Prima di trattare della struttura del Paradiso, dovete conoscere una leggenda riguardo la terza cantica della Commedia dantesca: alla morte di Dante, i figli pensano che il Paradiso non sia completo (mancano infatti gli ultimi 13 canti). Jacopo, figlio di Dante, trova questi capitoli in una nicchia del muro, nascosta da una tenda, dopo che Dante gli era apparso in sogno. Il viaggio di Dante così è concluso e la Commedia è completa!

La struttura del Paradiso dantesco riprende la cosmologia geocentrica aristotelica del cosiddetto sistema tolemaico: al centro dell’universo si trova la Terra e intorno ad essa ruotano nove sfere concentriche, i nove cieli del Paradiso (rivelando l’esistenza di una gerarchia di perfezione e di gratitudine verso l’amore di Dio).

Il terzo Regno ultraterreno non è un luogo fisico: gli angeli che Dante incontrerà sono un effetto di luce e musica e tutti gli “abitanti” di questo Regno si trovano nell’Empireo, ma in ogni cielo il Pellegrino incontra dei beati per rendere comprensibile alla sua mente mortale l’esperienza del Paradiso, come gli sarà spiegato dalla sua guida Beatrice.

Le prime sette sfere celesti riprendono il nome dai sette pianeti che hanno la loro orbita intorno alla terra e rispettivamente:

 

il cielo della Luna, cielo degli angeli e degli spiriti che mancarono ai voti;

il cielo di Mercurio, cielo degli arcangeli e degli spiriti attivi per desiderio di gloria;

il cielo di Venere, cielo dei principati e degli spiriti amanti;

il cielo del Sole, cielo dei potestà e degli spiriti sapienti;

il cielo di Marte, cielo delle virtù e degli spiriti militanti;

il cielo di Giove, cielo delle dominazioni e degli spiriti giusti;

il cielo di Saturno, cielo dei troni e degli spiriti contemplativi.

 

L’ottavo cielo è la sfera celeste delle Stelle Fisse, cielo dei cherubini nel trionfo di Cristo e di Maria, in cui orbitano tutti gli astri in posizioni reciproche e sempre uguali fra loro.

Nel nono cielo si trova il Primo Mobile, o Cristallino, il cielo dei serafini, il quale regola il movimento di tutti gli altri cieli sottostanti. Tra il Primo Mobile e l’Empireo ci sarà per il pellegrino Dante lo scambio di guida: Beatrice cederà il suo ruolo a San Bernardo, teologo mariano, che dovrà completare l’insegnamento di Beatrice nel percorso della Fede e intercederà presso la Vergine per permettere a Dante di contemplare la visione del Sommo Bene, di Dio.

Si arriva all’ultima tappa di questo lungo viaggio voluto dalla Grazia Divina: Dante si trova nell’Empireo, un luogo eterno, infinito di pura luce e amore, e fuori dal sistema fisico delle stelle, dei cieli e del tempo, dove si trova la Candida Rosa, con i beati e i cori angelici, arrivando alla visione ultima del Poeta che avverrà nel momento in cui Dante rivolgerà i suoi occhi alla luce divina, fissando il suo sguardo direttamente in Dio. Solo l’Empireo è il vero Paradiso, in quanto luogo immateriale e spirituale dove Dante vede il trionfo assoluto del Bene. 

I Beati, lungo il viaggio nel terzo regno, non si vedono: di loro Dante intuisce solo l’immagine e la forma umana dentro una sfera di luce; sono infatti punti luminosi o globi splendenti.

Dio appare come pura luce e come un punto geometrico immateriale ma luminoso; gli angeli hanno il viso raggiante e le ali d’oro (in contrasto con il buio e il linguaggio blasfemo e violento dell’inferno). Spesso quello che Dante ammira è indicato come “troppo bello” perché il poeta sappia descriverlo (come rivelato dallo stesso autore): Dante usa la recusatio, cioè esprime il rammarico di non saper rendere con parole le visioni.

 

Martina Michelangeli x Medievaleggiando

 

Per approfondire: 

ALIGHIERI DANTE, La Divina Commedia: a cura di Natalino Sapegno, Cetra, Torino 1961

 

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Written by : Redazione

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