Danimarca, 1363. Margherita ha appena dieci anni quando viene data in sposa a re Håkon VI di Norvegia. Accompagnata e accudita da Kerstin, la sua enigmatica ancella, deve lasciarsi alle spalle la sua bellissima terra natale, l’amato padre, il re Valdemaro IV, e il dolore per la morte improvvisa del fratello Cristoforo. Un unico compito la attende: dare un erede al trono, così da consolidare l’alleanza tra i due regni. Ma quando, nel giro di pochi anni, perde sia il padre sia il marito, Margherita si ritrova da sola a difendere i diritti del suo piccolo Oluf, legittimo erede del grande Nord. Muovendosi in un mondo dove il potere è sempre stato prerogativa degli uomini, la regina lotta contro l’ostilità della corte, le dicerie, le sobillazioni e le continue minacce di guerra per affermare il suo disegno: i regni di Scandinavia devono unirsi sotto un unico sovrano, e quel sovrano dev’essere lei. In questo bestseller, che ha già ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, la scrittrice e poetessa Anne Lise Marstrand-Jørgensen ci restituisce il ritratto di una donna risoluta e vulnerabile insieme, divisa tra le proprie ambizioni e i giochi di potere, combattuta tra la fede e le antiche leggende pagane, tra il dovere della ragione e il misterioso richiamo della natura. Dotata di acume e tenacia, Margherita sfiderà le convenzioni e saprà piegare i pregiudizi a proprio favore, diventando una delle figure più visionarie e lungimiranti della sua epoca.
Anne Lise Marstrand-Jørgensen, scrittrice e poetessa, è nata in Danimarca nel 1971. Laureata in lettere ed appassionata di storia e mitologia nordica, ha deciso da alcuni anni di dedicarsi al genere del romanzo storico, regalando ai lettori danesi e poi del mondo una versione romanzata delle vite di donne che, nella storia e nel mito, hanno contribuito allo sviluppo della società del loro tempo e, probabilmente, anche di quella delle generazioni successive.
Molto conosciuta ed apprezzata, tanto da meritarsi il premio letterario assegnato ogni anno dal giornale danese Weekendavisen, è sicuramente la biografia narrativa della monaca Ildegarda di Bingen, dottoressa e compositrice, composta da due volumi ed edita in Italia, come le altre opere di Marstrand-Jørgensen, dalla casa editrice Sonzogno. Tra le altre protagoniste dei suoi romanzi abbiamo anche Machedà, la Regina di Saba nominata nella Bibbia, nel Corano e nel Kebra Nagast, e Margherita I di Danimarca.
E proprio a quest’ultima è dedicato il romanzo di cui parleremo oggi.
In La regina del Nord ci viene presentata, fin dalle prime pagine, una Margherita ancora bambina ma già regina. È vivace, intelligente, sicura di sé, ma anche inquieta e turbolenta. Allevata, alcuni direbbero addestrata, fin dalla culla per il ruolo di sposa bambina e pegno per formare alleanze politiche, la piccola regina riesce nonostante tutto ad avere una sorta di infanzia felice, circondata da membri della corte del padre e da alcuni famigliari. Tra i primi spicca sicuramente Maria, la sua ancella, che non essendo legata dal rigido protocollo di corte assume quasi le sembianze di una sorella, di una amica, per la giovane. Tra i famigliari, invece, spuntano le figure della sorella Ingeborg e del fratello Cristoforo: la prima, quindicenne ed anch’essa già moglie del duca di Meclemburgo, più smaliziata ed avvezza alla vita di consorte, è quasi un presagio di quella che sarà la vita di Margherita; il secondo, a cui è legata da un affetto sincero, ma sul quale, già dalla prime pagine. possiamo percepire incombere un triste destino.
Cristoforo, reduce da una caduta da cavallo durante un torneo, soffre di continui mal di testa, problemi a dormire ed altri disturbi. Una commozione cerebrale, che porterà il giovane, figlio di Valdemaro IV di Danimarca e di Helvig di Schleswig ed erede al trono, alla morte. Una morte regale, che porterà dolore alla famiglia ed al regno, ma anche instabilità politica, essendo Cristoforo l’unico maschio e possibile erede del regno. Ma per Margherita sarà il primo, vero, incontro con la morte, la perdita di una persona cara che caratterizzerà il resto della sua vita.
