per sempre le sorti degli attori in gioco.
Cosa si nasconde dentro il sarcofago? E’ davvero la fonte degli strani avvenimenti di Comaclum? E perché l’abate Smaragdo è così riluttante al pensiero di profanarla? La curiosità, la bramosia e la sete di potere vinceranno sulla ragione e porteranno gli uomini a cedere ai propri istinti.
Da qui in poi nulla sarà più come prima. Ognuno dei personaggi, siano essi protagonisti o comprimari, a cominciare da Bonizo, suo figlio Grimoaldo, Smaragdo abate dell’Auregarium, e l’artigiano Gregorius saranno inevitabilmente toccati dalla scelta di pochi.
Ma il mistero della teca, che non viene svelato subito, è solo uno dei fili rossi che si intrecciano nelle vite di Comaclum.
Quando pensi di aver compreso la storia ecco che, in un batter d’occhio, ti ritrovi catapultato nella macrostoria, che all’inizio faceva solo da sfondo incolore. Si entra nel vivo della trama, cruda, rancorosa, belligerante. Una storia che costringe il cuore degli uomini, ed i loro sentimenti sopiti, a rivelarsi.
Dove finisce l’inganno e dove inizia la verità? Chi ha macchinato contro Comaclum e le sue autorità? Una domanda la cui risposta non è scontata.
Con uno stile scorrevole, la giusta suspense, ottimi intrecci e colpi di scena mai esagerati, Simoni si riconferma abile autore di thriller e conoscitore del Medioevo. Felice la scelta dell’ambientazione, che regala un’atmosfera suggestiva. Anche la riuscita caratterizzazione dei personaggi gioca un ruolo fondamentale ai fini della storia.
Consigliato a chi ama leggere romanzi dalla trama complessa e dalle ambientazioni storiche non convenzionali. Per gli amanti dei riferimenti storici, inoltre, l’autore nelle ultime dieci pagine del libro ci racconta i retroscena della stesura de La dama delle lagune.
Martina Corona