La prima sensazione che si ha quando ci si addentra nelle intricate vicende dei protagonisti del libro di Giada Bonasia è che si stia leggendo un film. Uno di quelli appassionati, che narrano le gesta dei personaggi che abbiamo imparato ad amare fino da piccoli, che ci raccontano di intrighi, di bugie, di tradimenti, di valori, di amori. In Quella notte il destino fu deciso non manca nulla di ciò che ci possiamo aspettare quando vogliamo immergerci in un’ambientazione medievale. Ma anche qui l’autrice stupisce: la storia si svolge nel decennio che va dal 1332 al 1342 prendendo luogo tra Francia e Inghilterra. Come tutti sappiamo, negli stessi anni si prepara il terreno per quella che passerà alla storia come la Guerra dei Cent’anni, che vedrà contrapposti, a più riprese, inglesi e francesi. Mentre il nostro romanzo è ambientato in un Medioevo immaginario che ricalca sì le ostilità tra le due terre, ma ne prende le distanze per narrarci una storia che prende vita in un tempo che sarebbe potuto essere.
In questo tempo per noi verosimile, troviamo le storie legate a doppio filo di Loran, Marichelle, Armand, Sigismond, Celine, Stephan e tutti gli altri personaggi che incontreremo lungo il cammino. Nulla è come sembra e tutto scaturisce dall’insana decisione di una notte che, da sola, condizionerà – nel bene e nel male – la vita di tutti per sempre. Con un ritmo serrato e colpi di scena continui, viviamo insieme ai protagonisti incredibili avventure, che ci lasciano con la voglia di scoprire quale nuovo destino attende i nostri eroi, a cui non ci si può non affezionare.
È un libro assolutamente consigliato per chi si approccia a un romanzo storico per la prima volta e vuole ritrovare l’atmosfera da cinema, perché lo stile fluido, la trama ben architettata e le ambientazioni familiari faranno da ottimo apripista per il genere.
In attesa del secondo capitolo della saga, scopriamo qualcosa in più lasciando la parola direttamente all’autrice:
1) Ciao Giada, dopo aver letto con attenzione la tua opera, la prima domanda che vorrei farti è: da dove nasce la tua passione per la scrittura?
La mia passione per la scrittura nasce quasi per caso, per la voglia di mettermi in gioco. Non è stato facile, scrivere non è semplice come si crede. Ci sono regole precise che devi saper amalgamare bene con l’immensa fantasia. Ho frequentato un sito di scrittura per due anni poi, quando mi sono sentita abbastanza pronta, ho iniziato, anche se non si finisce mai di imparare: questa splendida passione è un apprendere continuo.
2) Avresti potuto ambientare il tuo libro in qualsiasi periodo storico, perché hai scelto proprio il Medioevo?
Ho scelto il Medioevo come periodo storico perché lo ritenevo più consono a ciò che volevo trasmettere. Sono affascinata da ogni epoca passata, in particolare da quella classica, ma l’idea di intrepidi duelli e amori impossibili ha avuto la meglio e ho scelto questo periodo, seppur in maniera fantasiosa, di cui ho riportato il più fedelmente possibile usi e costumi dell’epoca. Il mio romanzo nasce principalmente per riportare all’attenzione l’amor cortese, le passioni, il modo di amare e di pensare di un’epoca conosciuta perlopiù per la violenza. È innegabile che la violenza – come in tutte le epoche – esisteva, ma il Medioevo non è solo questo e nel mio romanzo risalta soprattutto l’amore in ogni sua forma, quello tra da dama e cavaliere, quello fraterno e il legame d’amicizia.
3) In Quella notte il destino fu deciso ci troviamo in un Basso Medioevo immaginario: è una scelta coraggiosa. Cosa ti ha portato a scegliere di ambientare le storie dei protagonisti in un tempo “non-storico”?
Ho preferito il “non-storico” perché volevo creare un’atmosfera completamente originale. Se si vuole la descrizione accurata di un periodo storico le librerie sono piene di testi che lo ripropongono, io invece ho optato per un epic-cavalleresco e, sì, è stata una scelta coraggiosa perché non tutti riescono a comprenderla. Alcuni ammiratori dell’accuratezza storica potrebbero storcere il naso, in quanto il mio romanzo non tratta le vere vicende delle persone dell’anno in cui è ambientato, ma sono totalmente frutto della mia fantasia. Sottolineo però, dato che alcuni hanno l’errata convinzione che si tratti di un fantasy, che non rientra in quel genere, poiché non ha nessun elemento fantastico. L’epic-cavalleresco è un genere che – effettivamente (credo) – non viene portato alla luce da molto tempo.
4) Ogni personaggio ha un suo carattere e una sua storia, e alla fine è quasi impossibile non affezionarsi a tutti. Tu hai una predilezione per qualcuno di loro?
Sì, ogni personaggio ha un suo percorso e un suo sviluppo e tutti hanno uno scopo ben preciso ai fini della trama. Sì, senza dubbio ho chi prediligo, ma non voglio svelare troppo del mio gusto personale.
5) La storia si conclude lasciando ampio spazio ad un seguito. Ci puoi dare qualche anticipazione sul futuro dei nostri beniamini? Quando è prevista l’uscita del sequel?
Sì, la storia si conclude lasciando largo spazio all’immaginazione su un futuro sequel e di fatti c’è già: è uscito in ebook il 7 Dicembre 2020, si intitola L’erede ed è edito da “Io me lo leggo”. Per il cartaceo ci vorrà ancora un altro po’ di tempo.
Una piccola anticipazione che posso dare sul futuro dei nostri beniamini è che Thea si è indurita parecchio, darà filo da torcere a chiunque lei pensi sia un possibile nemico, e, be’, per Celine e Stephan potrebbero esserci altri guai in vista.
Ringraziamo Giada per la chiacchierata e restiamo in attesa di leggere L’Erede!
Martina Corona