“Santissimi lettori di Medievaleggiando,

mi scuso per le volgarità eventuali.”

Diretto nel 1984 da Roberto Benigni,Non ci resta che piangere” è tra i film italiani più conosciuti e divertenti ambientati nel Medioevo. Benigni e Troisi diventano una coppia comica indimenticabile e firmano un capolavoro del cinema italiano, campione di incassi nella stagione 1984-1985. Il titolo stesso riporta al Medioevo, infatti in un’intervista nel 2010 Benigni ha affermato che fu Troisi stesso a scegliere il titolo da un verso del poeta trecentesco Francesco Petrarca in una lettera a Barbato da Sulmona:

«Non tutto in terra è stato sepolto: vive l’amor, vive il dolore; ci è negato veder il volto regale, perciò non ci resta che piangere e ricordare»

(Epistola ad Barbatum sulmonensem, 1, vv. 14-16)

Il film narra la storia di Mario (Massimo Troisi), che di professione fa il bidello, e Saverio (Roberto Benigni), un maestro elementare. I due amici, attraverso un viaggio nel tempo, si ritrovano nel paesino immaginario di Frittole nel 1492, “quasi 1500”, proprio nell’anno in cui, secondo la periodizzazione più comune, finisce l’epoca medievale. Mario è impaurito, mentre Saverio con coraggio affronta la situazione, spronando anche il suo amico. I protagonisti vivono così un’avventura-disavventura nell’età di mezzo, Mario si innamora della bella Pia (Amanda Sandrelli) e per conquistarla si spaccia per musicista, cantando da Yesterday dei Beatles all’Inno di Mameli, fanno amicizia e vengono ospitati da Vitellozzo (Carlo Monni) e da sua madre Parisina (Livia Venturini), i quali posseggono una macelleria (e, a proposito del luogo comune secondo il quale il  Medioevo sarebbe un periodo senza leggi, Saverio è molto stupito di sapere che ci vuole una licenza per aprire una bottega) in cui i due cominciano a lavorare. E proprio per salvare il loro amico Vitellozzo scrivono la famosissima lettera a Savonarola, omaggio alla celebre scena della lettera di Totò e Peppino, i fratelli Caponi nel film Totò, Peppino e la malafemmina (1956). Girolamo Savonarola (1452-1498) è solo uno dei personaggi realmente esistiti che i due protagonisti nominano o incontrano personalmente. Sappiamo che Savonarola non compare mai nel film, viene solo nominato, ma in realtà durante le riprese era prevista una scena con questo personaggio, interpretato da Marco Messeri, ma poi venne tagliata.

Ritroviamo anche Cristoforo Colombo (1451-1506), che i protagonisti cercano di fermare (arrivando in Spagna), senza riuscirci, per evitare che potesse nascere l’uomo americano che ha lasciato Gabriellina, la sorella di Saverio; Leonardo Da Vinci (1452-1519), con il quale Mario e Saverio sfoggiano la loro conoscenza superiore, venendo dal futuro, insegnandogli il gioco di carte della scopa e suggerendogli nuove invenzioni. Leonardo viene rappresentato come molto anziano, secondo la classica iconografia, ma forse anche troppo, dato che nel 1492 Leonardo aveva appena 40 anni.

Benigni ci regala quindi una fiaba ambientata proprio alla fine del Medioevo, spontanea (nonostante ci fosse un copione molte scene erano lasciate all’improvvisazione), divertente e piena di colpi di scena. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma vorrei lasciarvi con una sola domanda: ma 9×9 farà 81?

 

Eleonora Morante

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Written by : Redazione

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