Dopo più di mille anni dalla morte, Carlo Magno continua a plasmare l’identità europea, venendo utilizzato per fini di legittimazione politica. Il sovrano franco, in passato, era stato elevato a capostipite o della Francia o della Germania moderne: agli occhi degli osservatori appariva come un simbolo divisivo. Ebbe un suo ruolo, per fare un esempio, nella costruzione dell’ideologia napoleonica.
Negli anni ‘50 del XX secolo lo statuto di Carlo Magno muta, divenendo un simbolo inclusivo, trait d’union tra le diverse nazioni dell’Europa Occidentale. Il medievista francese Jacques Le Goff, in un’intervista rilasciata a La Repubblica nel 2014, sostenne che la figura di Carlo Magno fu rivitalizzata perché i padri fondatori dell’Europa – Schuman, De Gasperi, Adenauer – erano dei democristiani, e la figura di Carlo Magno come modello e simbolo in difesa di un’ Europa democratica e cristiana si rivelava una scelta vincente. Anche il Presidente della Repubblica francese Charles De Gaulle nei suoi Discourse et messages sostenne che, per costruire la nuova Europa bisognasse: “Riprendere su basi moderne, l’impresa di Carlo Magno”. A cosa si riferiva De Gaulle?
È evidente che nelle intenzioni dei suoi padri fondatori, l’assetto istituzionale della nascente Comunità Europea dovesse recuperare l’eredità politica dell’Impero Carolingio, quindi con un baricentro gravitante nel nord Europa. Le attuali istituzioni dell’Unione Europea sono infatti ubicate tra il Belgio, il Lussemburgo e la Francia del Nord. Il riferimento storico è lampante: siamo di fronte alla regione interessata dai primi stanziamenti franchi, risalenti al IV sec. d.C. Un’area “neutra”, a metà strada fra Parigi e Berlino per intenderci, che possa riunire in concerto la Germania e la Francia.
Un altro esempio che rende l’idea della dimensione del processo in atto è il Premio Carlo Magno, che venne istituito nel 1949 ad Aechen, l’odierna Aquisgrana. L’dea, concretizzatasi all’interno di circoli culturali locali, emerse da uno spirito particolare: Aquisgrana fu la prima città tedesca ad essere liberata dalle forze anglo-americane. Successivamente una ventata di ottimismo pervase i governi dell’Europa Occidentale.
Il Premio, dal 1949 ad oggi, ha assunto una dimensione europea ed è stato assegnato alle personalità più disparate – fra gli altri, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy – che hanno contribuito ad accrescere la cooperazione fra gli Stati membri dell’Unione.
Osservando la crisi che le istituzioni europee stanno attraversando, mi chiedo se il mito di Carlo Magno tornerà sotto una nuova veste, o se verrà infine messo da parte.
Andrea Feliziani
Per approfondire:
MINOIS GEORGE, Carlo Magno. Primo europeo o ultimo romano?, Salerno Editrice, Roma 2012.
Adenauer e De Gaulle: gli antenati di Framania, pubblicato in Limes, Francia e Germania, l’Europa a due (https://www.limesonline.com/cartaceo/adenauer-e-de-gaulle-gli-antenati-di-framania).
GAMBARO FABIO, Le Goff: “Non è vero che Carlo Magno fu padre dell’Europa”, <La Repubblica> on line (https://www.repubblica.it/cultura/2014/01/27/news/le_goff_non_vero_che_carlo_magno_fu_padre_dell_europa-77043890/)