Oggi ho il piacere di presentarvi il nuovo saggio di Antonio Musarra Urbano II e l’Italia delle città. Riforma, crociata e spazi politici alla fine dell’XI secolo, edito dalla casa editrice Il Mulino nel gennaio del 2023.
Ricordiamo che il Professore ha già collaborato con noi di Medievaleggiando. Infatti abbiamo redatto un’intervista dal titolo Genova, il Mediterraneo, le Crociate e una Diretta che potrete recuperare sul nostro canale Instagram dove parlammo, ovviamente, di Crociate. Inoltre è esperto di storia genovese, di Medioevo mediterraneo e della Gerusalemme medievale.
Con questa sua ultima pubblicazione viene presentata sia al pubblico degli specialisti che agli appassionati del settore, una tesi che ha destato la nostra attenzione e curiosità: ovvero il rapporto fra le nascenti autonomie comunali, la riforma della Chiesa e la Crociata, a cavallo fra l’XI e il XII secolo. Questi temi, fin dall’inizio del secolo scorso, sono stati trattati a compartimenti stagni, senza ‘contaminazioni’ fra le rispettive aree di ricerca, aspetto che vuole essere superato dal presente studio.
Il saggio prende le mosse dalla figura di Urbano II (al secolo Eudes o Odo) analizzando molteplici aspetti della sua figura, come l’importanza della scelta onomastica e la sua visione della Chiesa che si accingeva a governare. Inoltre vengono analizzati i rapporti che Urbano intrattenne con le principali personalità dell’epoca: Alessio Comneno, basileus (imperatore) di Costantinopoli, Ruggero d’Altavilla re di Sicilia, Enrico IV imperatore del Sacro Romano Impero e Matilde di Canossa.
Successivamente il saggio, entra nel merito delle questioni trattate, spaziando nella geografia dell’Italia dell’epoca. Infatti il pontificato di Urbano II fu all’insegna del viaggio, che compì tanto nel Sud che nel Nord della penisola italiana quanto nel Sud della Francia.
Il viaggio era utilizzato come strumento politico per suggellare una serie di alleanze di alto profilo. Infatti si recò cinque volte nel Sud Italia per rinsaldare il legame con i Normanni (che avevano cacciato dalla Sicilia i musulmani, con la conquista di Noto del 1091) e con i Bizantini.
Altrettanto importanti sono i viaggi nel Nord della penisola che, rispetto alle tappe francesi, sono stati ancora poco studiati. Urbano II quindi, attraversò la Tuscia e, una volta raggiunta Piacenza, in Emilia, vi tenne un importante Concilio. Infine, nelle Gallie, nel contesto del sinodo di Clermont Ferrand (1095) il papa pronunciò il celebre discorso di appello alla ‘prima’ crociata, per poi tornare a Roma.
Ora occorre fare una precisazione. Nel periodo trattato dal saggio, oltre Urbano II figura anche un secondo papa: Clemente III al secolo Guiberto di Ravenna, di osservanza imperiale. I viaggi di Urbano II nel Regnum Italiae (il Centro-Nord della penisola italiana) avevano come obiettivo la sostituzione del clero fedele a papa Clemente III con un vescovo di osservanza romana.
Quindi la rimozione dei vescovi scismatici e filoimperiali, che detenevano anche una funzione politica sulle città, avrebbe generato una ‘spinta propulsiva’ in direzione delle ‘autonomie locali’. Gli esempi degli interventi diretti di Urbano sono riscontrabili (anche se Musarra sottolinea, con estrema professionalità, che siamo di fronte ad ipotesi da verificare) in città come Genova, Bologna, Milano, Pisa e Lucca, solo per citare le principali. Il saggio poi, entra nello specifico di questi temi affrontando il delicato aspetto dell’ecclesiologia urbaniana, studiata mediante l’analisi dell’epistolario del papa.
Secondo Urbano la giurisdizione papale si sarebbe dovuta manifestare con la recuperatio (come veniva chiamata la crociata, termine che compare solo nel Rinascimento) delle sedi episcopali occupate dai musulmani (come Sicilia e Spagna), sia in regioni europee che asiatiche dove c’era una presenza cristiana.
Nelle intenzioni del pontefice, la Crociata, era un mezzo per mettere al centro della cristianità il papato, sfaldare il clero che patteggiava per l’Imperatore e convogliare le ‘energie’ delle nascenti ‘autonomie’ comunali, in un progetto di vasto respiro per la Societas Christiana, la crociata stessa.
Il saggio poi, si chiude con un capitolo sulla presa di Gerusalemme del 1099: grande fu il giubilo degli uomini di Chiesa per questo avvenimento. La conquista della città santa per eccellenza, venne salutata tra i tanti da Ivo di Chartres vescovo dell’omonima città francese, come l’entrata del popolo d’Israele nella Terra Promessa. Urbano II morì pochi giorni dopo questa impresa e gli subentrerà Pasquale II, al secolo Raniero di Bleda.
Quindi la Crociata nasceva internamente alle questioni della Riforma della Chiesa, sfruttata a dovere dal papa per imporre il centralismo romano. In questa maniera, in linea teorica, la Chiesa avrebbe sovrastato sia i laici di estrazione imperiale, reale e feudale che i pagani. Questo saggio è sicuramente consigliato a chi pratica il ‘mestiere dello storico’ e agli appassionati del settore, ovvero a quelli che studiano la storia per penetrare i meccanismi più reconditi delle società passate.
Andrea Feliziani