Le forze che dal caos del primo Medioevo, che portarono alla complessità che culminò nell’anno Mille, hanno completamente trasformato l’Europa. L’antica sapienza muratoria che, nel primo Medioevo, appariva dimenticata e relegata a pochissimi elementi con conoscenze spesso tramandate di padre in figlio, diventa seme che da origine a cantieri, cattedrali, monasteri, pievi e città. Lo spazio antropico della comunità che si stringeva attorno alla chiesa, al palazzo del popolo, agli orti e frutteti recintati, si estende consistentemente nelle campagne dell’età dei comuni, come narra splendidamente la poesia pittorica dei Lorenzetti, di Giotto di Bondone, di Simone Martini, sullo sfondo agreste di una campagna in profonda trasformazione grazie alle nuove tecniche di coltivazione ed allevamento. E se nel nord dell’Europa fiorisce l’architettura slanciata e “fantascientifica” che pare essere lo sposalizio tra la tradizione europea e la conoscenza della matematica mediorientale veicolata dai cavalieri templari e ospitalieri, nell’Europa mediterranea e subalpina la pittura, la scultura e tutte le arti decorative raggiungono livelli ancora oggi, per molti versi, ineguagliate. È il periodo chiamato gotico, sul quale la mia trattazione dovrà essere, volutamente, assai complessa ed approfondita.

Alcuni fanno risalire il termine “gotico” ai Goti, cioè a quel tipo di arte che si faceva al di là delle Alpi, quindi nelle terre dell’antico popolo germanico, presso le terre della Magna (Ger-Magna). In questa accezione il termine pare sia stato utilizzato per la prima volta dal celeberrimo pittore e trattatista Giorgio Vasari nel XVI secolo.

Un’altra ipotesi farebbe invece derivare il termine “gotico” da Artgoth o Argot e cioè dall’uso in cantiere e nella progettazione di un gergo conosciuto solo da chi praticava quei mestieri; da un lato quindi impiegato per criptare il messaggio, dall’altro per rafforzare il senso di appartenenza del gruppo di costruttori.

Per tutto il perdurare del Rinascimento il termine “gotico” assume quasi carattere negativo, è l’opus francigenum o la maniera di costruire alla tedesca, come si nota nella Venezia cinquecentesca. Verso la metà del Settecento, tuttavia, se ne perde prima in Inghilterra e in Germania, la connotazione negativa con la sua rivalutazione che si tradusse in un vero e proprio revival chiamato Neogotico in Italia e, appunto Gothic revival nei paesi anglosassoni. Diventa in seguito una corrente artistica ed architettonica destinata ad attecchire con stili differenti in tutta Europa.

Poiché tutte le vicende del mondo, le trasformazioni storiche e culturali non sono eventi isolati ma si inseguono nel mare temporale degli eventi, anche nella disquisizione sull’arte gotica dobbiamo necessariamente distinguere il contesto storico e territoriale nel quale si svilupparono le formidabili opere che andiamo ad illustrare.

Viollet-le-Duc - Struttura di una volta a crociera gotica

Viollet-le-Duc – Struttura di una volta a crociera gotica

Il gotico inteso come stile architettonico slanciato e caratterizzato dagli archi ad ogiva, dai pinnacoli e dalle ampie vetrate, illustre per fiabe e romanzi cui fa sfondo la cattedrale immersa nella dolce notte di luna piena, si è sviluppato maggiormente nel Nord dell’Europa, in particolare dall’Ile de France verso la Germania e l’Inghilterra.

Nel mondo mediterraneo ed in particolare nell’incredibile area che chiamiamo adesso Italia l’arte gotica si manifesta nella stupefacente ed unica commistione di stili delle arti tutte, non ultima la pittura.

L’innovazione geniale dell’architettura gotica francese le cui soluzioni adottate furono di una modernità sorprendente, fu quella di permettere l’alleggerimento dalla necessità di utilizzare i muri perimetrali come portanti, in virtù dell’invenzione dell’arco a sesto acuto (o a ogiva), dei contrafforti e della volta a crociera, permettendo così di veicolare il peso dell’edificio verso l’alto. Questa tecnologia costruttiva permise quindi di inserire le meravigliose vetrate policrome in luogo dei muri perimetrali.

Secondo l’interessante approfondimento sul medioevo del mio amatissimo professore di storia dell’arte in Accademia, Raffaele De Grada, l’impareggiabile sviluppo della pittura in Italia nasce proprio dal problema di rappresentazione delle scene d’arte sacra raffigurata direttamente in affresco, in luogo delle ampie e policrome vetrate gotiche.

Saint Denis

La prima cattedrale gotica che la storia dell’arte contemporanea annovera come tale è la Basilica di Saint Denis, e viene edificata su una prima basilica gallo-romana del V sec. d.C. poi rimaneggiata e modificata dal VII sec. d. C. fino al periodo carolingio e completata nel primo stile gotico a ridosso del 1270.

Si narra che il celeberrimo abate Suger o Solgesius che ne diresse la fabbricazione, chiedesse direttamente “a Nostro Signore” il legname per i ponteggi tanta era la complessità nel procedere alla costruzione della cattedrale.

Il primo gotico si sviluppa quasi contemporaneamente con la Cattedrale di Sens (iniziata nel 1135) e con la celeberrima Notre-Dame di Parigi (1250).

Dal secolo XIII la Francia del Nord diventa teatro di cantieri di incommensurabile complessità e bellezza con l’edificazione delle cattedrali di Noyon (1245), Chartres (1194) ed tante altre ancora a formare una lunghissima lista.

Una lettura alternativa riconduce lo spirito della fabbricazione delle cattedrali alla necessità spirituale di conservare l’importante area energetica dell’Ile de France consacrata al segno zodiacale della Vergine, che astrologicamente ed astronomicamente è proprio legato al momento dell’anno dove si raccoglie e si conserva il raccolto dell’anno. Le molte cattedrali dedicate a Notre-Dame quindi avrebbero, secondo questa interpretazione mistica, una duplice consacrazione: alla Vergine madre del Cristo ed alla Vergine astrologica.

Sainte-Chapelle sulla Île de la Cité, Parigi

E forse è proprio questo lo spirito con il quale i progettisti gotici condussero la costruzione delle cattedrali: con la direzione intima mistica e contemporaneamente estremamente pratica della fabbricazione di un luogo consacrato allo spirito, un luogo dove si sente la necessità di elevarsi, qualunque cosa questo concetto trasmetta alle persone, un luogo dove essere inondati della luce della Creazione, come nella superba Sainte-Chapelle sulla Île de la Cité a Parigi.

Mi auguro che anche questo mio primo contributo sull’arte gotica, a cui ne seguirà un secondo come fatto per il romanico, possa trasmettere l’idea di un Medioevo che ancora una volta appaia distante all’idea di epoca buia e retrograda che, nostro malgrado, l’immagine convenzionale contemporanea spesso ancora traccia.

Giovanni Antonio Bassoli

Per approfondire:

GRODECKI LOUIS, Architettura gotica, Electa, Milano 1976.

CHASTEL ANDRÈ, Arte medievale, Viella, 1983.

ROVERSI MONACO ANTONELLA, I segreti delle cattedrali, De Vecchi 2004.

VIOLLET-LE-DUC EUGÈNE, L’architettura ragionata. Estratti dal dizionario, Jaca Book, Milano 1982.

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Written by : Redazione

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