Non è semplice, soprattutto in un articolo, parlare del mondo e della serie di videogiochi di Diablo. Pur non avendo la complessità di ambientazioni di giochi come Dark Souls, in cui spesso si è anche soggetti ad interpretazioni personali, la saga nata nel 1997 per mano di Blizzard Entertainment (ora facente parte di Activision Blizzard, e presto, probabilmente, di Microsoft) si è andata ben presto espandendo, anche grazie all’uso di altri media, come corti animati, libri, fumetti, racconti, etc…
Riassumendo all’inverosimile, i giochi della serie si collocano in un mondo fantasy chiamato Sanctuarium, dove, in tempi antichi, una fazione composta da angeli e demoni aveva trovato rifugio dall’Eterno Conflitto che contrappone le rispettive razze. Questo gruppo di ribelli, guidati dall’angelo Inarius e dal demone Lilith, stufi della lotta che ormai era in corso da eoni, si erano così nascosti in questo mondo, anche grazie all’utilizzo di un oggetto chiamato Pietra del Mondo, in grado di proteggerli dalla vista dei loro simili, ed unendosi tra loro avevano poi dato origine ad una razza di esseri superiori chiamati Nefilim. In seguito al tradimento di Lilith, che voleva usare questi esseri per terminare il Conflitto ed assurgere ad essere superiore, ed alla scoperta di Sanctuarium da parte delle fazioni di angeli e demoni, i Nefilim vennero privati dei loro poteri e da loro discese la razza umana, senza poteri particolari ma comunque in grado di sviluppare il proprio potenziale in altri modi, perfezionandosi nell’uso delle arti del combattimento e della magia.
Sebbene ci fosse una sorta di patto che suggellava la volontà di non interferire nelle faccende dei mortali, stipulato tra il Concilio di Angiris, un gruppo di cinque Arcangeli a guida della loro razza, ed i Primi Maligni, i tre demoni più potenti che, insieme ai loro fratelli, i quattro Demoni Minori, erano i più potenti ed antichi del loro popolo, Sanctuarium si ritrovò ben presto al centro di un complotto ordito proprio dai tre demoni, che riuscirono a farsi bandire sul mondo dai loro simili ed iniziarono quella che sarebbe stata conosciuta come la Guerra del Peccato e che ebbe una fine solo quando vennero catturati ed imprigionati da un ordine di maghi chiamati Horadrim, fondati da un membro del Concilio di Angiris: Tyrael, l’Arcangelo della Giustizia.
Da questa premessa, che ho cercato di condensare il più possibile, ma che i giocatori e lettori possono approfondire sia giocando che leggendo i vari libri o enciclopedie online dedicati, che hanno inizio le mosse del primo Diablo, in cui ci ritroveremo a vestire i panni di uno di tre eroi chiamati a combattere un antico male risvegliatosi nelle profondità della città di Tristam, che scopriremo alla fine essere proprio uno dei Primi Maligni: Diablo, il Signore del Terrore.
Al primo Diablo seguirono, nel corso del tempo, tre seguiti, Diablo II, Diablo III e Diablo Immortal. I primi tre giochi ebbero anche un’espansione ciascuno (anche se nel caso del primo gioco si tratta di un prodotto sviluppato da un’altra software house, Sierra On-Line, che sebbene approvato da Blizzard non è riconosciuto come facente parte della saga ufficiale), mentre Immortal, accolto tiepidamente dalla community in quanto presentato inizialmente come un gioco solo per cellulare, in aperto contrasto con i titoli precedenti, fa da ponte tra gli eventi del terzo e quarto capitolo, con una narrazione ancora in corso.
Ed arriviamo, finalmente, al quarto capitolo della saga.
Diablo IV, uscito il 6 Giugno 2023, è il gioco che tutti aspettavamo. Dopo il successo di Diablo II e della sua espansione, infatti, il terzo capitolo e Immortal erano stati accolti tiepidamente da fan e critica, sia per l’effetto di rottura rispetto alle ambientazioni dei vecchi capitoli che per alcune scelte compiute dagli sviluppatori e non condivise dalla community, in primis la presenza di un sistema di compravendita di oggetti di gioco con soldi reali che per il modo di aumentare la potenza del personaggio in Immortal che spinge, anche lì, all’utilizzo alla valuta reale, rendendo il titolo un “pay to win”, paghi per vincere.
Diablo IV rappresenta invece un ritorno al sistema di gioco e di avanzamento del secondo capitolo, il più amato dai fan, ma implementando comunque le modifiche al gameplay introdotte dal terzo gioco e giudicate ottimamente da giocatori e sviluppatori.
Dal punto di vista tecnico una delle note positive è sicuramente la possibilità, per quei sistemi non in grado di riprodurre la grafica del gioco al massimo delle sue potenzialità, di installare il gioco in una versione che non comprenda i pacchetti di dati più esosi, permettendo quindi di occupare meno spazio sulla memoria fisica. Una ottimizzazione, resa possibile da anni di sviluppo e test tecnici, che ha permesso al gioco di essere fruibile su sistemi di gioco diversissimi tra loro e di poter così raggiungere una vasta platea di giocatori, non solo per PC ma anche per varie consolle, utilizzando lo stesso motore di gioco e non rendendo necessario quindi l’uso di conversioni e server di gioco dedicati e/o separati.
