“Bellissima donna […] savia e onesta molto”: così è descritta da Giovanni Boccaccio nel suo Decameron una delle regine più famose dell’epoca medievale: la longobarda Teodolinda (o anche Teodelinda), una donna molto importante nella cultura e nella storia del suo popolo. Descritta da Paolo Diacono come saggia, bella e ben voluta, con la sua influenza riuscì a riformare il popolo longobardo, aprendolo al cattolicesimo. Divenne, infatti, la paladina della fede cattolica: si impegnò molto nel tentativo di convertire la sua gente, che (come già scritto in un nostro precedente articolo) praticava l’arianesimo. Oltre al naturale appoggio del papato, in particolare di Gregorio Magno (590-604), la sovrana fu aiutata da San Colombano, un monaco irlandese che trascorse un periodo presso la corte di Agilulfo.
Teodolinda nacque probabilmente a Ratisbona, nella seconda metà del VII secolo. Figlia di Garibaldo, duca di Baviera e di una principessa longobarda, convolò a nozze a Verona con il re longobardo Autari nel 589. Paolo Diacono ci racconta anche il loro primo incontro, in una versione forse un po’ fiabesca, ma sicuramente affascinante: un gruppo di Longobardi viene inviato presso Garibaldo e di questo gruppo fa parte anche Autari, ma egli non vuole ancora rivelarsi alla sua futura sposa e quindi decide di travestirsi per celare la sua identità. Una volta giunti alla corte del duca di Baviera chiedono che Teodolinda offra una coppa di vino agli ospiti.
Alla vista di Teodolinda, Autari compie un gesto forse considerato un po’ scabroso per i tempi: si passa un dito sul viso, sfiorandosi naso e bocca. Teodolinda arrossisce e dopo averne parlato con la sua nutrice, insieme giungono alla conclusione che solo il suo futuro marito avrebbe potuto spingersi così tanto oltre. Così Teodolinda accetta la proposta di Autari e parte insieme a lui.
Dopo la morte improvvisa di Autari nel 590 e rimasta vedova e senza figli, convolò a seconde nozze con Agilulfo, duca di Torino che succedette al trono.
Anche qui Paolo Diacono ci racconta un episodio della vita di Teodolinda, sempre ammantato da un’aura romantica. I Longobardi chiesero alla sovrana di scegliere il suo futuro marito, e come avrete capito la scelta ricadde su Agilulfo. Teodolinda, all’insaputa dello stesso Agilulfo, andò ad incontrarlo a Lomello. Dopo avergli offerto una coppa di vino, di fronte al baciamano di Agilulfo ella rispose che avrebbe dovuto baciarle la bocca piuttosto che la mano, facendogli capire la sua intenzione di sposarlo.
Il nuovo sovrano si convertì al cattolicesimo dopo il matrimonio e anche il loro figlio Adaloaldo (nato nel 602) venne battezzato con il rito cattolico nella Basilica di San Giovanni Battista a Monza, di cui lei stessa promosse la fondazione. Nel 595 aveva deciso infatti di iniziare la costruzione del Duomo di Monza, donando molti preziosi e reliquie, confermando il ruolo di Monza come isola cattolica in Lombardia. Leggenda vuole che una colomba le avesse indicato il luogo dove costruire la sua basilica, dopo che tutto era stato predetto in un sogno.
Nel 616 venne a mancare Agilulfo e Teodolinda divenne reggente del figlio riuscendo a stabilire un periodo di pace. Morì a Monza intorno al 627.
Eleonora Morante
Per approfondire:
BONALUMI FELICE, Teodolinda. Una regina per l’Europa, San Paolo Edizioni, Milano 2006.
LAZZARI TIZIANA, Teodolinda e Gundiperga: il ruolo delle donne nei primi decenni del regno longobardo in I longobardi del Campo Rotaliano, a cura di Giuseppe Albertoni, Atti del convegno Mezzolombardo 2017, Società di Studi Trentini Scienze Storiche, Trento 2019.