Omero e Virgilio rappresentano, per la cultura greca e romana, i due grandi nomi dell’epica classica. Per quanto riguarda l’epica medievale non è possibile indicare un solo nome illustre: i poemi medievali, infatti, sono opera di diversi autori, che con i loro testi hanno reso onore allo spirito e ai colori dei popoli della loro epoca.

Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476 d.C., l’Europa fu segnata da importanti eventi che ne trasformarono profondamente l’ordinamento politico, la cultura e l’economia.

Nei territori dell’ex Impero romano si formarono i regni romano-barbarici nei quali, dopo una fase di disordini, i Romani impararono a convivere pacificamente con le popolazioni germaniche; da allora iniziò un processo di integrazione tra la cultura greco-romana e quella barbarica che portò alla formazione di nuovi popoli (i francesi, gli spagnoli, i tedeschi, ect) e alla diffusione delle lingue volgari in sostituzione del latino.

A partire dal IV secolo d.C., la religione cristiana si diffuse in Europa e la Chiesa divenne un importante punto di riferimento religioso, politico e sociale per il popolo. Con l’impero carolingio, dal IX secolo d.C. nacque un nuovo sistema politico e sociale, il feudalesimo, basato sul rapporto di vassallaggio tra un signore, che concedeva una porzione delle sue terre, il feudo, e un suo suddito, che in cambio giurava fedeltà e protezione al signore. La nascita della società feudale fece emergere una nuova classe sociale, la cavalleria, formata da guerrieri che combattevano a cavallo al servizio di un signore.

Nel Medioevo proprio i cavalieri divennero i protagonisti di una vasta produzione letteraria (chiamata per questo anche epica cavalleresca) formata da canzoni, poemi e romanzi che celebravano le loro imprese. Il nuovo modello di eroe divenne il “cavaliere senza macchia e senza paura” che combatte a cavallo spinto solo dai suoi nobili ideali. I compiti dei cavalieri erano di proteggere la fede cristiana da ogni nemico della Chiesa, difendere il proprio signore e soccorrere i più deboli. Il cavaliere medievale possiede una grande forza morale e spirituale che gli permette di dominare le passioni umane e i sentimenti negativi, come la gelosia e la vendetta (presenti invece negli eroi dell’epica classica, come nel personaggio di Achille).

Il cavaliere medievale è sempre pronto a rischiare la sua vita per far trionfare la giustizia, la lealtà e la carità: i valori fondamentali del cristianesimo, e per questo il cavaliere viene celebrato come il campione della fede, nel senso profondo di difensore della cristianità contro gli infedeli.
Tutto questo ha contribuito a creare nell’immaginario della letteratura medievale l’ideale di un eroe perfetto, depositario di ogni virtù e un vero modello di vita da seguire.

I più antichi poemi cavallereschi sono le chansons de geste (il termine francese geste, come l’italiano gesta, deriva dal latino gestae, cioè “imprese”), cioè canzoni trasmesse oralmente che raccontavano imprese eroiche. Importante è ricordare che, come per l’epica greca, anche le imprese eroiche dei cavalieri cristiani in un primo momento furono tramandate oralmente da cantori che recitavano le loro storie nelle corti e nelle piazze, accompagnati spesso da strumenti musicali. A partire dall’XI-XII secolo, queste storie furono raccolte da alcuni poeti, che le riunirono in base alle tematiche e le rielaborarono in forma scritta, dando così inizio alla Letteratura Cavalleresca.

 

Martina Michelangeli x Medievaleggiando 

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Written by : Redazione

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