Già dal titolo si evince la protagonista di questo saggio storico, pubblicato da Chiara Ponte nel 2018: la grande regina vissuta nel Medioevo Giovanna I d’Angiò.
Giovanna I d’Angiò nasce nel 1326, figlia di Carlo Duca di Calabria e Maria di Valois, e nel 1343 diviene sovrana di Napoli, regina titolare di Gerusalemme e di Sicilia. Il saggio narra della sua vita, piena e travagliata, che si conclude con la prigionia e la morte, avvenuta nel 1382, presso il castello di Muro Lucano (sotto custodia del carceriere Palamide Bozzuto). Su quest’ultimo periodo l’autrice si sofferma molto, inserendo diverse fonti che raccontano la modalità del trapasso della sovrana.
Emerge un ritratto molto positivo di Giovanna I d’Angiò. Partendo dalle rappresentazioni presenti nelle fonti, l’autrice ci descrive la regina come:

una donna affascinante, avvenente e colta; malinconica e dissoluta; religiosa ma amante della vita mondana. Fu una monarca illuminata, generosa, appassionata, ma a volte orgogliosa, spietata, vendicativa e spregiudicata. Donna intelligente e raffinata diplomatica, seppe destreggiarsi fra faide dinastiche, circostanze storiche, odi, tradimenti.

Ci troviamo di fronte ad una biografia e allo stesso tempo a un ritratto fisico e caratteriale della sovrana, con un approccio multidisciplinare. Questo saggio spazia dalla storia alla storia dell’arte passando per la letteratura. Ritroviamo infatti alcuni paragrafi in cui la regina è rappresentata dal punto di vista di una disciplina differente, come ad esempio la storia dell’arte, da cui sono tratte le testimonianze iconografiche grazie alle quali possiamo capire come era ritratta fisicamente la regina Giovanna.
Durante la lettura incontriamo episodi sulla vita e la personalità di Giovanna I d’Angiò. A tale proposito, ho notato la presenza di molte fonti citate da Chiara Ponte: artistiche (per esempio il ritratto realizzato da Amèdèe Gras, del 1842), storiche (come lo scambio epistolare con Caterina da Siena) e letterarie (come il De Mulieribus Claris di Giovanni Boccaccio, per citarne una), segno da parte dell’autrice di una notevole ricerca e di accuratezza storica nella stesura di quest’opera.
Ben scritto e comprensibile, questo è un saggio, a mio parere, utile per tutti: sia per chi volesse per la prima volta approcciarsi a questo personaggio sia per chi, da esperto, volesse usufruire di una sintesi completa e storicamente accurata della vita di Giovanna I d’Angiò. È inoltre dotato di una bibliografia corposa, comoda per proseguire una ricerca una volta appassionatisi alla storia di questa grande protagonista dell’età di mezzo.

Dopo avervi presentato il saggio Storia di una regina. Giovanna I d’Angiò e la sua tragica fine nel castello di Muro Lucano, abbiamo deciso di intervistarne anche l’autrice, Chiara Ponte. Classe ’88, si è laureata in Lettere Moderne, ad oggi svolge la professione di guida turistica e sta prendendo la laurea magistrale in Storia e civiltà europee presso l’Università della Basilicata. Oltre al libro che vi abbiamo proposto, è autrice di articoli a tema culturale, storico e religioso, e di saggi confluiti in altre pubblicazioni.

Buongiorno Chiara e grazie per questa chiacchierata con noi. Lei, ricordiamo, è laureata in Lettere Moderne, come ha scoperto la storia medievale e cosa l’ha affascinata di questo periodo?
Ringrazio lei e il team di Medievaleggiando per avermi dato voce e spazio nella rubrica dedicata alle recensioni.
Si, sono laureata in Lettere, ma il mio piano di studi prevedeva diversi esami di storia, tra cui storia medievale, disciplina che poi ho scelto per la tesi di laurea.
Il mio percorso di studi mi ha sicuramente fornito nozioni di base e gli strumenti per intraprendere una ricerca storica, però il mio interesse per il Medioevo è maturato parallelamente al percorso universitario, attraverso letture, documentari, viaggi.
Del Medioevo ma anche della storia in generale mi appassiona maggiormente l’aspetto umano e culturale. Il Medioevo è a mio parere estremamente affascinante per l’incontro di popoli e culture; per la profonda spiritualità e il fervore religioso; per il racconto tramite immagini; per le grandi imprese e per le innovazioni; per lo sviluppo delle attività umane, delle città e delle realtà politico-sociali; per la formazione delle lingue volgari e la nascita della letteratura italiana.
Il Medioevo mi riporta alla mente castelli, chiese, architetture romaniche e gotiche; miniature e manoscritti; guerrieri, dame, regnanti, monaci, mercanti; dunque una realtà in movimento, variegata, ben rappresentata nel Decameron di Boccaccio.
In questa epoca tanto lunga, complessa e multiforme si rintracciano le nostre radici.

