Nonostante fossero divisi da centinaia di chilometri di distanza, l’uno al limite settentrionale e l’altro a quello occidentale d’Europa, attorno alla metà del Duecento il regno di Norvegia e quello di Castiglia si ritrovarono uniti, seppur brevemente, da un’alleanza politico-dinastica propiziata dai convergenti interessi dei due sovrani, Hákon Hákonarson il Vecchio (1217-1263) e Alfonso X il Saggio (1252-1284). I fatti che portarono le due monarchie a siglare questa insolita alleanza sono narrati nella Hákonar saga Hákonarsonar (Saga di Hákon Hákonarson), scritta attorno al 1265 dall’islandese Sturla Þórðarson, e da alcune cronache castigliane dei secoli XIV e XV, tra cui la Crónica de Alfonso X, del 1330 circa.

Secondo quest’ultima, nel 1252 Alfonso, infelice per non aver avuto eredi dalla sua consorte, Violante d’Aragona, e incolpando di questo la stessa regina, decise di ripudiarla, inviando al contempo un’ambasceria in Norvegia per chiedere a Hákon la mano di sua figlia Kristín. La proposta fu accolta di buon grado dal re norvegese e l’anno seguente, accompagnata dai messaggeri di Alfonso, la principessa Kristín si presentò in Castiglia dal suo futuro sposo. Prima che venissero celebrate le nozze, però, Violante, che nel frattempo era rimasta incinta, diede alla luce una bambina, creando grande imbarazzo nel re e mettendolo di fronte a una scelta cruciale: ripudiare ugualmente la regina, con la prospettiva di suscitare la quasi certa reazione della Chiesa, oppure rimandare indietro Kristín, rischiando così un grave incidente diplomatico con la Norvegia? Per fortuna di Alfonso, a togliere le castagne dal fuoco fu il tempestivo intervento di suo fratello, il principe Filippo: questi, che pur essendo stato eletto arcivescovo di Siviglia non aveva la minima vocazione alla vita ecclesiastica, chiese infatti al re il permesso di rinunciare ai voti per poter sposare Kristín. Sollevato da quella provvidenziale richiesta, che lo traeva completamente d’impaccio, Alfonso benedì senza indugio l’unione, facendola celebrare immediatamente.

Alla breve versione della Crónica, tramandata con minime differenze anche dalle altre fonti castigliane, si contrappone quella molto più lunga e dettagliata di Sturla, redatta a distanza di pochi anni dagli eventi. A differenza della Crónica, Sturla non attribuisce l’iniziativa ad Alfonso bensì a Hákon il Giovane (†1257), figlio del re di Norvegia, che nell’estate del 1255, desiderando evidentemente intavolare relazioni diplomatiche con il regno iberico, inviò a sud una delegazione che fu ricevuta con tutti gli onori. Un anno dopo, in autunno, i norvegesi fecero ritorno in patria insieme ad alcuni spagnoli guidati da un nobile, don Ferrando, latore di un messaggio: il “re di Spagna”, Alfonso, offriva la sua amicizia al re di Norvegia, desiderando stringere con lui il legame più stretto. Una volta appreso il motivo del loro arrivo, Hákon invitò i castigliani a trascorrere l’inverno nel suo paese, rinviando la sua risposta alla primavera seguente. Quando giunse il momento stabilito, Hákon si consultò con l’arcivescovo di Trondheim e con i suoi più fidati consiglieri, che giudicarono la proposta di Alfonso assai onorevole e degna di essere presa in considerazione. Il re, allora, comunicò ai messaggeri di aver accolto la richiesta del loro signore, dicendosi disposto a concedere la mano di sua figlia Kristín a un principe spagnolo, ma a una condizione: che fosse lei a scegliere, come futuro marito, colui che più le piaceva tra i fratelli del re di Spagna. Stabilito ciò, Hákon diede inizio ai preparativi per il viaggio della principessa, che sarebbe stata scortata da oltre cento uomini e da molte nobildonne; come dote, Kristín ricevette grandi quantità d’oro e d’argento, oltre a pellicce e altre cose preziose, in gran parte impossibili da trovare al di fuori della Norvegia. Per lei, il re fece inoltre allestire una grande nave, al cui interno furono sistemate due cuccette, una per Kristín e l’altra per don Ferrando, che non poteva stare sul ponte a causa del mal di mare.

