Quando parliamo di Irlanda la nostra mente si riempie di alcune immagini come i caratteristici scorci di Dublino, l’indistinguibile logo della Guinnes e il Sant Patricks Day, che si celebra il 17 marzo. La ricorrenza è caratterizzata da numerose sfilate nella capitale e viene festeggiata anche nei numerosi e caratteristici Irish pub del nostro paese. Dove affondano le radici di questa tradizione? Andiamo a scoprirlo insieme cercando di fare un distinguo tra i miti, la storiografia e le attuali conoscenze storiche dell’Isola. Per quanto concerne l’ambiente e la geologia, l’Irlanda è una pianura paludosa, con appezzamenti terrieri molto sterili nell’area delle Highlands a nord, sud e ovest. Scrivere la storia dell’Irlanda quindi non è semplice in quanto abbiamo a disposizione una numerosa serie di fonti, sia archeologiche che scritte.

Per quanto riguarda le fonti archeologiche sono state trovate numerose strutture come le fortezze ad anello con un diametro tra i 30 ed i 50 metri. La fotografia aerea ne ha scovate ca. 50.000 ma ne sono state scavate una trentina con metodi moderni. Si suppone che potessero ospitare dei nuclei familiari compreso il bestiame. La funzione degli anelli era duplice. Sia tenere il bestiame sotto stretto controllo, che respingere i predoni. Inoltre l’archeologia ha trovato anche i cosiddetti soutterains, dei passaggi sotterranei, pavimentati in pietra con funzione, forse, di magazzino. Queste strutture erano adibite alla conservazione del cibo come i latticini.

Le fonti scritte invece sono di differente natura come le leggi, gli annali, le vite di santi. Di queste ultime ne sono state conservate circa sedici precedenti il IX secolo, come la Vita di San Colomba, di Adammano di Iona, la Vita di Santa Brigida di Cogitotus, e la Vita di San Patrizio del monaco Muirchù. Si sono conservate anche le genealogie di alcune famiglie e le saghe. Queste fonti sono di complessa interpretazione. Infatti siamo di fronte a numerosi rielaborazioni, tramandate da manoscritti databili al XII secolo, ma composte con materiale più antico.

Invece per quanto riguarda gli esordi del cristianesimo nell’Isola, questo penetrò nel V secolo grazie alla missione di Palladio, voluta da Papa Celestino I, come sostiene Prospero d’Aquitania. La seconda missione invece fu avviata da San Patrizio. In passato alcune tesi storiografiche hanno sostenuto che Palladio e Patrizio fossero la stessa persona e, la missione, una sola; tesi ovviamente è stata smentita. Dalla ricostruzione agiografica sappiamo che San Patrizio fosse di origine bretone, romanizzato e nato in una famiglia cristiana. All’età di sedici anni venne catturato dai pirati e sbarcò come prigioniero in Irlanda. Alcuni anni dopo tentò l’evasione e raggiunse nuovamente il continente, recandosi nel celeberrimo monastero di Lerins dove incontrò San Germano di Auxerre. Così San Patrizio decise di tornare in Irlanda per cristianizzarla. Una volta giuntovi fissò la sua sede ad Armagh, da dove iniziò a diffondere il cristianesimo nelle regioni irlandesi dell’Ulster, nel Leinsert e nel Connaught. Si può ipotizzare che San Patrizio operò in Irlanda negli anni che intercorsero tra il 460 ed il 490 d.C. L’organizzazione della Chiesa irlandese ricalcava le strutture della Chiesa continentale.

Nel VI-VII secolo ormai la rete ecclesiastica era bene organizzata, e contava svariati monasteri sparsi in tutta l’Isola. Importante fu l’attenzione posta all’attività scrittoria sia in antico irlandese che in latino, realizzata secondo scritture differenti come la minuscola insulare. L’Irlanda quindi ebbe una notevole attrattiva culturale tanto che Beda il Venerabile, nella sua Historia Ecclesiastica, sostiene che molti inglesi per studiare esegesi biblica si recarono nell’Isola.

Va fatto un accenno alla peregrinatio Scottorum. Siamo di fronte ad un duplice processo tipico del monachesimo irlandese. Da un lato c’era chi rimaneva in patria, ad esercitare la stabilitas loci. Nel secondo caso molti monaci partirono alla volta del continente, fondando monasteri e partecipando all’arricchimento culturale del continente. Il primo fu Colombano che lasciò l’Irlanda nel 590. Dopo un’esperienza in alcuni monasteri della Francia, fondò il monastero di Bobbio nel 615 e lì rimase fino alla morte. Successivamente molti monaci irlandesi erano attivi alla corte di Carlo Magno, come peregrinus Scottus, amico di Alcuino e Cadac detto Andreas. Sotto Ludovico il Pio è presente Dicuil, che ci parla dell’elefante di Carlo Magno. Va ricordato anche Dùngal, vissuto a Sant Fidenis e poi a Pavia, dove fonda una scuola. Infine sotto il regno di Carlo il Calvo ci fu la massima influenza e partecipazione di intellettuali irlandesi nel mondo carolingio. Per quanto riguarda figure di una certa caratura, dobbiamo menzionare Sedulio Scoto e Scoto Eriugena, conoscitori del greco, fatto atipico per l’epoca. Anche la letteratura e la miniatura vissero un periodo florido e vennero realizzate opere come la Navigatio S. Brandani o il Books of Kells

Da un punto di vista geopolitico l’Irlanda del VII secolo risulta organizzata in una serie di potentati locali. Infatti si possono contare circa 150 “regni”, con una giurisdizione ridotta su un dato numero di terre. Nei secoli a venire questa situazione andò comunque in via di definizione e semplificazione, finché le famiglie regnanti divennero sostanzialmente due. La famiglia regnante settentrionale era quella degli Ui Nèill, che vantava la discendenza da un conquistatore semi-mitologico: Niall Noìgiallach; mentre la famiglia meridionale era quella degli Eòganachta. Ogni famiglia regia era divisa in svariati lignaggi indipendenti, che controllavano ognuna un “regno” distinto, tutti uniti dal riconoscimento di una ascendenza comune. Per quanto riguarda le rispettive rivendicazioni politiche, fino al X secolo, nessuna delle due cercò di soverchiare l’altra e i rispettivi domini rimasero indiscussi.

Andrea Feliziani

Consigli di lettura

BHI O CROININ, Irlanda del primo medioevo 400—1200, Longman,1995

CENCETTI GIORGIO, Paleografia Latina, Jouvence, Milano 2014.

GORI FRANCO, Celestinio I, santo – Enciclopedia dei Papi (2000), ad vocem.

LAPIDGE MICHALE, L’Irlanda e gli Irlandesi nell’Alto Medioevo., in L’Irlanda e gli irlandesi nell’alto Medioevo, Spoleto 2009. 

WICKHAM CHIRS, La società nell’Alto Medioevo. Europa e Mediterraneo nei secolo V-VII, Viella, Bologna 2010.

Share This Story, Choose Your Platform!

Written by : Redazione

Iscriviti alla nostra Newsletter

Leave A Comment