Come mai ha scelto di soffermarsi sul mondo femminile nel Medioevo?
L’universo femminile calato in differenti contesti storici e culturali è un tema molto interessante ma che è stato riscoperto e indagato soltanto in tempi recenti nei suoi molteplici aspetti (ruolo della donna nella società e nella famiglia, condizione, mentalità, pregiudizi, matrimoni, maternità, lavoro, attività femminili, vita quotidiana, moda, rappresentazioni in arte e in letteratura, ecc…).
Da donna mi è venuto naturale porgermi questi quesiti e approfondire la questione in rapporto a un’epoca ricca di contraddizioni, stereotipi, falsi miti, ma anche di cultura e trasformazioni, quale è stata il Medioevo.
Sono davvero poche le donne medievali che “sono passate alla storia” e che vengono studiate per la loro vita eccezionale e senza precedenti, per il loro ingegno, per le loro imprese, o perché hanno brillato come riflesso dei grandi personaggi maschili.
In molti casi le notizie di cui disponiamo e la relativa documentazione sono piuttosto scarse o fortuite.
La scelta di dedicare un saggio nello specifico a Giovanna I d’Angiò risponde all’esigenza di diffondere la conoscenza di un personaggio femminile straordinario e di presentare ai lettori, in modo veritiero e oggettivo, la sua reale vicenda storica, restituendo un’immagine corretta di una donna che per secoli è stata disprezzata e messa in ombra, ma che in realtà è stata una sovrana illuminata e una grande protagonista del Medioevo.
Oltre alla riabilitazione del personaggio, l’altro importante motivo che mi ha spinto a studiare l’argomento è il legame tra Giovanna I e il mio paese, Muro Lucano, nel 1382 scenario della sua reclusione e del suo misterioso omicidio, nonché custode di storie, leggende e tradizioni relative alla regina angioina.
Mossa dalla curiosità e dalla necessità di fare luce su un argomento trascurato dalla storiografia e pieno di versioni contrastanti – sul luogo, sulla data e sulle modalità dell’assassinio – nel saggio ho voluto chiarire i dubbi e fornire dettagli inediti sull’argomento prigionia e morte, riportando documenti autorevoli prodotti all’epoca dei fatti.

