È un piacere per noi di Medievaleggiando essere in compagnia dell’amica e partner Martina Michelangeli, docente di Discipline Letterarie, che con la sua pagina social “LetteraturArte” racconta la letteratura al pubblico giovane. Martina dopo la laurea ha concentrato la sua attenzione nel campo critico-filologico, in particolare riguardo gli studi danteschi. Nel febbraio 2012 la “Società Editrice Dante Alighieri SRL” ha pubblicato in ebook la sua tesi triennale, mentre nel marzo 2014 la “Edizioni Galassia Arte” ha pubblicato un saggio sullo studio delle rime della “Divina Commedia”. Nell’aprile dello stesso anno la “Edizioni Accademiche Italiane” ha pubblicato la sua tesi di laurea magistrale come pubblicazione scientifica; a luglio la “Edizioni Progetto Cultura” ha pubblicato il saggio di critica dantesca “Le Egloghe di Dante Alighieri”. Dal febbraio 2014 cura eventi culturali per la divulgazione della letteratura italiana, appoggiandosi a caffè letterari ed associazioni culturali. Nel 2017 è stato presentato il suo spettacolo originale e inedito “Donna m’apparve…Nelle dolci rime d’amore”, presso il Museo Casa di Dante a Firenze. Nel 2018 lo stesso spettacolo è stato scelto dal Comitato di Torino della Società Dante Alighieri, per la “Giornata Internazionale della Donna”. Nel 2019 il suo spettacolo originale ed inedito “A filar versi – Faber e il Medioevo” ha aperto La Notte Medievale, nella manifestazione della Primavera Medievale di Bevagna. Insieme al suo ruolo di docente, sostiene la divulgazione della cultura e della letteratura italiana tramite i social, e collabora con la rivista Corriere d’Europa per le sezioni di Letteratura e Linguaggio. Per noi cura le rubriche di #MedioevoInnamorato e #MedioevoDivino.

  1. Ciao Martina, bentrovata e grazie di aver accettato in nostro invito. In questa settimana tematica dedicata a Dante, non poteva mancare un’intervista su questo grande autore della letteratura. Come prima domanda di rito dovremmo chiederci tutti: chi era Dante Alighieri?

Grazie a voi di Medievaleggiando per l’invito. Dante era prima di tutto un uomo del Medioevo, dedito alla politica (e quindi al bene civile e comune della sua città), e un uomo di lettere, che però era già così avanti con le sue idee e che si batté fino all’ultimo per innalzare il volgare, quindi l’italiano da tutti parlato, come lingua della letteratura. Questo concetto è riferito da Dante proprio nelle sue Egloghe, ultima opera del poeta fiorentino che non si lasciò convincere dai suoi contemporanei sull’abbandonare l’uso del volgare per la sua Commedia: per nostra fortuna!

 

  1. È stato definito da molti, e a ragione, il padre della letteratura italiana e conta una produzione molto vasta. Sicuramente l’opera più famosa, sia qui che all’estero, è la Divina Commedia. Per chi non l’ha mai studiata o approfondita, potresti dirci dove risiede la grandezza di quest’opera e perché leggerla ancora oggi?

Domanda impegnativa: credo che tutto possa essere racchiuso in due parole. Curiosità e Amore.

Curiosità è per me una parola fondamentale quando parlo e scrivo di Dante, perché è parte del suo messaggio: gli uomini non devono fermarsi mai, è importante essere sempre desiderosi di scoprire e di conoscere il mondo e gli altri uomini, come ci viene rivelato dalle famosissime parole di Ulisse nel canto XXVI dell’Inferno, “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Amore perché Dante ha scritto la Divina Commedia per una donna, la sua gentilissima Beatrice: Dante, con il suo viaggio, rivela che ognuno ha un proprio fine nel cammino della propria vita e l’amore, la legge che “move il sole e l’altre stelle” (cioè che muove tutto l’universo), può solo indirizzare ognuno di noi verso la diritta via, come questa Beatrice fece con Dante. Proprio per ringraziare Beatrice di questo suo ruolo Dante compose la “Divina Commedia”, per aiutarci anche a comprendere noi stessi e gli altri.

