Baliano: “Quanto vale Gerusalemme?”
Ṣalāḥ al-Dīn: “Niente, tutto.”
Questo scambio di battute tra l’eroe di Gerusalemme e il saraceno conquistatore lo ascoltiamo a fine film ma, prima di arrivare a questo punto di svolta, dobbiamo fare un lungo salto indietro. “Le crociate – Kingdom of Heaven” è il colossal firmato da Ridley Scott, rilasciato nelle sale cinematografiche nel lontano 2005. Il cast è da urlo: Orlando Bloom, Eva Green, Liam Neeson, Jeremy Irons, Marton Csokas Jr ed Edward Norton. Il soggetto della sceneggiatura è uno di quelli che tira sempre: cavalieri in battaglia e non una qualunque, bensì l’antefatto della terza crociata. A prescindere dalle opinioni personali sulla pellicola, una cosa bisogna riconoscerla, nel film sono presenti quasi tutti i personaggi storici che in quegli anni decisero le sorti del Regno di Gerusalemme.
La nostra storia inizia in Francia nel 1184, dove troviamo un povero maniscalco devastato dal suicidio della moglie causato dalla perdita del figlio. In paese arrivano i cavalieri crociati sotto la guida di Goffredo di Ibelin, giunto in Francia per ritrovare suo figlio e per portarlo con sé. Baliano, il maniscalco, è suo figlio e anche se all’inizio rifiuta, deciderà di seguirlo dopo aver compiuto l’omicidio del fratello. Il motivo per cui il nostro protagonista parte è uno e uno soltanto: redimere i peccati della moglie suicida e i propri.
Goffredo, per una serie di vicissitudini, muore lungo il tragitto per la Terra Santa, non prima però di aver fatto cavaliere suo figlio, pronunciando un giuramento che racchiude tutti gli ideali romantici a cui siamo abituati: «Non avere timore innanzi ai tuoi nemici, sii impavido e retto cosicché Dio possa amarti, di’ il vero sempre, anche se ti conduce alla morte, salvaguarda gli indifesi e non fare torti. È il tuo giuramento.». Il nostro eroe romantico arriva in città e si fa ben volere da tutti: Tiberias (alias Raimondo III di Tripoli), la principessa Sibilla, il Re Lebbroso e i suoi servi. Il suo antagonista principale, non è tanto Ṣalāḥ al-Dīn quanto Guido di Lusignano, sposo di Sibilla e generale dei Templari.
Durante la pellicola vediamo svilupparsi gli intrighi di corte, l’innamoramento tra Baliano e Sibilla, la morte del re e la caduta di Gerusalemme, fino ad arrivare all’epico scambio di battute con cui abbiamo iniziato l’articolo. Baliano ha resistito all’assedio e Saladino propone un accordo: la città per i saraceni e la libertà per i cristiani, che vengono scortati in sicurezza fino al mare. L’eroe accetta, per la felicità di tutti quanti, e se ne ritorna in Francia con la sua amata Sibilla, che nel frattempo ha deciso di rinunciare alla corona. Il film si conclude con un Riccardo Cuor di Leone in partenza per la crociata che va in cerca di Baliano, che però decide di tornare a fare il semplice maniscalco.
Come ho detto in apertura, tutti i personaggi presenti nel film sono realmente esistiti ma alcuni sono stati fortemente romanzati, come i due protagonisti. Sia Baliano che Sibilla sono personaggi reali, ma la loro storia è andata un po’ diversamente: innanzitutto non c’è mai stato un amore e da una parte troviamo Baliano, il cui vero nome è Barisano di Ibelin, da sempre stato interessato alle sorti del Regno, tanto da provare insieme a Raimondo di Tripoli (nel film Tiberias) a forzare un matrimonio con la principessa Sibilla. Dall’altra parte abbiamo Sibilla sposata con Guido di Lusignano con cui, a dispetto di quanto viene mostrato nel film, aveva un matrimonio solido, tanto da andare contro all’Alta Corte quando le concessero la corona in cambio dell’annullamento del loro legame. Sibilla diventerà regina di Gerusalemme a causa della prematura scomparsa di suo figlio Baldovino V, erede designato dal “Re lebbroso” Baldovino IV, famoso per i suoi rapporti pacifici con i saraceni. Altra piccola pillola storica: è vero che i rapporti con Ṣalāḥ al-Dīn si inasprirono a causa di alcune scorribande perpetrate da Guido di Lusignano e i suoi templari.
Concludiamo dicendo che per alimentare il sogno di un medioevo romantico la storia, a volte, deve cedere il passo alla finzione come nel caso de “Le Crociate” ma, in fondo, un film serve a questo: trasportarci in un modo “ideale” ma verosimile.
Martina Corona
Per approfondire:
EDBURY W. PETER, John of Ibelin and the Kingdom of Jerusalem, Woodbridge, Boydell Press, 1997
HAMILTON BERNARD, The Leper King and his Heirs: Baldwin IV and the Crusader Kingdom of Jerusalem, Cambridge University Press, 2000.
LIGATO GIUSEPPE, Sibilla regina crociata. Guerra, amore e diplomazia per il trono di Gerusalemme, Paravia – Bruno Mondadori Editori, Milano, 2005
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