Dopo la conquista di Gerusalemme del 1099 i Franchi occuparono una fascia di terre, costituendo una serie di potentati cristiani in Terrasanta. Il più importante era il Regno di Gerusalemme ma, dopo la sua conquista ad opera del Sultano egiziano Saladino (1187) Acri divenne la principale città dei Franchi in Outremer fino alla sua caduta definitiva avvenuta nel 1291, storia che ora vi racconteremo.

Sappiate, bei signori, che nessuno potrebbe dire né raccontare il pianto e il dolore che vi fu quel giorno e la pietà per i piccoli massacrati e sventrati dai cavalli, che gli passavano sopra, né c’è persona al mondo, pur con cuore duro, che non piangesse a vedere quella punizione, e perciò, sono sicuro che tutti i cristiani piangevano quel giorno, vedendo ciò, poiché i saraceni, come si è saputo, avevano poi provato pietà e piangevano’.

Queste sono alcune delle tragiche parole riportate dall’Anonimo Templare di Tiro nella sua Cronaca, testimone oculare dei terribili fatti della presa di Acri. Dell’autore conosciamo solo che scarni dati biografici. Si sospetta che, probabilmente, era una persona vicina al Gran Maestro dell’Ordine dei Templari Guillame de Beaujeu.

Torniamo ai terribili eventi acritani. A conquistare la città furono i Mamelucchi che governavano l’Egitto a partire dal 1250, dopo aver rovesciato i vecchi dominatori Ayubbidi.

Nei mesi precedenti la presa di Acri alcuni mercanti di cultura musulmana vennero uccisi, fatto sfruttato come pretesto da parte del sultano mamelucco Qalāwūn che poté definitivamente scalzare la presenza cristiana in Terrasanta.

Qalāwūn diede inizio alle operazioni preliminari ordinando, ai propri sottoposti, di presidiare le vie di accesso alla città. Il Sultano però morì, forse di dissenteria, senza aver iniziato le operazioni militari vere e proprie. Questo gravoso impegno venne ereditato dal successore al-Ashraf Khalil che organizzò un vasto esercito per la conquista della città.

Nel frattempo i cristiani che vivevano nelle campagne antistanti Acri, si precipitarono in città per cercare riparo. I rifugiati arrivarono a circa trenta o quaranta mila, accalcati nelle strette e vocianti vie della città portuale.

Il Sultano avvisò delle sue intenzioni, tramite una lettera, il Gran Maestro del Tempio, non dando spazio a negoziati. Così, dopo aver fatto erigere la sua personale tenda rossa, diede il via alla conquista: era il 5 Aprile del 1291.

Le operazioni militari furono cruente anche se ci fu una prima fase di studio, con delle scaramucce che si verificarono fuori dalla città. I cristiani utilizzarono anche delle navi, dal porto, per sbarcare truppe nei pressi del campo nemico.

Complessivamente le operazioni durarono una quarantina di giorni e neanche l’arrivo di Enrico II, re di Cipro della famiglia dei Lusignano, poté evitare l’inevitabile. Il re tentò anche la via del negoziato ma per le truppe mamelucche l’occasione era propizia.

Così in seguito a un pesante bombardamento delle mura, venne aperta una breccia e le truppe mamelucche penetrarono in città che venne occupata e gran parte degli abitanti vennero trucidati. Dopo la presa di Acri anche le rimanenti roccaforti in mano cristiana come Tiro, Sidone, Beirut, Haifa e Athlit vennero conquistate: la presenza latina in Terrasanta era veramente terminata

Come reagì la cristianità a questo evento epocale? La caduta di Acri venne riportata con dolore: ad esempio il francescano Nicola di Lyra come tanti altri scrittori dell’epoca interpretarono l’accaduto come il segno dell’arrivo dell’Anticristo.

Anche il domenicano Riccoldo da Montecroce che durante le terribili settimane della conquista di Acri si trovava a Baghdad, si doleva per la perdita di tanti confratelli, emozioni espresse nel Contra Legem Sarracenorum.

Papa Niccolò IV non riuscì a fornire una ragione teologica a questi terribili fatti e, una delle reazioni da parte di tutta la cristianità, fu la conta delle colpe dei latini per la perdita della Terrasanta, dopo duecento anni di presenza. Successivamente vi sarebbero stati numerosi tentativi di riconquista e il sogno di controllare Gerusalemme non sopì mai del tutto.

PS. Sull’argomento delle Crociate e della storia del Mediterraneo vi rimandiamo all’intervista che abbiamo realizzato al Professor Antonio Musarra: Genova, il Mediterraneo, le Crociate. Intervista al Professor Musarra.

Andrea Feliziani

Consigli di Lettura

Minervini Laura a cura di, Cronaca del Templare di Tiro 1243-1214. La caduta degli stati crociati nel racconto di un testimone oculare, Liguori Editore, Napoli 2000.

Musarra Antonio, Acri 1291. La caduta degli stati crociati, Il Mulino, Bologna 2016.

Musarra Antonio, Le Crociate. L’Idea, la storia, il mito, Il Mulino, Bologna 2022.

Musarra Antonio, Il Crepuscolo della Crociata, L’Occidente e la perdita della Terrasanta, Il Mulino, Bologna 2018.

Phillipps Jonathan, Sacri Guerrieri. La straordinaria storia delle Crociate, Mondadori, Milano 2011.

Runciman Steven, Storia delle Crociate, Einaudi, Torino 1966.

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Written by : Redazione

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