 

  1. Inferno, Purgatorio e Paradiso, tre cantiche che hanno segnato l’immaginario di chiunque ne abbia sentito parlare. Secondo te come mai questa sua descrizione dell’al di là ci è rimasta così impressa oggi come allora?

Sicuramente gli uomini, sin dai tempi antichi, sono sempre stati attratti verso quello che si potrebbe definire “l’oltreumano” e il divino; Dante è riuscito con un linguaggio fruibile a tutti e attraverso la bellezza della poesia a farcelo conoscere.

Dopo tutto chi è che non si è mai chiesto come fosse l’Inferno o il Paradiso durante la sua vita? Solo Dante, in riferimento alla cultura cristiana, è riuscito a fornirci dei dettagli così immediati e comprensibili a tal punto che luoghi e personaggi danteschi sono rimasti nell’immaginario collettivo contemporaneo, per non parlare di determinati termini o frasi che ancora oggi usiamo per descrivere un luogo infernale o paradisiaco. Per il Purgatorio esiste un discorso differente, poiché ad oggi secondo la dottrina cristiana il Purgatorio fu un’invenzione tipicamente medievale.

 

  1. Non solo la Commedia, ma anche Vita Nova, Convivio, De vulgari eloquentia, De Monarchia. Opere di matrice diversa che hanno lasciato un’impronta ben definita nella letteratura italiana. Perché, tra queste, ci ricordiamo di più la Vita Nova? Forse perché si ricollega al Dolce StilNovo?

Credo perché nel libro si racconta una storia in generale vissuta da tutti gli uomini: Dante narra l’innamoramento che ebbe verso una giovane e bella ragazza della sua città. Questo amore era talmente forte che Dante non riusciva a nasconderlo del tutto e chiedeva aiuto ai suoi amici, per cercare di risollevarsi. Poiché poi, ai tempi, non era ben vista la manifestazione di un amore lontano dal vincolo del matrimonio, Dante aveva bisogno di “distrarsi” e così ci racconta anche delle altre donne che sono entrate nella sua vita. Beatrice, poi, che era una donna (senza essere fraintesi) come le altre, vedendo che Dante non le prestava più attenzioni, si offende e gli toglie il saluto. Questo ovviamente rende infelice Dante, che cerca di consolarsi con la sua passione più grande: la poesia, e poi alla morte dell’amata con la politica. Si potrebbe dire che assomiglia quasi alla storia di ogni adolescente o giovane uomo innamorato. Ovviamente quest’Opera è la massima espressione del Dolce Stilnovo, per cui Beatrice non è solo un amore terreno, ma è un amore che porta il poeta oltre l’umano, aumentando gli effetti dei suoi sentimenti e le sensazioni vissute durante l’innamoramento.

 

  1. Sfatiamo un mito. Molti pensano che Dante fosse legato esclusivamente a Beatrice, mentre come sappiamo in realtà era sposato con Gemma Donati. Questo piccolo esempio ci fa capire la distanza tra la letteratura e la vita quotidiana, secondo te com’era in realtà il nostro Sommo Poeta nella vita di tutti i giorni?

Da quello che si legge nelle biografie, Dante era un uomo molto particolare. Ovviamente che fosse propenso alle attenzioni verso le donne non è assolutamente cosa nascosta, solo che a scuola non si studia questo lato “umano” di Dante. Anche se lo stesso Poeta lo rivela direttamente nella Divina Commedia: dopo tutto la prima fiera che Dante incontra è proprio la lonza che rappresenta la lussuria. Dante era anche un uomo molto severo con i suoi contemporanei, in particolare dal punto di vista politico e sociale: viene raccontato nelle biografie che era un uomo che aveva sempre la risposta pronta e una memoria invidiabile, a tal punto da lasciare spesso i suoi interlocutori senza parole per rispondergli. Credo che fosse stato un uomo di cui si parlava molto anche ai suoi tempi: dopotutto era un personaggio pubblico, data la sua carriera politica a Firenze, e un uomo con le idee molto chiare e che probabilmente non si creava problemi a dire sempre la sua opinione.

