Nel mese di maggio, quando ogni cuore gagliardo fiorisce e germoglia e, con la bellezza e il rigoglio della stagione, uomini e donne sono pieni di letizia per l’avvicinarsi dell’estate con i suoi fiori novelli, laddove gli aspri venti e le bufere de Hinverno li inducono a raccogliersi al coperto presso il focolare, scoppiarono furore e sventura che ebbero   termine solo con la morte e l’estinzione del fiore di tutti i cavalieri del mondo.

La causa ne furono due malaugurati cavalieri, ser Agravano e ser Mordred, fratelli di ser Galvano, che odiando in segreto dama Ginevra e ser Lancillotto, tenevano quest’ultimo sotto continua sorveglianza.

La disgrazia volle che un giorno in cui Galvano si trovava con i fratelli nella camera del re, Agravano prendesse a parla- re a voce tanto alta da farsi udire da svariati cavalieri.

« Mi meraviglio che nessuno di noi si vergogni di sapere, e di vedere con i propri occhi, che Lancillotto giace giorno e notte con la regina » disse. « Ne siamo tutti al corrente, eppure siamo tanto vili da tollerare il disonore di un sovrano nobile quanto Artù. »

« Ti chiedo e ti ordino di non toccare più tali argomenti in mia presenza, fratello » ribattè ser Galvano. « Sappi comun- que che non sono affatto del tuo avviso. »

« Dio ci aiuti » intervennero ser Gaheris e ser Gareth. « Noi

non vogliamo sapere nulla delle tue imprese, Agravano. »

« Io invece sì » affermò ser Mordred.

« Ti credo, tu sei sempre ben disposto verso le cattive azioni! » replicò ser Galvano. «Ma io preferirei che non ti immischiassi tanto in questa faccenda, perché so quali ne potrebbero essere le conseguenze.

« Rivelerò tutto al re, succeda quel che succeda » dichiarò Agravano.

« Ti consiglio di non farlo. Se ne dovesse derivare ostilità o guerra tra noi e Lancillotto, sta‟ certo che molti re e molti potenti signori sceglierebbero di schierarsi con lui. E poi, fratello » continuò ser Galvano « devi sempre tenere a mente che Lancillotto ha salvato più di una volta il re e la regina, e che anche i migliori tra noi si sarebbero sentiti gelare il cuore in varie occasioni se egli non fosse stato il più valoroso e non

lo avesse dimostrato molto spesso. Per parte mia io ho deciso di non mettermi mai contro di lui da quando mi salvò la vita liberandomi da re Caradoc della Torre Dolorosa. Agravano e Mordred, Lancillotto ha soccorso anche voi e altri sessanta- due cavalieri da ser Turquin: azioni tanto nobili e generose non andrebbero proprio dimenticate! »

« Fa‟ come vuoi, io non aspetterò più » replicò Agravano. In quel mentre entrava il re.

« Ora, fratello, smettila di fare tanto chiasso » stava dicendo Galvano.

Ma ser Agravano e ser Mordred risposero insieme:

« No. »

« Ah, è così! Allora che Dio vi aiuti! » esclamò Galvano. « Io non voglio stare a sentire le vostre fole e tanto meno tenermi dalla vostra parte. »

« Neanche noi » dichiararono ser Gaheris e ser Gareth.

« Non sparleremo mai di quel cavaliere. »

« Ser Lancillotto mi ha concesso l’investitura e niente potrà indurmi a parlare male di lui » aggiunse ser Gareth.

Mentre si allontanavano tutti e tre molto addolorati, ser Galvano e ser Gareth commentarono:

« Ahinoi, il regno verrà distrutto e la nobile compagnia della Tavola Rotonda sarà dispersa! »

Come ser Agravano rivelò al re l’amore di Lancillotto e Ginevra, e come re Artù dette licenza di catturare Lancil- lotto

Appena gli altri furono usciti, il re chiese quale fosse il moti- vo della disputa.

« Ora ve lo dirò, sire; non posso più tenerlo per me » gli rispose ser Agravano. « Io e ser Mordred siamo in disaccordo con i nostri fratelli: sappiamo che ser Lancillotto è da tempo l’amante della regina e, poiché siamo figli di vostra sorella, non possiamo continuare a tollerarlo. Voi siete il suo signore e colui che lo ha investito cavaliere, e intendiamo provare la sua slealtà. »

« Se quello che dite è vero, Lancillotto è un traditore! » esclamò Artù. « Ma mi ripugna compiere un passo del genere senza averne le prove; ser Lancillotto è un cavaliere valoroso e, come ben sapete, il migliore di tutti noi. Se non sarà colto sul fatto, vorrà battersi con colui che lo ha denunciato, e nessuno sarà in grado di tenergli testa. Quindi, voglio che sia sorpreso in flagrante. »

Il libro francese dice che il re non desiderava affatto che si diffondessero voci su Lancillotto e la regina. A dire il vero, egli ne aveva già il sospetto, ma non voleva sentirne parlare perché amava molto ser Lancillotto per tutto quello che egli aveva fatto in favore suo e di Ginevra.

« Allora, sire, domani mattina andate a caccia, e vedrete che Lancillotto non vi accompagnerà » gli suggerì Agravano.

« Quando poi si farà sera, manderete a dire alla regina della vostra intenzione di rimanere fuori per tutta la notte e convocherete i vostri cucinieri. Allora lo coglieremo insieme   a vostra moglie e ve lo porteremo, vivo o morto. »

« Sta bene. Ma vi consiglio di procurarvi compagni fidati » acconsentì il re.

« Io e mio fratello Mordred ci faremo aiutare da dodici cavalieri della Tavola Rotonda » disse Agravano.

« State attenti; vi avverto che è un uomo molto forte » concluse Artù.

« Lasciate fare a noi! »

Perciò il mattino dopo il re uscì a caccia dopo aver fatto sapere alla regina che sarebbe rimasto fuori per tutta la notte successiva. Intanto ser Agravano e ser Mordred si nasconde- vano in una camera del castello di Carlisle insieme a ser

Colgrevance, ser Mador della Porta, ser   Gingalin, ser Meliot di Logris, ser Petipace di Winchelsea, ser Galleron di Gal- way, ser Melion della Montagna, ser Astamore, ser Gromore, ser Curselaine, ser Florence e ser Lovel, dodici cavalieri di Scozia parenti di ser Galvano o affezionati ai suoi fratelli.

Caduta la sera, ser Lancillotto comunicò a ser Bors la propria intenzione di andare a parlare con la regina.

« Ti consiglio di non farlo, signore » gli disse il cugino.

« Perché? »

« Continuo a temere ser Agravano; non cessa mai di sorve- gliarti per svergognarci tutti. Non sono mai stato contrario quanto ora ai vostri convegni, perché credo che questa sera il re si sia allontanato dalla moglie lasciando qualcuno a spiar

«Ho proprio paura che si prepari un tradimento.»

« Non temere, non mi tratterrò a lungo » replicò Lancillotto.

« Eppure non sono tranquillo. Credo proprio che questa notte porterà noi tutti alla rovina! » esclamò Bors.

« Mi meraviglio di quanto dici, cugino. La regina mi ha mandato a chiamare e tu sai che non sono un codardo; inoltre non desidero che ella pensi che non la vedo volentieri. »

« Allora che Dio ti assista e ti faccia tornare sano e salvo! »

 

Martina Michelangeli x Medievaleggiando

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Written by : Redazione

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