Nel precedente articolo dedicato al medievalismo architettonico si è ricordato il ruolo centrale dell’Inghilterra nel processo di recupero delle forme medievali: si è visto come proprio all’interno di questa nazione i templi neogotici che erano comparsi nelle ville e nei parchi britannici diedero vita al fenomeno artistico del Gothic Revival. Eppure, verso la metà del secolo, qualcosa di più sostanzioso si affaccia all’orizzonte. Non più semplici tempietti da giardino, ma vere e proprie abitazioni. È il caso della villa di Strawberry Hill, ovvero la dimora neogotica del letterato Horace Walpole (1717-1797).
La villa, acquistata da Walpole nel 1747, è considerata il primo esempio compiuto e ben strutturato di architettura neogotica. È a partire dal 1753 che si inizia a ristrutturare l’edificio in senso neogotico, fornendogli un aspetto medievaleggiante. Nella mente del proprietario, infatti, c’è l’idea di trasformare la villa in un piccolo castello in stile gotico dalle forme lievi e decorative. Importantissimo in questo senso è il giudizio dello studioso Kenneth Clark, che reputa la villa di Strawberry Hill una struttura priva di anima, dove tutto è ridotto ad ornamento. Sulla base di questa considerazione, Clark arriva addirittura a valutare la villa come più aderente al raffinato stile rococò che a quello gotico.
La scelta di costruire questo luogo secondo il modello medievale non è connessa alla validità tecnica dell’architettura gotica; piuttosto, alla base della struttura nata presso Strawberry Hill, sembra esserci il generalizzato apprezzamento degli inglesi verso l’estetica gotica. Nel trasformare la villa in castello, svariati architetti vengono coinvolti nel progetto: John Cute, Richard Bentley, James Essex, Johann Heinrich Muntz, ed infine John Carter. Tra gli Anni cinquanta ed ottanta del Settecento, i suddetti architetti si alternano nella realizzazione dell’innovativo edificio dando inizio ad una nuova moda, ovvero quella di estendere lo stile gotico alle strutture private che di norma prediligevano un gusto più classicheggiante e palladiano. Il neogotico del 1700 non si lega più soltanto alle chiese o ai luoghi del potere, come sovente accadeva per le originarie architetture gotiche, ma viene esteso anche agli edifici civili e privati: tale è la portata rivoluzionaria della villa di Strawberry Hill.
L’edificio viene ben descritto in un testo dello stesso Walpole del 1774, intitolato A Description of the Villa. Dando vita a quest’opera, Walpole è intenzionato a tracciare una descrizione dei vari ambienti della villa, indicando di volta in volta i modelli artistici medievali ai quali si ispira per dare forma alle stanze di Strawberry Hill House. Tra gli ambienti interni descritti da Walpole, si ritrova l’iconica Gallery. Si tratta di un corridoio che con i suoi 56 metri di lunghezza, ricalca le impronte di uno spazio museale, una vera e propria galleria da pinacoteca. Dalla Description of the Villa emerge che per realizzare il soffitto della galleria neogotica Walpole si è ispirato alle volte pendenti della cappella di Enrico VII presso Westminster (ill. 1).

Ill. 1 Londra, abbazia di Westminster, volte della cappella di Enrico VII, XVI secolo.
Degne di nota sono anche le porte che introducono alla Gallery, che ripropongono il design gotico di quelle del St. Alban’s College di Londra. Sul lato destro della galleria, invece, si notano delle nicchie decorate con un motivo a reticolato color oro. Stavolta il modello da cui Walpole trae ispirazione è costituito da un monumento funebre: la tomba dell’arcivescovo Thomas Bourchier nella cattedrale di Canterbury.
Un altro degli ambienti significativi che è possibile trovare presso Strawberry Hill House è la libreria. Al suo interno i libri sono disposti in scaffali culminanti in arcate gotiche, su modello delle porte laterali del coro della vecchia chiesa di St. Paul a Londra. Persino il camino della libreria è una citazione di una più antica opera medievale: la tomba di John di Eltham, conte di Cornovaglia, presso l’abbazia di Westminster. A completare questo arredo così squisitamente neomedievale, vi sono delle vetrate colorate che ricreano quell’effetto di luminosità offuscata tipico delle cattedrali gotiche. Gli stessi manoscritti miniati che adornano la libreria di Walpole non hanno alcun valor storico; si tratta per lo più di miniature create ex novo e usate come oggetti di arredo che rievocano una certa nostalgia del passato medievale.
