Il 536. L’anno più freddo del Medioevo

Il 536 d.C. è stato definito da una certa storiografia come l’anno più freddo del Medioevo, il peggiore nel quale vivere. Questa realtà è stata rappresentata sia da fonti scritte sia da letture geologiche di alcuni dati, che ne hanno confermato la portata. Seguendo alcuni cronisti dell’epoca infatti, sappiamo che i cieli si oscurarono per un periodo complessivo di 12-18 mesi. Questa condizione ambientale influì negativamente sui raccolti europei e tale situazione forse scatenò l’epidemia di peste giustinianea ed altre malattie, a causa di una cattiva nutrizione delle popolazioni che, di fronte ad una serie di agenti patogeni, si ammalarono più facilmente ( per approfondire questi argomenti  leggere “La peste giustinianea del 541” e “La lebbra: storia di una malattia “medievale). Questa situazione di inasprimento del clima in un anno ben precisato, si inserisce in una fase di generale recrudescenza dello stesso, che prese le mosse intorno al 450 d.C. e si mantenne tale fino al 650 ca. periodo definitopiccola glaciazione tardo-antica” e che determinò un abbassamento delle temperature di circa 2 C°.

Andiamo ora a vedere come alcune personalità del 536, vissero questa situazione per poi allargare lo sguardo alla natura geologica dell’evento.

Per quanto riguarda le fonti cronachistiche, sono molti coloro che parlano di questa anomalia ambientale: ad esempio Procopio di Cesarea, mentre si trovava al seguito del generale Belisario nella penisola italica, scrive nella sua opera “Le Guerre” che il sole non scaldava più come prima, i raggi erano deboli alla maniera della luna. Anche Giovanni di Efeso, vescovo orientale e autore di una celeberrima storia ecclesiastica, ci fornisce la sua versione sostenendo che il sole era come malato e che questa situazione di semi oscurità durò ben diciotto mesi.

Fin qui sembra tutto chiaro ma molti storici del secolo scorso non diedero troppo peso a queste considerazioni bollandole come mera retorica finché negli anni ‘80 del ‘900, alcuni scienziati della Nasa, si resero conto che nel secondo quarto del V secolo, si verificò un forte cambiamento climatico! L’equipe in questione se ne accorse sia tramite lo studio dei carotaggi nei ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide sia con l’ausilio della dendrocronologia, lo studio dell’accrescimento degli alberi.

Come è possibile trarre dei dati specifici dalle “carote” di ghiaccio?

Semplicemente perché il ghiaccio si stratifica nel tempo e all’interno di questi “anelli” che si sono formati, i geologi della Nasa individuarono (nel periodo che intercorse tra il 532 ed il 536) una concentrazione eccessiva di polveri acide, provenienti da una serie di eruzioni vulcaniche. Inoltre è stata utilizzata anche la dendrocronologia, che ha evidenziato una ridotta crescita degli alberi nel periodo considerato. Anche alcune fonti irlandesi, come gli Annali dell’Ulster e la cronaca di Inisfallen, confermano quanto sostenuto finora; ma c’è di più dato che anche gli Annali Cinesi menzionano la scomparsa di Canopo, la stella più brillante, oscurata dal pulviscolo vulcanico. Inoltre sottolineano anche la caduta di neve nella località di Shandong, che si trova alla stessa latitudine della Sicilia!

Alcuni storici e geologi quindi, incolpano il Krakatoa, un vulcano sito in Indonesia, mentre altri sono ben restii a indicare con precisione il luogo dell’evento. Comunque questa eruzione oscurò i cieli e i raggi del sole risultarono molto più deboli e questo ebbe i suoi effetti nefasti sulla fotosintesi clorofilliana e quindi, sui raccolti e sulla salute delle popolazioni. Immaginiamoci questa situazione ambientale unita all’imperversare della guerra greco gotica (535-553)! In questo caso lo stereotipo del Dark Age, tanto caro al Trono di Spade, appare molto più simile e vicino alla realtà di quanto si possa immaginare ma, allo stesso tempo, è innegabile che non tutto l’Alto Medioevo visse una fase così “buia” dato che proprio la celeberrima “Ripresa del mille” affonda le radici nel VIII secolo. Ma di questo ne parleremo un’altra volta.

Andrea Feliziani

Consigli di lettura

BEHRINGER WOLFGANG, Storia culturale del clima. Dall’era glaciale al riscaldamento globale, Bollati Boringhieri, Torino 2013.

GIBBONS ANN, Why 536 was ‘the worst year to be alive’ (https://www.sciencemag.org/news/2018/11/why-536-was-worst-year-be-alive)

GRESHKO MICHAEL, Colossal volcano behind ‘mystery’ global cooling finally found (https://www.nationalgeographic.com/science/article/colossal-volcano-behind-mystery-global-cooling-found)

HARPER KYLEIl destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un impero, Einaudi 2017.

S. WHITE, C PFISTER, F. MAUELSHAGEN, The Palgrave Handbook of Climate History, Palgrave, London, 2018.

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Written by : Redazione

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One Comment

  1. Laura 2 Novembre 2021 at 23:43 - Reply

    Sono una studiosa del Medioevo

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