Il saggio su Giovanna I d’Angiò narra la storia di questa grande protagonista femminile dell’Età di Mezzo. Cosa l’ha colpita di questo personaggio?
Mi ha colpito innanzitutto l’originalità di questa figura femminile rispetto alle altre donne della sua epoca e il suo essere una “donna di potere tra uomini”, una regina che ha dovuto destreggiarsi con personaggi maschili potenti, ambiziosi, prepotenti e spesso violenti.
Ricordiamo che Giovanna I d’Angiò era stata scelta come erede al trono dal nonno Roberto il Saggio, diventando a 16 anni una sovrana regnante – una delle prime e una delle poche che possiamo annoverare nella storia europea. Titolare del potere per quasi 40 anni, è stata una donna colta, determinata e generosa.
Ha intessuto rapporti di vario genere con pontefici, regnanti e celebri personaggi del Basso Medioevo tra cui Santa Caterina da Siena, Santa Brigida di Svezia, Giotto, Petrarca, Boccaccio; quest’ultimo nel De Mulieribus Claris la celebra per le sue capacità politiche, per la sua statura morale, per la sua intelligenza e per la sua umanità, definendola “gloria non soltanto delle donne ma anche dei re”.
Mi ha affascinato la sua vicenda umana caratterizzata da lotte di potere, congiure, intrighi, amori, tragedie, che ha tutti gli ingredienti per diventare l’appassionante trama di una fiction in costume.
Ammiro molto la regina Giovanna per il coraggio e la determinazione con i quali ha portato avanti la sua missione di governo, nonostante la crisi e i problemi interni del suo esteso regno; le continue intromissioni dei 4 mariti, dei pontefici, dei parenti; nonostante le sue fragilità e le sofferenze per i gravi lutti subiti, specialmente la morte dei suoi tre bambini.
Trovo estremamente interessante la sua complessa personalità e le contraddizioni che coesistono in questo personaggio, la sua “modernità” ed emancipazione, il suo desiderio di libertà in campo sentimentale (i matrimoni erano imposti per esigenze dinastiche ma ebbe diversi amanti) e nelle decisioni di governo, sebbene a causa di scelte libere e consapevoli in questioni personali, politiche, religiose (l’adesione allo Scisma d’Occidente), di eredità che si rivelarono sbagliate, pagò gravi conseguenze come la perdita del Regno, la prigionia, l’omicidio e la damnatio memoriae.
E’ stata dipinta ingiustamente, soprattutto per l’insofferenza degli uomini verso il suo ruolo, solo come una donna crudele, peccatrice e lussuriosa, ma il sorgere di numerose leggende nel Regno di Napoli, in Provenza, in Piemonte, la produzione nei secoli di opere d’arte, poesie, romanzi, saggi, opere teatrali che la vedono protagonista – temi trattati nella terza e ultima sezione del mio libro – testimoniano che la regina Giovanna continua ad esercitare un certo fascino, e che in realtà, nel bene o nel male, non è mai stata dimenticata.

Per concludere, le chiediamo se ha nuove idee per il futuro e se ha in programma nuovi libri.
Ho da poco pubblicato un romanzo storico che si intitola “Cronache di un borgo e delle sue donne”: attraverso numerosi personaggi storici femminili di varie epoche e di diversa estrazione socio-culturale, tramite le loro voci, i loro vissuti esperienziali, le loro emozioni e sensazioni, il lettore ripercorre idealmente la storia e i luoghi di un paese del sud Italia. Uno dei 7 racconti che compongono il libro ha come protagonista proprio Giovanna I d’Angiò: naturalmente, trattandosi di un genere in cui verità storica e romanzo si intrecciano, la chiave di lettura di questo personaggio è diversa, ne emerge una dimensione privata e confidenziale. La regina Giovanna, reclusa nella torre del castello di Muro, in preda ai tormenti interiori per la sua situazione e ai ricordi della sua esistenza, consapevole che la sua fine è ormai vicina, affida alle carte le sue memorie e la sua versione dei fatti affinché i posteri le rendano giustizia.
Al momento non ho in programma la stesura di un nuovo libro, anche se da tempo mi sto documentando su altri due importanti personaggi femminili del Basso Medioevo che hanno suscitato il mio interesse: Chiara d’Assisi e Giovanna d’Arco.
Per quanto concerne invece le nuove idee, sto lavorando a un progetto che mi sta molto a cuore e che unisce la mia attività di guida turistica e la ricerca storica alla divulgazione della storia in modo semplice, coinvolgente, interattivo, spettacolare; una sorta di viaggio nel tempo attraverso racconti, musiche, costumi, simboli, cibo, monumenti e luoghi suggestivi. Nel ruolo della regina Giovanna accompagno i turisti alla scoperta dei principali siti di interesse di Muro Lucano e narro in prima persona le sue intriganti vicende. Lungo l’itinerario i visitatori incontrano altri personaggi storici femminili di diverse epoche che raccontano di sé e di importanti episodi della storia del paese, spesso collegati alle vicende nazionali. Un “format” che è stato molto apprezzato la scorsa estate e che riprenderà nei prossimi mesi con delle novità.

 

Ringraziando Chiara Ponte per questa intervista, le auguriamo il meglio per i suoi progetti futuri.

 

Eleonora Morante

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Written by : Redazione

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