 

  1. Dante è stato un personaggio molto impegnato nella vita e nella politica dell’epoca, cosa che gli costò anche l’esilio. Quanto hanno influito le vicende esterne nelle opere del poeta?

Molto. In tutta la sua poetica noi troviamo la sua vita.

Non solo dal punto di vista umano, per quello che Dante visse a causa dell’esilio; ma anche per le questioni letterarie e ideologiche: sicuramente scrivere il De Monarchia, un trattato politico in latino, in un momento di viva delusione verso la situazione politica a lui contemporanea, influì sulla composizione dell’opera. Anche per il De Vulgari Eloquentia (opera che credo sia da necessario da far studiare a scuola) Dante mostrò come la divisione linguistica e politica dell’Italia sia stata un input per trattare di un argomento rivoluzionario ai tempi, e credo che lo sia stato anche l’esilio: non poter più tornare a Firenze, voleva dire per Dante girare per le corti d’Italia, in cui non c’era ancora una lingua nazionale e per lui era necessario farsi comprendere non solo come politico ma anche come poeta. Concetto chiaro nella scelta della lingua per la Divina Commedia.

 

  1. Essendo il settecentenario della morte di Dante, questo forse è l’anno in cui lo vedremo riproposto più spesso. Da questa bellissima celebrazione, pensi che possano venire fuori altri spunti per lo studio dell’autore e delle sue opere?

Credo, e spero, che questa manifestazione possa essere un trampolino di lancio per la cultura italiana: sono nate tantissime attività culturali in tutta Italia e all’estero per omaggiare Dante. Forse serviva un momento di unione culturale come questa per ricordarci del grande patrimonio che abbiamo.

Pensate che durante la mia ultima conferenza online riguardo le donne di Dante, hanno partecipato delle persone dall’Inghilterra e dall’Argentina: questo vuol dire che le persone hanno desiderio e voglia di conoscere, di scoprire (è tornata la Curiosità citata prima). Credo che le istituzioni stiano avendo la conferma di una rinascita culturale e ora abbiano la possibilità di ricavare da queste celebrazioni tantissime idee per divulgare la nostra bella cultura, non solo letteraria, ma anche nel campo dell’arte, dell’architettura, della storia, del cinema e del teatro. Purtroppo qualche volta ci dimentichiamo del “tesoro” che abbiamo noi italiani.

 

  1. Siamo nel XXI secolo e approcciare alla letteratura medievale non è facile per le nuove generazioni. Purtroppo, le opere antiche vengono molto spesso percepite come “vecchie” o non interessanti. La fortuna di Dante, se così possiamo dire, è stata quella di essere stato rivisitato in prodotti come fumetti e videogiochi, che tra l’altro hanno avuto molto successo. Pensi che questo tipo di rilettura e riscrittura possa avvicinare le giovani generazioni all’opera originale?

Personalmente io amo gli adattamenti dei classici, se però non portano a un totale stravolgimento dell’opera. Comunque sì, credo che un punto su cui soffermarci, in particolare per noi insegnanti nelle scuole secondarie, sia di trovare il modo di far avvicinare Dante ai nostri studenti e quindi alle giovani generazioni. Non solo durante le classiche lezioni a scuola, ma anche attraverso lavori, progetti e portandoli a far conoscere un mondo dietro allo studio di Dante, a loro più vicino e fruibile: quest’anno sono stati pubblicati diversi albi, fumetti, saggi per ragazzi e inaugurate mostre di giovani disegnatori, che hanno interpretato i versi di Dante a loro modo.

