Il tema dell’amore vissuto all’interno di un ambiente nobile risalta anche nei componimenti letterari nella Francia nel Nord, scritti in lingua d’oil (lingua all’origine del moderno francese), in cui i protagonisti non sono i poeti, ma i cavalieri. Il termine cavaliere identifica un guerriero a cavallo di cui un sovrano o un signore aveva riconosciuto il titolo.
I testi epici cavallereschi medievali raccontano leggende popolari nate intorno ad alcuni eroi nazionali, che rappresentano i valori e la cultura del popolo che li ha prodotti. L’argomento di questi componimenti sono le imprese eroiche dei cavalieri “senza macchia e senza paura”, animati da virtù come il coraggio e la fedeltà. Nei romanzi cavallereschi entrano in gioco anche temi come l’amore (dei cavalieri verso le dame) e la magia, sopratutto nel ciclo bretone.
Il ciclo bretone è un insieme di opere che hanno come argomento le imprese di re Artù, sovrano di Camelot, e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Gli autori di queste storie sono numerosi, tra cui Chrètien de Troyes (1135-1190 ca.) indicato come uno dei più importanti poeti medievali. Le storie di questo ciclo più che poemi sono romanzi cortesi composti inizialmente in versi e in seguito in prosa. Il termine “romanzo” (dal latino romanice loqui, cioè “parlare come i Romani”) si riferisce proprio all’uso dell’antica lingua d’oil. L’aggettivo cortese si riferisce all’ambiente colto della corte, in cui vivono i cavalieri. L’intreccio di queste storie è abbastanza complicato, che di fatto le rende più adatte alla lettura di svago per i principi e le dame della corte.
Oltre a illustrare i valori massimi di un perfetto cavaliere, nel ciclo bretone il tema più importante è quello dell’amore del cavaliere per la propria donna (un argomento quasi assente nelle storie del ciclo carolingio, un altro ramo dei poemi cavallereschi medievali). Questo sentimento segue le regole dell’amor cortese: il cavaliere si mette a disposizione e al servizio della donna e le sue imprese sono compiute per difenderla e accrescerne l’onore. Si tratta di un sentimento assoluto, paragonabile al rapporto di fedeltà fra il vassallo e il suo re: i cavalieri sono disposti a morire per la donna amata, e, se necessario, a tradire il giuramento di fedeltà al loro re.
Martina Michelangeli x Medievaleggiando