Oggi ci troviamo in presenza della Dott.ssa Susanna Tartari, una voce importante della rievocazione storica italiana che, nel 2005, ha aperto la testata giornalistica Rievocare. Da allora lavora in questo settore, per il quale ha compiuto una serie di iniziative, fra le quali ricordiamo “Rievocatori per il cinema”, “Appuntamento con la Memoria” e non ultimo “Il Presepe Vivente a Matera“. Il team di Medievaleggiando ha deciso di intervistarla per scoprire cosa si cela dietro le quinte della rievocazione storica e qual è stata la sua esperienza diretta sul campo.
Cara Susanna, La ringraziamo per essere qui con noi oggi. Iniziamo dalle origini del suo percorso: quando è nata la passione per la rievocazione?
Confesso che, a distanza di anni, mi domando anche io quando è nata questa mia passione. Fin da bambina sono stata attratta da romanzi e rappresentazioni storiche, tant’è che stavo ore ed ore a fantasticare rimettendo in scena molte storie nella mia mente. A 19 anni ho confezionato la prima coppia di abiti per il Palio di Ferrara, poi è stato il momento delle rassegne storiche all’interno dei castelli in Trentino. Ma il vero amore è sbocciato quando mi sono trovata a lavorare ad un periodico, dal nome Costume, che si occupava esclusivamente di rievocazione storica. Erano i primi anni del 2000.
In passato Lei ha avuto una formazione artistica e fino agli inizi del 2000, per molti anni, ha lavorato nel campo della moda e dell’arte. Qual è stato il motivo che l’ha spinta ad avvicinarsi a questo settore?
Come spesso accade, il percorso della nostra vita è già scritta. All’inizio del 2000 mi ritornai a vivere a Ferrara e, bisognosa di un nuovo lavoro, cominciai a mandare il curriculum a diverse aziende. Per lo più si trattava di aziende di moda. Poi, un giorno, un caro amico mi fece vedere l’annuncio di una casa editrice che cercava personale da inserire in varie mansioni e così mi candidai. Da lì a qualche tempo mi chiamarono per un colloquio e nel giro di un paio di mesi, come dicevo, mi ritrovai fra le mani “Costume“.
Come abbiamo già accennato nel 2005 Lei apre la testata giornalistica Rievocare, che tratta numerose tematiche come la rievocazione medievale, moderna e contemporanea, oltre ad alcuni approfondimenti sulla storia culinaria. In quali circostanze è nato questo progetto e cosa rappresenta per lei?
Rievocare è stata una pubblicazione ricca di rubriche dedicate al mondo della rievocazione storica e ora, che è nel web, continuiamo a dare voce a tantissime esperienze vissute. E’ innegabile che la parte dedicata alla gastronomia sia un punto molto importante. Da anni, in diversi eventi rievocativi si organizzano banchetti o addirittura gare di cucina storica. Inoltre, la cucina è un’altra delle mie passioni.
Oggi esistono molti gruppi di Rievocazione, alcuni dei quali non tengono conto di un’accuratezza filologica per la ricostruzione delle vesti e dell’oggettistica, che quindi possiamo includere nel campo del medievalismo. Invece, per realizzare una Rievocazione storica realistica, quali dettami bisogna rispettare e quanto contano i dettagli per un lavoro ben riuscito?
Anche nella rievocazione storica – come in tanti altri campi artistici – ci troviamo di fronte a realtà di diverso livello. Si sa che per ottenere buoni risultati, è necessario utilizzare ingredienti di buona qualità ed è altrettanto indiscutibile che sia necessario una buona dose di preparazione che solo lo studio può dare. La RS, anche se qualcuno va dicendo che è un indotto lavorativo, è perlopiù una realtà fatta di volontari, di persone che vi si dilettano il sabato e la domenica. Mancano scuole (al contrario di cinema, teatro e circo), che possano dare le basi necessarie. L’Italia è ricca di luoghi dove poter attingere fonti. Dalle biblioteche ai musei, chiese, parchi archeologici ma, spesso, ciò che manca è il metodo di studio e molti si affidano al “copiare” cose già fatte o, come nel caso dei giochi storici, a mettere in pratica la costumistica che, come sappiamo, è materia insegnata nelle scuole di cinema e di teatro, oltre che nelle scuole di moda, ma che non potrà mai soddisfare il mondo della RS.
Fra tutti gli eventi ai quali ha preso parte, quale è stato quello che Le ha lasciato qualcosa in più, rispetto agli altri? Ce ne è stato uno in particolare che Le ha fatto pensare di aver scoperto un settore che faceva al caso suo?
Ogni evento ci regala qualcosa, ma io credo che ognuno di noi abbia una preferenza per qualche epoca del passato. Per quanto mi riguarda, adoro l’Antica Roma, il Rinascimento, tutto l’Ottocento ed i primi 60anni dell XX secolo, ma un buono direttore artistico deve essere pronto a realizzare qualsiasi evento.
Rievocare ha dato voce anche al settore dell’archeologia sperimentale, molto in voga in questi ultimi anni in Italia. Come si interfaccia a questa realtà? Secondo Lei, l’utilizzo pratico dell’archeologia può perseguire una funzione didattica?
Sì, sono convinta che l’archeologia sperimentale sia una materia utilissima nell’ambito della rievocazione storica. Purtroppo, mi dispiace dirlo, ma molto spesso è un termine abusato. La cosa migliore sarebbe che i rievocatori/ricostruttori si interfacciassero con archeologi sperimentali laureati e questo non accade spesso.
Quali obiettivi si pone, per il futuro, Rievocare e qual è il ruolo al quale può assurgere la Rievocazione tutta in Italia?
Se negli anni scorsi ho lottato molto per il mondo della RS (mia è stata la prima fiera della RS in Italia, per non parlare – appunto – del progetto “Rievocatori per il Cinema” e non ultimo, il mio impegno per una legislazione adatta al comparto), ora mi limiterò a parlare della RS attraverso il sito rievocare.it e a creare eventi, come progettista e direttore artistico, quando me lo chiederanno.
Per quanto riguarda il ruolo che potrà avere la RS in Italia, non credo ad un suo sviluppo vero e proprio fino a quando rimarrà una cosa da svolgere durante il fine settimana. Per far crescere un comparto, a mio avviso, bisogna farlo diventare un progetto in cui credere completamente e a cui dedicarsi con un lavoro vero e proprio.
Ringraziamo la Dott.ssa Tartari per questa bella chiacchierata e per il tempo che ci ha dedicato. Augurandoci di ritrovarci presto, Le facciamo il nostro in bocca al lupo per tutti i progetti futuri!
Andrea Feliziani, Giulia Panzanelli