La condizione del mondo femminile mi ha sempre affascinata e, grazie a questo articolo, ho avuto la possibilità di approfondire il ruolo della donna nel mondo islamico, argomento che non ho avuto modo di affrontare durante il mio percorso universitario.
Partendo dalle fonti islamiche di cui disponiamo, esse registrano una presenza di donne nell’Islam medievale, tuttavia, tale presenza era raccontata con un occhio maschile e per avere delle fonti scritte da donne per le donne bisognerà aspettare il XIX secolo.
Ciò che sappiamo dalle fonti medievali è che le donne erano, secondo il Corano, soggetto giuridico e che, di conseguenza, potevano avere dei beni, ereditare e svolgere attività economiche. Erano mondi separati e diversi, il mondo femminile governava il privato, mentre quello maschile dirigeva la sfera pubblica. Si incontravano nell’area della sessualità, tramite l’istituzione del matrimonio. Questa condizione di estraneità tra i due mondi era sottolineata anche nei testi giuridici, ma come sappiamo molto spesso è presente una differenza tra ciò che veniva stabilito dalle leggi e ciò che realmente accadeva. E il mondo islamico, in questo senso, non rappresenta un’eccezione. Una più effettiva divisione vigeva nella casa, dove esistevano degli spazi separati e venivano programmati anche eventuali incontri tra uomo e donna.
Le leggi coraniche stabiliscono, inoltre, una gerarchia tra i due mondi : l’uomo era superiore alla donna. Le donne potevano effettivamente lavorare ma la superiorità degli uomini permetteva che queste fossero mantenute. La sottomissione femminile trova il suo esempio più evidente nel diritto dell’uomo di sposare legittimamente quattro donne e poter avere un numero illimitato di concubine. Il matrimonio viene concordato contrattualmente dallo sposo e dal tutore o padre della sposa. Era necessario, tuttavia, il consenso della donna che risultava implicito se quest’ultima era vergine, esplicito in caso contrario.
Fondamentale per capire e conoscere il mondo femminile e le loro attività è sapere la classe sociale di appartenenza. Infatti le donne ricche e di classe sociale alta potevano accedere all’educazione e, di conseguenza, potevano riversare la loro istruzione nell’ambito domestico. Ovviamente l’istruzione avveniva in famiglia, dove il padre era solitamente il maestro. Erano le donne ricche ad uscire meno dalla loro casa e l’unica occasione pubblica alla quale potevano partecipare era il pellegrinaggio. Generalmente l’azione delle donne aveva a che fare con la sfera privata, per esempio l’azione politica delle donne di corte avveniva nelle case. Queste donne potevano, una volta divenute vedove, prendere in mano l’eredità lasciatagli dal marito. Al contrario, le donne povere e appartenenti a una classe sociale inferiore erano costrette a lavorare e si recavano al mercato, luogo pubblico per eccellenza. Se si annullava la separazione tra i due mondi era per motivi strettamente economici.
Il lavoro in casa non rappresentava, per una donna islamica, un’occupazione giornaliera e anche la cura dei figli non era la prevalente. Infatti, i figli maschi passavano in breve tempo sotto la tutela, anche fisica, del padre, mentre le figlie femmine rimanevano sotto la tutela materna fino a che non avveniva il matrimonio, solitamente precoce.
Anche oggi, ciò che accomuna tutte le donne è l’arrivo del ciclo mestruale in alcuni giorni del mese. Anche nel Medioevo quindi, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza e dal contesto, tutte le donne avevano il ciclo mestruale e questo era segno di impurità. Quando il ciclo finiva era necessario un rito di purificazione. Qui ritorna la differenza di ceto: le donne ricche avevano la possibilità di purificarsi in casa, nei propri bagni, mentre le altre dovevano servirsi dei bagni pubblici.
Ed eccoci a parlare, in ultimo, della questione dell’abbigliamento femminile, connotato dal velo, quindi dalla tradizione di coprirsi il capo e in alcuni casi il viso. Il velo era una tradizione e abitudine soprattutto cittadina.
Le donne islamiche l’avevano accolta dalle matrone bizantine quando erano arrivate in Siria, a seguito dei primi conquistatori musulmani. Come tutte le mode, era stata subito copiata dalle donne di tutte le classi sociali.
Eleonora Morante
PER APPROFONDIRE:
Biancamaria Scarcia Amoretti, Un altro Medioevo. Il quotidiano nell’Islam, 2001
Leonardo Capezzone, Medioevo arabo. Una storia dell’Islam medievale (VII-XV secolo), 2016.