Il gameplay, come detto prima, deve molto a Diablo II. Abbiamo a disposizione 5 classi tra cui scegliere, ognuno con i propri punti di forza ma comunque ben bilanciate (Nb: al momento in cui scrivo l’articolo), ognuna dotata di un albero di abilità che permette, man mano, di potenziarle o sbloccarne di nuove, a cui si aggiungono dei poteri unici legati alla classe e, una volta raggiunto il livello massimo, una serie schede aggiuntive di potenziamento totalmente personalizzabili. Questo permette una varietà tra i diversi personaggi, pur appartenendo alla medesima classe, con vari stili di gioco diversi, anche se stanno già apparendo guide sul modo di massimizzare i danni del proprio personaggio per le varie sfide che il gioco pone.
In questi giochi, infatti, la trama e le missioni lasciano ben presto il posto alla sfide poste dall’endgame, cioè tutte quelle attività che il giocatore può compiere una volta raggiunto il proprio massimo livello, e che hanno poi come ricompensa la possibilità di ottenere dei punti specializzazione o un equipaggiamento migliore, per poter così accedere a sfide più impegnative. Una delle attività più richieste dai giocatori è quella pvp o gvg, in cui possiamo affrontare altre persone, e Blizzard ha quindi creato delle zone in cui questo è possibile, dandoci l’opportunità di combattere e sottrarre del materiale speciale delle zone, grazie al quale poi comprare equipaggiamento o oggetti estetici per i nostri avatar virtuali.
Per quanto riguarda l’endgame in cooperativa e contro i mostri, ci sono diverse sfide che permettono di affrontare delle missioni assegnate da un personaggio non giocante speciale e che, raggiunto un certo punteggio, di ottenere diverse ricompense, chiaro aggiornamento del sistema delle taglie già presente in Diablo III, affrontare dei dungeon man mano più impegnativi, o affrontare una serie di boss od eventi mondiali, per cui verrà richiesta la collaborazione di più giocatori.
Una delle più grandi differenze rispetto ai primi capitoli della serie è sicuramente il mondo di gioco, non più composto da micro o macro aree collegate da sistemi di trasporto, ma formato da una immensa mappa quasi interamente esplorabile, ponendo così Diablo IV nella categoria degli Open World, una novità già introdotta e testata con successo dagli sviluppatori con Immortal. Un’altra novità, anch’essa proveniente dal suddetto capitolo, è il fatto che il mondo di gioco è condiviso tra più giocatori, con la possibilità di intrecciare la nostra strada con loro nelle zone all’aperto o competere nelle zone pvp di cui abbiamo parlato prima. Un modo diverso per “incontrare” altri giocatori e collaborare con loro, per poi eventualmente formare gruppi o clan stabili per poter così affrontare sfide più impegnative.
Come ultimo punto di questa recensione ho voluto lasciare la trama ed i personaggi.
La storia che ci viene raccontata, e di cui non farò spoiler, si collega direttamente agli eventi incontrati nei precedenti capitoli, ma allo stesso tempo se ne discosta. La minaccia che ci troveremo ad affrontare, e che vediamo già nel filmato di introduzione al gioco, affonda le proprie radici nella creazione di Sanctuarium, e ci porta nel mondo di gioco venutosi a creare in seguito alle minacce e scontri affrontati dai nostri personaggi negli altri giochi della serie, ma a differenza degli altri capitoli saranno pochi i riferimenti a quegli eventi. Certo, incontreremo facce note o potremmo riconoscere questo o quel nome, ma con Diablo IV si ha la netta sensazione di un nuovo inizio, come se avessero voluto dar via ad un nuovo ciclo narrativo.
Questo ha sicuramente permesso agli sviluppatori e sceneggiatori di muoversi in libertà con la trama del gioco, che seppur in alcuni punti possa risultare un attimo confusa (anche a causa di un adattamento italiano non sempre di buon livello), si riprende subito e ci conduce abbastanza linearmente alla conclusione, che nel pieno stile di Diablo ci dà un finale ma lascia aperta la strada ad eventuali espansioni o seguiti. Una bella trama comunque, ma senza particolari colpi di scena se già si è giocato ai capitoli precedenti, anche se potrebbero stupire i nuovi giocatori. Anche le storie delle missioni secondarie restano di buon livello, con alcune scritte particolarmente bene ed in grado di colpire e suscitare emozioni, e che ci permettono di approfondire la storia del mondo o dei personaggi che si incontrano lungo il cammino, compresi quelli che ci accompagnano nelle nostre avventure. Compagni che, altrimenti, restano abbastanza anonimi nel modo in cui vengono presentati durante la storia principale e di cui viene a mancare una vera crescita psicologica, con scelte di comportamento che potrebbero risultare, se non si sono approfonditi parlandoci e conoscendo le loro motivazioni, abbastanza inverosimili.
Diablo IV, tirando le somme, è un gioco di cui consiglio l’acquisto e di cui, una volta installato, consiglio il giocarlo approfonditamente. È sicuramente un ottimo ritorno ai fasti della saga, ed un ottimo contendente al trono di Diablo II, e da cui mi aspetto grandi cose.
Dario Medaglia
Nb: Tra pochi giorni (rispetto al momento in cui scrivo) verrà introdotta la prima stagione. Le stagioni, un contenuto introdotto in Diablo III, permettono di rigiocare un personaggio dal livello base, senza la maggior parte dei bonus e potenziamenti che si accumulano durante il gioco normale e condiviso tra i vari personaggi del nostro account, e ponendo il giocatore davanti a nuove sfide e meccaniche, andando ad inserirsi comunque nel discorso delle sfide dell’endgame. Inoltre, la stagione inserirà nuove missioni e personaggi, che probabilmente porteranno avanti la storia. Considerando un periodo di assestamento di qualche stagione, probabilmente tra un anno farò uscire un aggiornamento di questo articolo. Fino ad allora, buon gioco a tutti!