Il titolo il Canzoniere fu attribuito nel Cinquecento da un tipografo. Petrarca infatti intitolò la sua raccolta di 366 poesie in volgare Rerum Vulgarium Fragmenta (Frammenti di cose volgari). La scelta del termine “frammenti” indica che le poesie fanno riferimento a momenti diversi della sua vita e a differenti stati d’animo. Petrarca raccoglie questi frammenti in una struttura unitaria con lo scopo di rendere visibile il percorso interiore che egli ha compiuto nel corso della sua esistenza e tale cammino ha un punto di svolta: la morte di Laura avvenuta nel 1348 a causa della peste.
Il Canzoniere infatti si divide in due parti: la prima con le poesie composte in vita di Laura e la seconda con le poesie composte in morte di Laura. La morte dell’amata, nel contesto della peste che decimò la popolazione europea, porta il poeta a riflettere sulla sua vita: egli decide di privilegiare la ricerca dei valori spirituali rispetto al successo e ai piaceri terreni (che aveva caratterizzato quasi tutta la prima fase della sua esistenza). Nella prima parte della raccolta, precedente “alla svolta”, prevalgono due temi: il desiderio del successo letterario, quindi la gloria poetica, e l’amore per Laura; nella seconda parte i temi principali raccontati sono il dolore per la morte dell’amata, la ricerca di valori spirituali, l’amicizia e la necessità di una nuova situazione politica.
Il tema principale che costituisce il filo conduttore dell’opera è l’amore che resta però non corrisposto. Petrarca indaga tutte le conseguenze psicologiche che questo sentimento genera nel suo animo come l’esaltazione iniziale, la vergogna che egli prova nei confronti degli altri uomini e il conflitto interiore derivante da quel mancato amore e al tempo stesso dall’avversione nei confronti della donna, proprio perché non interessata all’amore del Poeta. Questo sentimento di fallimento interiore porta Petrarca a un desiderio di solitudine, cercando un nuovo rapporto con la natura.
Si inaugura così un modo tutto nuovo di parlare d’amore, capace di coinvolgere direttamente il lettore che si riconosce nei sentimenti provati dallo stesso poeta. Petrarca descrive Laura dal punto di vista fisico e inserendola anche nei luoghi dalla donna realmente frequentati. Laura quindi, a differenza di tutta la tradizione poetica precedente, è una donna concreta e allo stesso tempo però la sua figura acquisisce un valore simbolico: Laura rappresenta anche la ricerca dei piaceri terreni, effimeri e vani, quindi illusori che il poeta ha inseguito per gran parte della sua vita.
Il nome Laura infatti è utilizzato anche per riferirsi al Lauro, cioè la pianta usata per incoronare i poeti (riconoscimento che a Petrarca venne attribuito al Campidoglio a Roma). L’amore per la donna diventa quindi il simbolo delle passioni terrene che lo hanno travolto durante la sua vita, impedendogli però di cercare la vera felicità che nell’uomo deriva soltanto dalla ricerca interiore e spirituale. Alla poesia Petrarca riconosce un valore molto importante grazie all’uso di un linguaggio preciso e ricercato, insieme a una componente musicale da accompagnamento alle parole rendendo dolci e armoniosi i suoni, e all’originalità delle figure retoriche (un vero e proprio strumento dell’arte poetica), in modo da consentire a Petrarca di esprimere anche i sentimenti più profondi e difficili da poter comunicare. La poesia quindi svolge tre funzioni fondamentali: una funzione conoscitiva, cioè in grado di indagare l’animo umano portando in superficie le verità nascoste; funzione consolatoria, in grado di pacificare i conflitti interiori dell’uomo e funzione estetica, capace di far vivere intensamente i momenti di grande bellezza che l’arte poetica procura nel cuore. Il volgare toscano di Petrarca è una lingua diversa da quella precedentemente usata dai poeti toscani, perché il poeta non visse quasi mai nella sua terra d’origine e non subì l’influenza delle parlate cittadine. Si tratta di una lingua frutto dello studio dei diversi volgari letterari e di una profonda conoscenza del latino classico, da cui Petrarca riuscì a trarre la ricchezza delle figure retoriche, costruendo una lingua armonica e musicale che diventerà un modello di lingua letteraria da imitare.
Martina Michelangeli x Medievaleggiando