Sicuramente uno dei pregi di Marstrand-Jørgensen come scrittrice è quello di immergere il lettore nella vicenda e dargli tutte le informazioni di cui ha bisogno per continuare la lettura. Anche se non si conosce la storia della Dania (l’attuale Danimarca) e degli altri regni baltici, ci si riesce ad immergere nelle vicende dei personaggi e nell’ambientazione. La storia di Cristoforo ne è un chiaro esempio: fino al momento della sua morte, l’autrice non fa sentire il bisogno di approfondire il personaggio storico, in quanto tutte le informazioni, storiografiche e non, necessarie allo svolgersi della vicenda vengono fornite all’interno del romanzo stesso. È solo alla fine del capitolo, dopo essersi presi un attimo per ripensare alla vicenda di cui si è letto fino a quel momento, che nasce la voglia di approfondire il personaggio su cui si è basato quello letterario. Ma allo stesso tempo si ha timore di leggere, anche solo per sbaglio, cosa accadrà storicamente agli altri personaggi per paura di avere anticipazioni sulla vicenda.
Ma anche chi già conosce gli eventi raccontati all’interno del volume, magari per averli studiati o aver letto qualche altro romanzo su quel periodo, si ritroverà a seguire la vicenda con il fiato sospeso. Questo non solo grazie all’ottimo stile di scrittura dell’autrice e, non dobbiamo dimenticarlo, anche della curatrice dell’edizione italiana, Clara Victoria LaCour, ma anche all’introduzione di due elementi fantastici all’interno della narrazione.
L’opera, oltre a romanzare la vita di Margherita e della sua corte, racconta degli intrighi e tradimenti all’interno di essa. La regina, passati gli anni, non più bambina, si ritroverà ben presto al centro delle lotte di potere per i troni dei maggiori regni della Scandinavia, di cui il figlio Oluf è erede. Uno scontro che la vedrà lottare contro il proprio sangue. Preziosa alleata della regina sarà una delle sue ancelle, Kerstin, all’inizio presentaci solo come una dama di compagnia in possesso di conoscenze sui territori dove Margherita si sarebbe trasferita per vivere con il marito Håkon VI. Kerstin, però, si rivelerà ben più di una semplice ancella, dotata di qualità utili per la regina, ma tormentata da alcuni segreti che potrebbero tornare a colpirla dal passato.
Un altro elemento fantastico all’interno della narrazione sono gli elfi.
Non aspettatevi naturalmente un’incursione degli elfi di Tolkien, o un’apparizione della corte di Re Oberon e della Regina Titania, siamo pur sempre in un romanzo storico.
Gli elfi che incontreremo nel romanzo sono quelli che Margherita, fin da piccola, ha imparato a conoscere dai libri, dai racconti, nei suoi sogni. Esseri che lei è convinta esistano attorno a lei, e che siano in grado di influire sugli eventi (come la morte di Cristoforo) e che in un qualche modo la perseguitino, tanto da minare anche la sua fede in Cristo.
Ed è proprio questa ambivalenza tra il sacro ed il pagano, tra il dio cristiano e le creature del bosco, fate e spiriti maligni, uno dei temi più forti ed appassionati all’interno del romanzo. Marstrand-Jørgensen trasmette l’immagine di una Margherita I continuamente in lotta con le proprie passioni ed idee, perfettamente rese con i suoi monologhi in cui si scontrano le sue due anime, quella di regina di regni cristiani in lotta per il potere e quella di una giovane, una bambina vivace ed intelligente, colma di sogni e fantasie, un’infanzia a cui è stata strappata dalla responsabilità politiche in cui si è trovata immersa.
Un romanzo che consiglio sicuramente di leggere non solo agli amanti del genere del romanzo storico ed a coloro che, seppur conoscendo già le vicende qui narrate, vogliono immergersi in quel periodo storico, ma anche a coloro che amano le storie ricche di intrighi e colpi di scena.
Dario Medaglia