Un giovane semplice dal cuore puro, una bella principessa prigioniera di un re malvagio, uno stregone che abita solo nel folto della foresta… sembra una storia già sentita in un primo momento, ma non l’avete mai vista intrecciata dal famoso fumettista Gipi (Gianni Pacinotti) e illustrata da Luigi Critone, a meno che non abbiate già sfogliato Aldobrando. Pubblicato nel 2020 dalla Coconino Press della Fandango libri, Aldobrando ci porta in un mondo dal medievalismo rude, pieno di brutture, siano esse nelle parole, nei gesti o nei volti personaggi, ma dove c’è ancora posto anche per la dolcezza di cuore e la nobiltà d’animo; un racconto di formazione che ci ricorda quale avventura possa essere per un ragazzo diventare un uomo.
L’atmosfera vicina al low fantasy ricorda quella che vi avevamo presentato parlando delle raccolte di racconti Zappa e Spada della Acheron Books: castelli sì, ma anche catapecchie, eroi dalla spada di legno (letteralmente) e un volgo quantomeno pittoresco incline alle canzoni dai toni coloriti. E proprio da una catapecchia con una spada di legno Aldobrando parte alla ricerca dell’erba del lupo, per curare il suo maestro che è stato ferito all’occhio per colpa della sua disattenzione. La sua ingenuità lo conduce fino alle prigioni del regno seguendo un moderno Don Chisciotte, Sir Gennaro Montecapoleone delle Due Fontane, prigione da cui la sua trasparenza lo salva permettendogli di superare la maschera di quello che viene considerato il peggiore criminale del regno, l’Ucciditore, un gigante incattivito da un amore ostacolato il cui vero nome lascia intendere una natura ben diversa: Beniamino.
Ritroviamo così i nomi parlanti tanto frequenti nelle fiabe e nelle letterature medievali: abbiamo il consigliere Dufficio, l’inquisitore Boccamarcia, falso e bugiardo, nonché la principessa dall’animo candido Bianca che “la sfortuna ha reso buona”, nonostante la condizione privilegiata, come ci viene detto dalla sua serva Viola.
Torna il tema del duello giudiziario, che può decidere le sorti del singolo come di un intero regno, regno dove il potere è corrotto, il popolo ignorante e la medicina nient’altro che superstizione e sanguisughe (o puppasanguole come le definiscono nel fumetto). Le vicende che portano questo timido ragazzo a diventare un omo sono rocambolesche, ma l’intelaiatura tiene e nessuno dei personaggi cade a corpo morto.
Il lieto fine ce lo aspettiamo già dalle prime pagine, eppure continuiamo a sfogliarle, a chiederci cosa verrà dopo, in quale modo potrà mai un ragazzo insicuro e dall’indole semplice avere la meglio su chi è abituato agli intrighi di palazzo, a doppiezza e meschinità. Per dirlo usando una terminologia tolkieniana, come avverrà l’eucatastrofe, come il bene sovvertirà le trame ordite dal male. Ma il male è banale, il bene, in fondo, non lo è mai, in ogni sua forma.
Meritano una menzione speciale i colori realizzati da Francesco Daniele e Claudia Palescandolo, che rendono le atmosfere suggestive ed estremamente evocative, una scenografia che riverbera gli stati d’animo degli attori sul palcoscenico di carta.
Aldobrando è un volume che può appassionare un pubblico molto ampio: la sua semplicità è quella delle cose genuine, non è troppa, è quella che basta a ricordarci che per raccontare una bella storia non servono per forza sette libri o settecento pagine. Gli amanti della storia storceranno il naso di fronte al mescolarsi delle classi sociali, ma non troveranno fate o folletti. Gli amanti del fantasy perdoneranno la carenza di draghi e doni magici: abbiamo abbastanza buona sorte da sostituire quest’ultimi degnamente. C’è chi amerà la fiaba credendoci, chi ricordando la dolcezza di quando ci credeva.
Seguite il mio consiglio, venite anche voi a cercare l’erba del lupo…
Valérie Morisi