Se l’anno scorso vi abbiamo parlato, per il medievalismo religioso, dei famosi flagellanti Vattienti e Battenti, oggi vi portiamo a conoscere altre processioni che si tengono durante la Settimana Santa di Pasqua e che conservano il rito della penitenza, con o senza flagellazione, come tradizione popolare. Meno celebri di quelli già trattati, ma non per questo meno importanti, sono i casi di Priverno (LT), San Lorenzo Maggiore (BN) e Cassano all’Ionio (CS).

Iniziamo dal primo: i Sacconi neri di Priverno.

La processione, molto suggestiva, ha luogo durante il Venerdì Santo. In questa giornata, di grande valore sociale e religioso, troviamo una via crucis pasquale arricchita di peculiarità che si trovano solo in questo piccolo paese in provincia di Latina. Alla processione partecipa tutto il paese, ma sono i protagonisti di questo rito a renderlo così particolare: le anime bianche e le anime nere (chiamate localmente sacconi neri). Dopo una preghiera pomeridiana nella cattedrale, ecco che inizia la sfilata sacra con le anime bianche (membri delle confraternite del posto) che aprono la strada alle anime nere, due detenuti (protetti dall’anonimato – grazie al cappuccio nero che indossano) che, desiderosi di espiare le proprie colpe davanti a Dio, hanno ottenuto un permesso speciale per partecipare all’evento. I detenuti, a cui poco prima di iniziare sono legate ai piedi pesanti catene di ferro, percorrono a piedi scalzi le vie di Priverno, portando sulle spalle grandi croci che rappresentano simbolicamente non soltanto la passione del Cristo ma anche la loro. Il corteo, accompagnato dai cori intonati dalle contrade, prosegue il suo cammino fermandosi davanti ad ogni chiesa del paese fino a ritornare alla cattedrale, dove salendo la lunga scalinata le anime nere avranno finalmente espiato i loro peccati.

Secondo caso: i Battenti di San Lorenzo Maggiore.

Anche in questo caso, come a Priverno, la processione si svolge di Venerdì Santo. La penitenza è sempre il fine ultimo dei partecipanti che, nei loro rituali, si avvicinano molto ai Battenti di Guardia Sanframondi. Il tutto inizia con i penitenti che, senza farlo sapere ad amici e parenti, si recano in chiesa per mettersi l’abito bianco – simbolo di purificazione – ed il cappuccio che lascia scoperti solo gli occhi e garantisce loro l’anonimato; indossato l’abito, viene poi il momento di legarsi una corda intorno al vestito e di indossare la corona di spine fatta da loro. È solo dopo la vestizione che inizia la processione in cui, scalzi, percorrono le strade del paese fino ad arrivare alla chiesa del Santissimo Nome di Dio. Durante il percorso, i battenti si fustigano con la “disciplina”, catena con piastre di ferro simile al flagello (sferza fatta di funicelle che termina con palline metalliche). Il corteo, accompagnato dai membri delle congregazioni cittadine e dai cori dei ragazzi, partecipa sentitamente al dolore della Madonna che cerca il figlio e si conclude con i battenti che entrano nella Chiesa del SS Nome di Dio in ginocchio.

Terzo caso: i Flagellanti di Cassano all’Ionio.

A differenza di tutti gli altri casi citati, il rituale pasquale di Cassano all’Ionio si divide in due giornate: Giovedì e Venerdì Santo. Nella prima giornata all’interno della Cattedrale si officia la “Predica di Passione”, seguita da una cerimonia, conosciuta come “Chiamata della Madonna”, in cui viene posto tra le braccia della Vergine il figlio crocifisso. Durante il Venerdì Santo, invece, ha luogo la “Processione dei Misteri” che dura tutta la giornata e all’interno della quale viene rappresentata la Passione di Cristo. Il corteo è seguito dai flagellanti, vestiti di bianco e incappucciati per mantenere l’anonimato, che si percuotono con funi o catene in segno di dolore. Tutta la cerimonia è accompagnata da un lamento eseguito dalle donne del paese che scortano la statua della Vergine. Oltre ai penitenti, un’altra particolarità di questa processione è costituita dalla sfilata dei “misteri” o “varette”, statue di cartapesta raffiguranti la Passione di Cristo, e dagli strumenti musicali utilizzati la troccola (cassa armonica di legno su cui battono dei martelletti) e la buccina (strumento a fiato).

Queste processioni, così come le prime di cui vi abbiamo parlato, oltre ad essere suggestive e ad avere un gran valore simbolico, meriterebbero di essere oggetto di studi più approfonditi, perché esse costituiscono per tutti noi un patrimonio inestimabile non solo dal punto di vista storico, ma anche religioso, folkloristico e antropologico.

 

Martina Corona

(ph. credits: Giacomo Rosato) 

 

Per approfondire:

Adnkronos, Catene e piedi nudi, il Venerdì Santo dei flagellanti

Angelini Edoardo, Le confraternite di Priverno, La Ricerca Folklorica No. 52, La devozione dei laici: Confraternite di Roma e del Lazio dal Medioevo ad oggi, San Zeno Naviglio, Grafo Spa, 2005

Comune di Cassano all’Ionio

Fatto a Latina, Priverno: i sacconi neri: penitenti scalzi e incatenati della processione

Ntr24, San Lorenzo Maggiore si prepara alla Pasqua: Battenti in processione per il Venerdì Santo

Tursi Matilde, Il Venerdì Santo a Cassano allo Ionio. Origini, sviluppi e mutamenti, La Mongolfiera Editrice Alternativa, Doria di Cassano Jonio, 2009

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Written by : Redazione

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