Amore è uno desio che ven da core

per abondanza di gran piacimento;

e li occhi in prima generan l’amore

e lo core li dà nutricamento.

 

Ben è alcuna fiata om amatore

senza vedere so ’namoramento,

ma quell’amor che stringe con furore

da la vista de li occhi ha nascimento:

 

ché li occhi rapresentan a lo core

d’onni cosa che veden bono e rio

com’è formata naturalemente;

 

e lo cor, che di zo è concepitore,

imagina, e li piace quel desio:

e questo amore regna fra la gente.

 

PARAFRASI: Amore è un desiderio che sgorga dal cuore e nasce dall’intensità del piacere, gli occhi per primi fanno nascere l’amore e poi viene nutrito dal cuore. E’ possibile che qualche volta l’uomo ami senza aver visto la persona di cui è innamorato, ma l’amore vero, quello che avvince con l’impeto della passione, nasce dalla vista dell’amata: gli occhi presentano al cuore ogni cosa che vedono informandolo su ciò che in ciascuna vi è di naturalmente buono e cattivo e il cuore che riceve il messaggio degli occhi, immagina e prova piacere nel desiderarla: questo è l’amore che vive tra gli uomini.

 

Il primo e maggiore esponente della scuola poetica siciliana è il notaio Giacomo da Lentini (chiamato anche Jacopo o Iacopo), funzionario imperiale di cui si hanno dei documenti d’archivio tra il 1233 e il 1240. Indicato come un poeta dotato di una fine sapienza metrica e retorica, è indicato dalla critica come l’inventore del sonetto: componimento poetico con una struttura fissa di due quartine e due terzine, tutte di endecasillabi in rima fra loro.  Con questa nuova poesia la donna viene indicata come una “meravigliosa creatura”, la cui immagine porta l’amore nel poeta attraverso lo sguardo, riproducendolo poi negli occhi.  Questo sonetto fa parte di una tenzone del 1248, cioè una discussione in versi, con altri due poeti della scuola siciliana: Jacopo Mostacci e Pier della Vigna. Il sentimento amoroso è per Jacopo da Lentini, in base alla filosofia aristotelica, un fatto accidentale provocato dalla vista della bellezza della donna: un tòpos che verrà tramandato nella lirica amorosa della letteratura anche nei secoli successivi.

 

Martina Michelangeli x Medievaleggiando 

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Written by : Redazione

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