Ovviamente i Social per questo possono dare davvero una mano, perché a differenza di quello che si possa pensare, se usati bene i social sono un prezioso strumento di divulgazione culturale, proprio per un pubblico giovane: perché la cultura è di tutti, non solo di coloro che si trovano nelle accademie (e in questo ci credeva anche Dante, altrimenti non avrebbe scelto il volgare per il suo capolavoro).

 

  1. Con il tuo progetto “LetteraturArte” stai sfruttando i social come veicolo per l’insegnamento. Pensi che questi mezzi, se usati bene, possano aiutare il pubblico giovane e non ad appassionarsi a Dante e alle sue opere?

Certamente, come detto prima credo che i social siano un mezzo utilissimo: sono immediati, hanno la capacità di catturare l’attenzione del pubblico su qualcosa che possa stimolare il loro interesse. Io ho aperto il mio canale “LetteraturArte” (l’Arte di raccontare la Letteratura) nel 2014, dopo la mia laurea magistrale e le mie pubblicazioni: ora per me la divulgazione è diventato un lavoro. La cultura è in continuo movimento ed è importantissimo tenersi sempre aggiornati su ciò che ci circonda: nel mio caso per webinar, eventi culturali e libri. Per questo io credo molto nell’uso dei social, per aiutare le persone a conoscere una parte del vastissimo mondo culturale intorno a noi, perché nella vita non si può stare fermi, bisogna conoscere e arricchirsi. In particolare con l’emergenza sanitaria abbiamo scoperto che non possiamo allontanarci dal mondo, e per questo motivo ho creduto ancora di più in questo mio progetto.

 

  • Hai qualche progetto a riguardo?

Al momento sono molto impegnata con le conferenze online per Dante2021: fino a giugno ho già l’agenda ricca d’incontri, organizzati per associazioni culturali, biblioteche, musei e amministrazioni comunali. Proprio su questo ho una notizia che mi riempie di orgoglio: il mio spettacolo “Donna m’apparve…Nelle dolci rime d’amor” ha ufficialmente ricevuto il patrocinio del Comitato Nazionale Dante2021 ed è stato inserito fra gli eventi di questa importante manifestazione culturale. Probabilmente dovrei iniziare a progettare un mio canale YouTube, come suggerito anche dai miei studenti, per raccontare di Dante e della Letteratura Italiana.

 

  1. Ultima domanda prima di salutarci. Tutto è stato detto e se non tutto quasi, ma c’è sempre la possibilità di rimanere sorpresi. Secondo te c’è ancora qualcosa da scoprire su Dante? E perché bisognerebbe leggere Dante nel 2021?

“Non basta una vita per scoprire Dante”: questo dico sempre ai miei studenti quando iniziamo a studiare il Sommo.

Credo che sia necessario leggere Dante oggi, perché attraverso la Divina Commedia Dante rivela che l’Amore, in quanto Passione identificata come una fiamma, ci rende vivi.

Giovanni Boccaccio (definito il primo fedele del Poeta fiorentino) disse che Dante è colui che dà, che dona e questo concetto è fondamentale poiché nell’epoca medievale il nome di un uomo designava il suo destino. Dante ci ha donato, e ancora ci dona dopo 700 anni dalla sua morte, una lezione di vita incredibile: ogni uomo ha uno scopo da seguire nel cammino della propria vita, e le nostre passioni aiutano a indirizzare ognuno di noi verso la diritta via per allontanarci dai momenti di oscurità. Oggi tutti noi stiamo vivendo un momento di buio, per le nostre vite personali e per la nostra comunità nazionale; credo, perciò, che leggere Dante, non solo quest’anno ma anche negli anni a venire, possa essere una importante occasione per ricevere con consapevolezza nel profondo del nostro cuore il dono di Dante.

 

Ringraziamo Martina per la sua disponibilità e mi raccomando continuate a seguire i suoi meravigliosi progetti!

Martina Corona

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Written by : Redazione

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