Cari amici medievaleggianti, ci siamo fatti desiderare ma eccoci di nuovo qui con la nostra rubrica dedicata al “Medioevo Disney”. Dopo Biancaneve e i sette nani (1937), oggi è il momento di parlare di un altro classico Disney che ha contribuito a costruire il nostro immaginario sul Medioevo: La bella addormentata nel bosco del 1959.
Forse i più giovani conosceranno la storia per i due live-action usciti rispettivamente nel 2014 e nel 2019, Maleficent – Il segreto della bella addormentata e Maleficent – Signora del male, che hanno rivisitato il lungometraggio animato del ‘59. Ma, se è vero che queste due trasposizioni hanno aiutato a rendere più godibile la fiaba per il pubblico odierno, è La bella addormentata nel bosco ad essere ancora oggi un vero gioiellino medievaleggiante di casa Disney.
La bella addormentata narra la storia di Aurora, la cui vita è condizionata dalla maledizione lanciata della perfida Malefica durante il suo battesimo: la principessa sarà condannata ad un lungo sonno senza risveglio, dopo essersi punta con l’arcolaio, al compimento dei suoi 16 anni. In questa storia, che prende spunto da una fiaba ben più cruenta riportata da Charles Perrault, ci sono davvero tanti spunti interessanti.
Innanzitutto il Medioevo europeo si respira quasi in ogni fotogramma. Per i titoli di testa e di coda è stato scelto un lettering medievaleggiante utilizzando il font Old English Text MT, così come nella scena iniziale troviamo un libro che ricalca volutamente un codice miniato.
Partecipano alla creazione dell’aria medievale di fondo anche i castelli. Da una parte abbiamo il castello di Re Stefano che è bello, luminoso e sfarzoso, degno di una stirpe reale. Diametralmente opposto è invece il castello di Malefica, decadente, oscuro, arroccato sulla montagna proibita, perfetto per essere la roccaforte della “Signora di ogni male”. In quest’opera Disney è evidente come le ambientazioni rispecchino lo status dei personaggi e servano per delineare con accuratezza i confini tra il bene e il male.
Nulla è lasciato al caso e ogni dettaglio che notiamo sullo schermo è disegnato e studiato per riportarci al Medioevo del c’era una volta. Un “tempo” in cui sono assenti precise coordinate geografiche, ma che è pieno di elementi magici, buoni o malvagi che siano. E in questa atmosfera fantastica si verifica un caso più unico che raro: il film si colloca temporalmente all’interno della storia. Filippo con una battuta fa presente al padre che ormai sono nel XIV secolo!
Le contestualizzazioni e i rimandi espliciti al Medioevo sono molti e spaziano dall’architettura alla paesaggistica, dai personaggi al vestiario. Eyvind Earle, responsabile capo dell’animazione per questo progetto, ha infatti preso ispirazione per la realizzazione del vestiario, degli ambienti e dei paesaggi dal codice miniato Très Riches Heurs du Duc de Berry del 1412 – 1416 circa, realizzando così un vero capolavoro estetico.
Uno dei più rimandi più eclatanti però, oltre alla battuta di Filippo al padre, lo troviamo nello scontro tra il principe e Malefica, per l’occasione trasformatasi in drago. Mentre combatte, lui brandisce la magica spada della verità e lo scudo di virtù. Lo scudo, ornato con una croce, e lo svolgimento del conflitto tra i due protagonisti sono un chiaro riferimento alla battaglia di San Giorgio contro il drago.
A questo punto diventa innegabile che La Bella Addormentata nel Bosco sia un vero gioiello dell’animazione sotto diversi punti di vista. Dall’estetica ai rimandi letterari, è un film da vedere assolutamente, sia per gli amanti del Medioevo che delle fiabe.
Martina Corona
Per approfondire:
DAVIS AMY M., Good Girls and Wicked Witches: Women in Disney’s Feature Animation, John Libbey Publishing Ltd, 2011.
PUGH TISON, ARONSTEIN SUSAN, The Disney Middle Ages. A Fairy-Tale and Fantasy Past, Palgrave Macmillan, New York, 2012
SANFILIPPO MATTEO, Il Medioevo secondo Walt Disney, Roma, Castelvecchi Editore, 1998