Dopo una sosta in Inghilterra, i norvegesi sbarcarono in Normandia e da qui nell’entroterra, in Francia, dove furono accolti con molta cortesia da re Luigi IX (1226-1270), che consigliò loro di proseguire via terra attraverso i suoi domini. Tra grandi onori e accoglienze principesche, il corteo passò poi in Catalogna (Katalonia), nel regno di Aragona (Aragun) e da qui in Castiglia (Kastel), giungendovi prima di Natale. Dopo aver trascorso il periodo delle festività natalizie nella città di Burgos, la delegazione ripartì alla volta di Valladolid, dove la principessa era attesa dal re e dalla regina in persona. A questo punto, scrive Sturla, il re d’Aragona, che aveva precedentemente incontrato Kristín, si fece avanti chiedendo la sua mano per il tramite di re Alfonso, ma poiché i norvegesi lo reputavano troppo in là con gli anni, la sua proposta fu respinta. Alfonso chiamò allora a raccolta i suoi fratelli, presentandoli uno per uno e decantandone le qualità finché la scelta di Kristín non cadde su Filippo, giudicato il più bello e forte di tutti. Finalmente il 31 marzo 1258, a Valladolid, la principessa Kristín, figlia del re di Norvegia, e il principe Filippo, fratello del re di Castiglia, convolarono felicemente a nozze tra grandi onori e festeggiamenti.

A prescindere dagli abbellimenti letterari e dalla presenza di dettagli più o meno veritieri, il dato certo è che nel 1258, dopo alcuni anni di trattative, la Norvegia e la Castiglia avevano stretto un patto di alleanza. A motivare l’intesa tra la monarchia nordica e quella mediterranea erano state ragioni anzitutto politiche: sul versante castigliano, Alfonso, che per parte di madre discendeva dai duchi di Svevia e sin dal 1254 aveva maturato ambizioni imperiali, nel 1257 era riuscito a farsi eleggere re dei Romani e in Hákon vide probabilmente un potenziale e prezioso alleato nello scontro con l’altro pretendente, Riccardo di Cornovaglia; su quello norvegese, l’eventuale affermazione di Alfonso avrebbe potuto risolvere la questione della città di Lubecca, la cui sovranità era stata promessa a Hákon dall’imperatore Federico II di Svevia poco prima che questi morisse (1250). Altrettanto influenti furono poi le ragioni militari: difatti Alfonso, che stava progettando una crociata in nord Africa, sperava di ottenere il supporto della potente e rinomata flotta norvegese; la partecipazione a tale impresa, d’altro canto, avrebbe consentito ad Hákon di assolvere il voto crociato pronunciato nel 1237. A tal proposito, benché Hákon non avesse mai avuto realmente intenzione di partecipare alla spedizione nordafricana, durante le trattative sarebbe stato comunque nel suo interesse mostrarsi animato da zelo sincero.

Nel complesso, il re norvegese era entrato in questa alleanza perché mosso da una esigenza di fondo: affermare il prestigio internazionale della Norvegia e quello personale del re di fronte agli altri monarchi cristiani. Questa aspirazione non si manifestò solamente nei rapporti con la Castiglia, ma caratterizzò tutta la politica estera di Hákon Hákonarson, che durante il suo regno intrecciò relazioni diplomatiche dirette anche con il papato, con i re Enrico III d’Inghilterra e Luigi IX di Francia e con l’imperatore Federico II di Svevia.

Le grandi aspettative riposte da entrambe le parti in gioco erano però destinate a essere presto deluse: da un lato, la prematura morte di Kristín, avvenuta nel 1262, pose infatti fine all’alleanza norvego-castigliana; dall’altro, proprio in quello stesso anno Hákon avviò delle relazioni diplomatiche con il sultano di Tunisi, abbandonando forse definitivamente qualsiasi velleità di crociata in Oriente.

Francesco D’Angelo

Per approfondire:

D’ANGELO FRANCESCO, La fonte di Urðr. La Scandinavia, l’Europa, il Mediterraneo (secoli VIII-XIII), Vocifuoriscena, Viterbo 2021, pp. 411-428.

GORDO MOLINA ÁNGEL, La princesa Kristina de Noruega en la corte del rey Alfonso X de Castilla y León. La persecución de objetivos políticos e ideológicos por la vía de las alianzas matrimoniales, «Intus-Legere. Historia», 1 (2007), pp. 175-190.

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Written by : Redazione

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