La magia affascina tutti e grazie alla scrittrice britannica J.K. Rowling essa è diventata parte, in un certo senso, della nostra quotidianità. Nel panorama della letteratura fantasy quindi ormai quando si parla di magia non si può non fare un paragone col mondo di Harry Potter e all’apparenza il libro di Giulia Besa Streghette! sembrerebbe inserirsi in questo filone dettato dalla Rowling, ma in realtà non è proprio così. L’autrice, nonostante la sua giovane età, non è un’esordiente, anzi conta all’attivo diversi libri e non è nuova al genere fantasy (ricordo il suo romanzo d’esordio Numero sconosciuto, Einaudi 2011), ma con il romanzo Streghette! (Acheron Books 2019) fa un salto di qualità e ci racconta la magia in maniera nuova e complessa, in un modo che non ha niente a che vedere con Harry Potter.

Iniziamo dalla protagonista Sophie Landi, un’adolescente della Roma contemporanea che ha un’innata capacità di costruire visioni alternative della realtà, e per quanto a noi possa sembrare una ragazzina che soffre di allucinazioni in realtà non è così: infatti apprendiamo, grazie al piccolo draghetto Fiammifero, che lei è una strega. Cosa significa essere una strega nel mondo di Giulia Besa? Ebbene liberiamoci di tutti gli stereotipi magici perché essi non hanno a che vedere con le streghe che insegnano e studiano alla scuola di magia della Dame Noire, frequentata dalla protagonista. Innanzitutto sono tutte donne, gli uomini non hanno accesso alla magia, e che donne oserei dire! Lasciamoci alle spalle i ritratti di streghe buone e pronte ad aiutare il prossimo, sono tutte un po’ psicopatiche come non manca di far notare più volte Sophie. Leggendo il romanzo, a tratti mi sembra di avere a che fare con uno dei tanti ritratti fatti dagli inquisitori medievali sulle streghe: donne in combutta col diavolo e che pensano solo al proprio piacere. Tralasciando l’elemento diabolico, non presente almeno in questo primo romanzo, le streghe sono donne egocentriche, libidinose, sadiche e chi più ne più ne metta. La motivazione non ci viene spiegata, ma ipotizzo che questo accada perché la magia di cui si servono le corrompe dall’interno: avere un potere comporta sempre delle conseguenze. La magia è una scienza che richiede precisione proprio perché per sua natura è instabile, infatti è facile che un incantesimo si ritorca contro chi lo lancia. E il modo di fare magie lo trovo molto interessante. Come alcuni “maghi” medievali sostenevano, la parola è un veicolo importante per fare una magia, ma Giulia Besa aggiunge un tocco in più, rigorosamente femminile: gli incantesimi devono essere molto specifici, bisogna avere delle doti da scrittrice per far sì che essi si avverino, vanno scritti su un supporto qualsiasi (attenzione, è meglio evitare di usare il proprio corpo) ma per poter avere effetto la strega in questione lo deve suggellare dando un bacio con le labbra ben impregnate di rossetto al supporto che sta usando. Una cosa che farebbe impallidire un inquisitore che si rispetti!

Altro elemento medievaleggiante che troviamo nel mondo delle “streghette” sono gli animali che accompagnano le streghe, i cosiddetti famigli animali, che ritroviamo anche nella tradizione medievale, che servono le streghe in vario modo. Nel romanzo Streghette! troviamo proprio degli animali che assolvono a questa funzione, ma sono di vario tipo come Fiammifero, il draghetto che accompagna Sophie, o Pavarotti il canarino ubriacone famiglio della compagna di stanza della protagonista, Elodie.

Concludendo, il romanzo Streghette! è il primo di una serie e lascia aperte molte porte. Questo libro forse non sarà un fantasy classico e non sarà ambientato in un Medioevo immaginario, ma appunto perché appartiene al genere del fantastico, genere che per sua natura si deve rinnovare, non posso non consigliarlo a tutti gli appassionati.

 

Abbiamo anche colto l’occasione di intervistare l’autrice del libro e qui di seguito troverete le sue interessanti risposte.

  • Ringrazio Giulia Besa per avermi concesso questa breve intervista sul suo romanzo “Streghette!”. Vorrei iniziare con una domanda “facile”: come è nata l’idea di questo libro? A cosa ti sei ispirata?

L’idea di questo romanzo è nata e si è sviluppata nel corso di diversi anni. Certamente fin da piccola sono stata una lettrice entusiasta della letteratura fantastica, e le scuole di magia mi hanno sempre affascinata, sia nei romanzi occidentali più conosciuti che negli anime giapponesi. Il mio gusto per l’horror e per il meraviglioso ha fatto sì che in “Streghette!” questi elementi fossero predominanti. In più sin da bambina ho sempre trovato le streghe crudeli molto divertenti!

 

  • Quando pensiamo alle streghe la nostra mente, prima di Harry Potter, volava al Medioevo, a quei secoli bui in cui, secondo una concezione comune, venivano perseguitate. Tu, invece, hai deciso di ambientare la tua storia nella nostra contemporaneità e in Italia, come mai questa scelta?

Le streghe del mio romanzo sono loro stesse a definirsi tali in quanto per alcuni comportamenti richiamano la figura tradizionale della strega, ma in realtà non hanno alcun legame con il concetto storico occidentale di strega. Le streghe in “Streghette!” sono creature sovrannaturali le cui motivazioni e il cui modo di agire solo a tratti combaciano con quelli degli esseri umani.

Sono come gli “angeli” di “Evangelion”, o i “demoni” de “Le guide del tramonto” di Clarke: il nome richiama una certa iconografia, ma si tratta di entità molto diverse rispetto alla tradizione.

 

  • Le streghe e le streghette descritte nel tuo romanzo sono donne forti, egoiste, egocentriche e non mancano di manifestare la loro brutalità e superiorità sugli esseri umani, allora ti chiedo come mai hai deciso di presentarle in questo modo, tratteggiandole in “negativo” per far uscire anche i loro lati positivi?

In realtà non è possibile giudicare le mie streghe con un metro umano. I concetti di “positivo” e di “negativo”, di “buono” o “cattivo”, implicano una morale che è estranea al mondo delle streghe, e al loro modo di concepire la realtà. Poi è vero che molte di loro abitano tra gli esseri umani e dunque hanno imparato a imitarne certi comportamenti, e spesso capiscono che le loro azioni possono essere considerate sbagliate, ma rimane una patina esterna rispetto a un nucleo di desideri e di ragionamenti che sono alieni e molto differenti rispetto a quelli di una persona normale.

 

  • Ora passiamo a una domanda che forse non si dovrebbe fare a uno scrittore, qual è il tuo personaggio preferito? In quale ti rispecchi di più?

 

I personaggi mi piacciono tutti. Forse perché li ho scritti io!  Ma se proprio dovessi scegliere, direi che tra i miei preferiti ci sono Sophie, Isabelle e Pavarotti. In quanto al rispecchiarmi… c’è qualche aspetto di me in ognuna delle streghe, ma nessuna è come me.

 

  • Ricordo che “Streghette!” è il primo romanzo di una serie e finisce in maniera a dir poco “sconcertante”, quindi quando uscirà il prossimo volume? Soprattutto troveremo risposta alle tante domande che ci affliggono?

Il prossimo volume lo sto scrivendo proprio ora. Perciò non si dovrà aspettare molto. Riguardo alle risposte: sì, ce ne sarà qualcuna. Ma ho paura che nasceranno anche molte più domande.

Giulia Panzanelli

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Written by : Redazione

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