Questa settimana cade l’anniversario della battaglia di Hastings, una delle più ricordate della storia medievale, pertanto il personaggio storico di oggi non poteva che essere il suo più conosciuto protagonista: Guglielmo I d’Inghilterra, detto il Conquistatore.
Guglielmo nacque tra il 1027 e il 1028 nella città di Falaise, figlio di Roberto I di Normandia da cui ereditò il ducato già nel 1035, all’età di circa otto anni. Dieci anni dopo (nel 1048) riuscì a sedare una rivolta in Normandia con l’aiuto del re Enrico I di Francia e, per par condicio, aiutò il sovrano francese contro Goffredo Martello, conte d’Angiò. In breve tempo divenne uno dei più potenti feudatari e consolidò il suo potere con grandi battaglie (e conseguenti vittorie) a Mortemer e Varaville contro Enrico e con piccoli successi su Goffredo d’Angiò. Da politico astuto quale era cominciò lentamente la conquista della Normandia: alla morte del conte d’Angiò approfittò di problemi di successione per occupare il Maine e consegnarlo al precedente e legittimo signore Egberto, ma alla sua morte (1063) Guglielmo si autoproclamò conte.
Il suo matrimonio con Matilde, figlia di Baldovino di Fiandra, aveva fatto sì che, alla morte del re d’Inghilterra Edoardo il Confessore (1066), il titolo ereditato da questo matrimonio fosse un’ottima premessa per un’ambizione più grande: diventare re d’Inghilterra.
Guglielmo avanzò infatti le sue pretese di successione, sostenuto, tra gli altri, da papa Alessandro II (probabilmente attraverso l’intervento di Roberto il Guiscardo di Normandia) e Baldovino di Fiandra. Il 14 ottobre del 1066 Guglielmo risolse la questione con la forza, grazie allo scontro che lo rese immortale: nella battaglia di Hastings sconfisse Aroldo II, l’ultimo re anglosassone, che perse la vita in battaglia. Il Conquistatore venne incoronato a Westminster il 25 dicembre dello stesso anno.
Appoggiato dal clero e dai vassalli normanni cominciò un riordinamento territoriale per dare una struttura feudale all’Inghilterra, reprimendo numerose rivolte anglosassoni e ricompensando i suoi compagni con la distribuzione delle terre confiscate. Guglielmo potenziò gli istituti locali per amministrare il regno e impose un ordinamento fiscale rigoroso, testimoniato da un censimento-catasto che gli inglesi soprannominarono Domesday Book (“Libro del giorno del giudizio”) in quanto le affermazioni contenute nel libro erano irrevocabili, come fosse il Giudizio Universale. In questo libro erano infatti elencati i beni terrieri dell’intero paese e venivano stabilite le rendite, le tasse e i proventi per il re. Per fare ciò era stata istituita una sorta di inchiesta pubblica in ogni parte del regno e tutto veniva registrato sul Domesday Book. Nel 1070 invece l’organizzazione ecclesiastica venne affidata a Lanfranco di Bec, che fece sì che al clero venisse assicurata completa autonomia.
Gli ultimi anni della vita di Guglielmo I d’Inghilterra vennero segnati da numerose rivolte: nel 1079 suo figlio Roberto si era ribellato a causa della scarsa autonomia che il padre gli concedeva nell’amministrazione del ducato normanno e nel 1082 fece lo stesso Oddone di Bayeux, ma Guglielmo ebbe facilmente vittoria su entrambe. Sconfisse anche Filippo I di Francia, conquistando Mantes, ma a causa delle ferite riportate durante la battaglia morì a Saint-Gervais (Rouen) nel 1087.
Eleonora Morante
Immagine: William I the Conqueror from NPG (National Portrait Gallery), London
Per approfondire:
DE BOÜARD MICHEL, Guglielmo il Conquistatore, Salerno Editrice, Roma 1989.
DOUGLAS DAVID C., William the Conqueror: the Norman Impact upon England, University of California Press, Berkeley 1964.
Enciclopedia Treccani, Guglielmo I il Conquistatore Re d’Inghilterra, (https://www.treccani.it/enciclopedia/guglielmo-i-il-conquistatore-re-d-inghilterra/).
ONESTI NICOLETTA, Guglielmo il Conquistatore: come lo vedevano i sudditi inglesi, (https://www.academia.edu/4751540/Guglielmo_il_Conquistatore_come_lo_vedevano_i_sudditi_inglesi).