21 dicembre 1937. E’ sera, l’atmosfera è carica di tensione. Negli ultimi mesi le testate americane sono state impietose. “La Follia di Disney”, è così che veniva vista la lavorazione del primo lungometraggio animato della storia “Biancaneve e i sette nani”.

Una follia, perché nessuno avrebbe pagato per vedere al cinema un cartone animato.

L’attesa, nelle ultime settimane, è stata snervante.  Disney rischia nuovamente la bancarotta. “It’s all or nothing” direbbero gli inglesi. 

La sera della prima assoluta arriva. Tutto lo star system di Hollywood è presente. Il sipario si alza, inizia la proiezione. Disney e tutti i collaboratori che hanno lavorato al film attendono il verdetto con il cuore in gola. Si sono giocati tutto. Gli 87 minuti più lunghi della storia.

Finalmente sullo schermo si legge “The End”, il sipario si abbassa. Tutto il pubblico si alza in piedi, la maggior parte è commossa, più di dieci minuti di applausi attendono il genio dell’animazione. Disney ha vinto la scommessa. Biancaneve e i sette nani diventa il film più visto di tutti i tempi. Da quella sera, il mondo del cinema non sarà più lo stesso.

Mi ha sempre commosso leggere tutti i retroscena di questo lungometraggio in particolare. A chi lo guarda nel 2022 apparirà fin troppo chiaro che è un film “vecchio”, non al passo con i tempi per storia e narrazione. Eppure all’epoca fu una vera rivoluzione. Un nuovo modo di comunicare non solo per il cinema in generale, ma anche per quello che riguarda il Medioevo cinematografico. Tutto questo, poi, culminò con la nascita del “Medioevo Disney”.  

La storia di Biancaneve, ispirata alla fiaba raccolta dai fratelli Grimm e prima principessa Disney, possiamo dire che la conosciamo tutti.

Nonostante le molte critiche ricevute nel corso degli anni per la storia basilare e la caratterizzazione dei personaggi, trovo che Biancaneve – considerando che è uscito quasi cento anni fa – sia un vero capolavoro della cinematografia. Per quanto concerne il Medioevo, inoltre, è pieno di spunti che non sfuggono all’occhio dei più attenti.

Come non menzionare, per esempio, il manoscritto in apertura che ricorda i cari codici miniati medievali anche grazie alla scelta del carattere gotico. Una chicca, poi, è costituita dall’incipit che ci riporta subito al mondo delle fiabe che, come sappiamo, noi associamo immediatamente all’Età di Mezzo.


C’era una volta una deliziosa principessina chiamata Biancaneve. La sua vanitosa e perfida matrigna, la Regina, temeva che un giorno la bellezza di Biancaneve potesse offuscare la sua. Perciò vestì di stracci la Principessina e la costrinse ai servizi più umili. Ogni giorno la vanitosa regina consultava il suo specchio magico: «Specchio, servo delle mie brame: Chi è la più bella del reame?» e sinché lo specchio rispose “Tu sei la più bella”, la gelosia crudele della Regina risparmiò Biancaneve.

Sempre rimanendo in tema testi, non possiamo non notare quelli di magia nera utilizzati dalla regina Grimilde che, ricordiamolo, durante la storia si trasforma in strega, altro elemento tipico medievale e fiabesco. Sempre alla regina è legato un altro elemento importante: la fonte da cui hanno preso ispirazione.

Grimilde, infatti, ricalca quasi fedelmente il ritratto di  Uta di Ballenstedt, marchesa di Messein e sposa di Eccardo II, la cui fama è legata alla statua situata nella cattedrale di Naumburg che la ritrae in tutto il suo splendore. 

Immancabile, poi, l’elemento del castello. Anche in questo caso il caro Walt si è lasciato ispirare dal Vecchio Continente, precisamente dal castello di Neuschwanstein e dell’Alcázar di Segovia, fortezza risalente all’XI -XII secolo, nella regione di Castiglia e León in Spagna, che fu ampliata poi nel Quattrocento.

Per quanto riguarda l’elemento paesaggistico, non possiamo non menzionare il bosco, che ricalca in pieno l’immaginario medievale e quello medievalistico. Non si può non notare, infatti, la sua partecipazione attiva agli stati d’animo di Biancaneve e alle vicende della trama. (Dell’elemento chiave del bosco parleremo anche in un altro articolo, in relazione ad un altro film: La bella addormentata nel bosco). 

Molti sono gli spunti, come abbiamo visto, che rendono Biancaneve e i sette nani un piccolo gioiellino “medievale” e, a ragione, il primo film ascrivibile al “Medioevo Disney”. Un lungometraggio, in definitiva, che – a prescindere dai richiami medievaleggianti – resta una pietra miliare dell’animazione e della storia del cinema.

 

Martina Corona

 

Per approfondire

Robin Allan, Walt Disney and Europe, John Libbey & Company, London, 1999

Mindy Johnson, Ink&Paint. The Women of Walt Disney’s Animation, Disney Editions, California, 2017

Tison Pugh, Susan Aronstein, The Disney Middle Ages, Palgrave Macmillan, New York, 2012

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Written by : Redazione

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