Quante leggende ammantano la figura degli uomini del Nord?
Miti e relative riscritture ci piacciono (e molto), ma è fondamentale sapere dove poter cercare la Storia dietro alle storie: è in questa ottica che vi voglio presentare il volume di oggi.
Parte della serie Popoli e civiltà della casa editrice il Mulino, I normanni del professor Hubert Houben riassume in meno di 150 pagine la nascita e l’espansione dell’eterogeneo mondo normanno, a partire dalla regione francese che da loro deriverà il proprio nome, fino allo sbarco e l’insediamento nel sud Italia, portandoli così più vicini a noi.
Pubblicato in italiano nel 2013 (l’originale in tedesco è del 2012), il saggio parte dalle origini, dalla cosiddetta etnogenesi dei normanni, dove troviamo il conte Rollone, lo spunto storico dietro al personaggio di Rollo della nota serie Vikings, e vediamo le genti venute dal Nord, i “pirati” della Scandinavia trasformarsi in qualcos’altro, una transizione che vede mutamenti nella lingua e nella cultura, che subisce una romanizzazione, dove il passaggio della legittimazione religiosa da parte della Chiesa è un punto fondamentale e dal quale emergono legami con l’Italia, in particolare tramite l’abate Gugliemo da Volpiano che, giunto in Normandia poco dopo l’anno mille, ne riformò vari monasteri.
Ci avventuriamo oltre la Manica con il sesto discendente di Rollone, il celeberrimo Guglielmo il Conquistatore, dal 1066 anche re d’Inghilterra. L’autore fa un passo indietro e ci presenta la situazione inglese prima della battaglia di Hastings, combattuta (e vinta) contro re Harold del Wessex, per poi proseguire col consolidamento del nuovo regno, una nuova fusione tra genti e culture, e arrivare all’impero plantageneto, dove la dinastia regnante non era più originaria della Normandia ma dell’Angiò, e dove il lettore ritrova personaggi i cui nomi ci sono familiari già dall’adolescenza: Riccardo I Cuor di Leone e Giovanni Senzaterra.
L’ultima parte ci porta nel sud Italia, dove le genti della Normandia appaiono inizialmente come mercanti, mercenari, pellegrini sulla via del Santo Sepolcro, per poi iniziare a stabilizzarsi e trovare un proprio signore nel conte Guglielmo d’Altavilla, detto Braccio di Ferro. La situazione della parte meridionale della Penisola non era certo semplice e gli agenti e le dinamiche di potere in corso, numerosi e variegati, vengono districati pagina per pagina: il rapporto altalenante col papato e con l’impero bizantino, la conquista della Sicilia araba, il coinvolgimento nelle crociate e le relazioni col mondo d’Oriente oltre che col resto d’Europa.
Infine, il volume presenta nell’ultima parte, oltre l’immancabile biografia, un indice dei nomi, una cronologia e una serie di carte geografiche che aiutano il lettore ad orientarsi.
Si tratta ovviamente di un testo introduttivo data la sproporzione tra la vastità dell’argomento (e dell’arco temporale) e il ridotto numero di pagine del libro, ma i saggi che permettono ai non addetti ai lavori, ai non specialisti (magari qualcuno che semplicemente non lo è ancora, perché tutti partiamo da zero) di iniziare ad esplorare un tema sono di importanza cruciale, sono mappe per la città della conoscenza che aiutano a direzionare i propri passi in un periodo che vede il fiorire e di fake news e la proliferazionne di nozioni raffazzonate.
In conclusione, soffermiamoci sull’autore: Hubert Houben è professore di storia medievale presso l’Università del Salento a Lecce, a cui è approdato dopo aver insegnato nelle Università della Basilicata (1983-84) e di Bologna (1992-94).
Nel suo curriculum vanta la direzione dell’Istituto Internazionale di Studi Federiciani del CNR nel 1994 – a questo gigante della storia ha anche dedicato il saggio Federico II. Imperatore, uomo, mito, sempre edito da il Mulino (2013) – e dal 2007 ricopre la carica di presidente del Centro interdipartimentale di ricerca sull’Ordine Teutonico nel Mediterraneo (CIROTM) dell’Università del Salento. Dal 2016 è Presidente della Commissione Storica Internazionale per la ricerca sull’Ordine Teutonico (Internationale Historische Kommission zur Erforschung des Deutschens Ordens) e membro del Consiglio scientifico del progetto “L’edizione dei diplomi dell’imperatore Federico II” della Commissione Storica dell’Accademia Bavarese delle Scienze (Bayerische Akademie der Wissenschaften).
Resta poco da aggiungere, se non il suggerimento per i neofiti di iniziare ad esplorare il mondo dei normanni partendo proprio da questo volume.
Valérie Morisi