Particolarmente evocativo di suggestioni legate al Medioevo è poi lo spazio dedicato all’armeria. Situata al primo piano dell’edificio, essa domina incontrastata lo scalone d’onore attraverso cui si accede ai piani superiori. Tale armeria si propone come uno spazio aperto costituito dal susseguirsi di tre campate gotiche e illuminato da un’unica vetrata colorata. Secondo le descrizioni offerte da Walpole, numerosi sono i cimeli ospitati nell’armeria, tutti oggetti di gusto medievale legati al mondo cavalleresco, che stimolavano nell’autore un vivace sentimento. Spostando l’attenzione all’esterno della villa, invece, si trova una cappella anch’essa in stile neogotico, coerente col resto del complesso (ill. 2).

Ill 2. Londra, Twickenham, villa di Strawberry Hill, cappella neogotica nel giardino, 1771.
Realizzata nel 1771 dall’architetto Thomas Gayfere (1755-1827), la cappella mostra una maggiore aderenza alle forme del gotico originario, priva di contaminazioni con altri linguaggi artistici. Secondo quanto scritto da Walpole nella Description of the Villa, la facciata della cappella è realizzata in pietra di Portland e ricalca il modello dell’architettura funeraria che contorna il sepolcro di Edmund Audley, vescovo di Salisbury
L’analisi che ho proposto in questa sede avvalendomi del catalogo lasciatoci da Walpole è stata volta a definire alcuni ambienti della villa e a stabilire una questione importante: alla fine del XVIII secolo, Horace Walpole poteva vantare il primato di avere sistematizzato il recupero del gotico in campo architettonico. Da questo momento in poi, l’Inghilterra inizia ad avere maggiore consapevolezza dell’architettura medievale, fortemente rappresentativa delle recondite tradizioni artistiche del Paese. La villa del letterato, tuttavia, è il manifesto di uno stile neogotico ancora acerbo. Kenneth Clark giunge alla conclusione che si tratti di una dimora irrazionale e senza solidità, vista come un insieme di modelli architettonici copiati in modo semplicistico.
Volendo però riscattare l’operato di Walpole dalle accuse di semplicismo, si può dire che egli sia stato uno dei primi veri “influencer” di epoca moderna. Infatti, attuando il proprio progetto, egli fornisce al gotico quella rispettabilità sociale che è alla base del suo rinnovamento, contribuendo oltretutto alla sua diffusione presso la classe aristocratica. L’operazione condotta dal letterato con Strawberry Hill House resta un punto di riferimento fondamentale per il costituirsi delle architetture neogotiche del XIX secolo. Dopo il recupero stilistico operato da Walpole, gli architetti revivalisti dell’Ottocento proporranno teorizzazioni e storicizzazioni mirate ad un recupero archeologico e funzionale, oltreché formale, dello stile gotico. La strada per i grandi restauri del XIX secolo iniziava ad essere tracciata.
Francesco Pennacchini
Per approfondire:
CAMILLE MICHAEL, HINDMAN SANDRA, WATSON ROWE, Curiosities: Appreciation of Manuscript Illumination in the Eighteenth Century, in Manuscript Illumination in the Modern Age. Recovery and Reconstruction, a cura di S. Hindman, M. Camille, N. Rowe, R. Watson, Mary and Leigh Block Museum, Evaston 2001.
CLARK KENNETH, Il Revival gotico. Un capitolo di storia del gusto, Einaudi, Torino 1970.
WALPOLE HORACE, A Description of the Villa of Horace Walpole, Youngest Son of Sir Robert Walpole Earl of Oxford, at Strawberry-Hill, near Twickenham. With an Inventory of the Furniture, Pictures, Curiosities, &c., Strawberry Hill Press, London 1774.