Come Uther Pendragon mandò a chiamare il duca di Cornovaglia e Igraine sua moglie, e come questi ripartirono in tutta fretta
Al tempo in cui Uther Pendragon governava su tutta l’Inghilterra, vi era in Cornovaglia un potente duca, signore di Tintagel, che gli faceva guerra da molti anni. Attraverso degli emissari, un giorno il re lo convocò ordinandogli di portare con sé anche la moglie, che aveva nome Igraine e fama di essere molto assennata. Quando il duca arrivò alla presenza del sovrano, per intercessione dei più nobili baroni si riconciliò con lui, ma il re si innamorò di sua moglie, la festeggiò oltre misura e desiderò di giacere con lei. Igraine, che era una donna onesta e leale, non solo non vi consentì, ma anzi disse al marito: «Credo che siamo stati chiamati qui perché io vi perdessi il mio onore. Vi consiglio quindi di andare via senza indugio e di raggiungere questa notte stessa il nostro castello.» Così partirono senza che il re e i suoi nobili se ne accorgessero. Ma Uther, appena lo venne a sapere, fu preso da una grande collera e riunì il consiglio privato per metterlo al corrente dell’accaduto. I baroni gli suggerirono di ingiungere perentoriamente al duca di ripresentarsi a corte con la moglie. «Se non obbedirà al vostro comando e non verrà» aggiunsero «avrete un buon motivo per muovergli guerra.»
Così fu fatto; ma i messaggeri ricevettero una risposta che, in breve, significava che essi rifiutavano di tornare. Allora il re, sempre più adirato, mandò a dire esplicitamente al duca che si preparasse, si rifornisse e si armasse perché entro quaranta giorni lo avrebbe snidato dal suo più forte castello. Ricevuto l’avviso, il duca munì e approvvigionò due sue roccheforti, Tintagel e Terrabil, e lasciò la moglie a Tintagel chiudendosi egli stesso a Terrabil che disponeva di molte uscite e postierle. Non passò molto che Uther venne in forze a porre l’assedio al castello di Terrabil, davanti al quale fece rizzare i suoi padiglioni. La guerra fu aspra, e le perdite furono numerose da entrambe le parti; ma per l’ira che lo animava e per l’amore che portava alla bella Igraine il re cadde ammalato, e, quando il nobile cavaliere ser Ulfius andò a chiedergli cosalo angustiasse, gli rispose: «Il corruccio e l’amore per Igraine sono causa di un male da cui non potrò mai guarire.» «Allora, mio signore, andrò a cercare Merlino, ed egli vi darà un rimedio che sarà gradito al vostro cuore» gli disse Ulfius. Il cavaliere lasciò quindi la corte, e in strada gli avvenne di imbattersi in Merlino che, travestito da mendicante, gli domandò di chi fosse in cerca. Ulfius gli rispose che non aveva difficoltà a dirglielo, e allora Merlino replicò:
«Ma io so già chi cerchi. Perciò non andare oltre: Merlino sono io. Se re Uther mi ricompenserà bene e giurerà di esaudire un mio desiderio che si volgerà più a onore e profitto suoi che miei, farò in modo che egli abbia ciò che vuole.» «Mi adoprerò perché le tue richieste siano appagate, a condizione che siano ragionevoli» gli rispose Ulfius. «Allora il re avrà quello che brama. Ora va’ per la tua strada, e io ti seguirò da presso.»
Come Uther Pendragon fece guerra al duca di Cornovaglia e come, per opera di Merlino, giacque con la duchessa e concepì Artù.
Ulfius, soddisfatto, tornò al galoppo da re Uther Pendragon e gli riferì di avere incontrato Merlino. «Dov’è?» gli chiese il re. «Non tarderà molto, sire» fu la risposta del cavaliere che, subito dopo, visto Merlino vicino alla porta del padiglione, lo invitò a entrare.
«Sire» disse Merlino dopo che il sovrano gli ebbe augurato il benvenuto «conosco a fondo il vostro cuore. Se da re leale e consacrato quale siete mi giurerete di soddisfare ogni mia richiesta, farò in modo da appagare il vostro desiderio.» Il re giurò sui Quattro Evangelisti.
«Ecco cosa voglio, sire» disse allora Merlino. «La prima notte che trascorrerete con Igraine concepirete in lei un figlio che mi farete consegnare appena sarà venuto alla luce. Io lo alleverò dove più mi piacerà, affinché a voi derivi onore e al bambino i vantaggi che gli spettano.» «Sarà fatto come volete» accondiscese il re. «Ora preparatevi» aggiunse Merlino. «Questa notte stessa vi coricherete al fianco di Igraine nel castello di Tintagel, e avrete le sembianze di suo marito; Ulfius assumerà l’aspetto di ser Brastias e io quello di ser Jordans, due cavalieri del duca. Ma badate di non rivolgere domande né a lei né ai suoi uomini; dite che non vi sentite bene, affrettatevi ad andare a letto, e domani mattina non vi alzate prima del mio arrivo. Il castello non è che a dieci miglia da qui.»
Fu dunque fatto come era stato deciso. Ma poiché il duca aveva visto il re lasciare l’assedio di Terrabil, quella stessa notte uscì dal castello attraverso una postierla per attaccare l’esercito regale e rimase ucciso nella sortita prima ancora che il sovrano fosse arrivato a Tintagel. Così re Uther giacque con Igraine più di tre ore dopo la morte del duca e, in quella notte, concepì Artù. Allo spuntare del giorno, dopo che Merlino fu arrivato per dirgli di prepararsi, egli baciò la dama e partì in gran fretta. E quando Igraine sentì dire che, secondo tutte le testimonianze, il marito era morto prima dell’arrivo di Uther, si chiese con grande stupore chi potesse essere l’uomo che si era coricato con lei nelle sembianze del suo signore e ne pianse segretamente senza farne parola ad alcuno. Morto il duca, i baroni che dipendevano da lui pregarono all’unanimità il re di venire a un accordo con Igraine; egli lo concesse di buon grado, anche perché lo desiderava lui stesso, e affidò la faccenda a Ulfius che la regolasse a suo nome. Così, infine, dama Igraine e Uther re si poterono incontrare apertamente.
«Da ora in poi andrà tutto bene» osservò Ulfius. «Madama Igraine è bellissima, e il nostro re è un cavaliere nel pieno del vigore e non ha moglie. Saremmo molto lieti se gli piacesse di farne la sua regina.» Tutti d‟accordo, i baroni andarono a sottoporre la proposta a Uther, ed egli vi consentì volentieri da cavaliere gagliardo qual era. Non passò molto, quindi, che un mattino Uther e Igraine si sposarono tra la gioia e il tripudio generale, e, per volere del re, nella stessa occasione re Lot di Lothian e di Orkney sposò Morgawse, che sarebbe stata la madre di Galvano, e re Nentres della terra di Garlot sposò Eiaine. La terza sorella, Morgana la Fata, fu invece messa a studiare in un convento dove divenne molto dotta in negromanzia. In seguito sarebbe stata maritata a re Uriens della terra di Gore, padre di ser Ivano il Biancamano.
Martina Michelangeli x Medievaleggiando