Il rapporto tra cinema e videogiochi è lungo e travagliato.

Fin dagli albori della programmazione videoludica, amatori e professionisti si sono basati sulle storie che avevano conosciuto grazie ai media, come appunto il cinema, adattandoli e riscrivendoli per i propri prodotti. Con la nascita degli studi di sviluppo veri e propri, poi, è iniziata l’epoca dei videogiochi ufficiali dei film, come le avventure grafiche della LucasArts, versioni interattive dei film di George Lucas e Steven Spielberg.

Non ci è voluto molto affinché le case di produzione cinematografiche si rendessero conto del potenziale economico dei videogiocatori. Dopo aver concesso i diritti per gli adattamenti videoludici dei propri titoli, abbiamo quindi assistito all’inversione di tendenza, con l’acquisto da parte dei grandi studi dei diritti cinematografici per la realizzazione di film – o serie televisive – basati su videogiochi e personaggi di successo. Un trend che ha portato a diversi titoli, di cui ben pochi ricordiamo in maniera piacevole.

Tra i film tratti da saghe medievaleggianti, merita una menzione sicuramente quello dedicato alla saga di Assassin’s Creed.

Nel 2011, in seguito al successo della trilogia di giochi dedicata alle avventure di Ezio Auditore, la casa produttrice della serie, la Ubisoft, creò una propria divisione dedicata agli adattamenti cinematografici dei propri titoli di successo, in primis appunto Assassin’s Creed. Assistemmo così ad una fase di scrittura delle sceneggiatura, affidata a diversi scrittori e rimaneggiata più volte, e poi di produzione lunghe e con diversi cambi di direzione in corso d’opera, che ritardarono l’uscita fino al Natale del 2016, quando il film fu distribuito nelle sale dalla 20th Century Fox.

Diretto da Justin Kurzel e vantando un cast di tutto rispetto, con nomi del calibro di Michael FassbenderMarion CotillardJeremy Irons e Brendan Gleeson, il film ci racconta la storia di Callum Lynch, un giovane ladro che viene rapito dalla Fondazione Abstergo per essere collegato ad un macchinario fantascientifico, l’Animus, grazie al quale gli scienziati possono far rivivere alle loro cavie i ricordi dei loro antenati, per poterli osservare e carpirne i segreti. Nello specifico, Callum si ritroverà a rivivere la Spagna del 1492 attraverso gli occhi, e le memorie, dell’assassino Aguilar De Nerha. Ben presto capirà di trovarsi in mezzo ai giochi di potere tra gli Ordini dei Templari e quello degli Assassini e dovrà decidere da che parte stare.

Pur presentando una sceneggiatura scritta apposta per il film e raccontandoci la storia, sia nel presente che nel passato, di personaggi creati appositamente per questa versione cinematografica, chiunque abbia giocato alle avventure di Altaïr ed Ezio non può fare a meno di notare le similitudini tra il primo ed Aguilar, similitudini che si fanno più marcate se si osserva la storia e lo sviluppo psicologico e caratteriale dei loro discendenti, Desmond e Callum. Un modo nuovo per raccontare la storia che già conosciamo di Assassin’s Creed, dunque, ma che non convince.

Il più grosso difetto di questo film è sicuramente il non avere un pubblico definito. Sicuramente non i giocatori, a cui la Ubisoft strizza più volte l’occhio nel corso del film, disseminando citazioni e riferimenti alla saga, ma presentando una storia già sentita, e soprattutto vissuta “in prima persona”, non dando così alla pellicola una sua identità ed allo stesso tempo rendendola perdente nel raffronto con quanto raccontato nei videogiochi, anche contando il poco tempo, un paio d’ore rispetto alla durata delle avventure di Desmond nei giochi, che si da allo sviluppo dei personaggi. Ma questa compressione della saga di Assassin’s Creed in appena due ore di film rende la storia ostica anche allo spettatore occasionale, che spesso si perde nelle spiegazioni tecniche e nei salti temporali, trovandosi costretto a chiedere ai propri amici giocatori un chiarimento. E sicuramente non è indicata ad appassionati di storia, che troveranno la maggior parte del film noioso e pieno di inesattezze storiche, con la veridicità sacrificata sull’altare della spettacolarità.

Solo lati negativi quindi?

No, sicuramente sono da apprezzare la recitazione degli attori, e nel nostro caso il lavoro di adattatori e doppiatori, in primis Michael Fassbender, impegnato nel doppio ruolo di Callum Lynch e del suo doppio medievale Aguilar De Nerha, così come meritano i costumi e le scenografie, che ricreano efficacemente la Spagna della fine del Medioevo, in cui il mondo cattolico, mussulmano ed anche ebraico si trovano a convivere e scontrarsi.

Ma se intendente vedervi il film e non siete grandi appassionati della saga, vi ricordiamo di tenere sottomano un amico che lo sia, per mettere in pausa ogni tanto e chiedergli spiegazioni!

Dario Medaglia

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Written by : Redazione

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