Nel canto XI dell’Inferno la guida Virgilio darà al pellegrino Dante, e ai lettori, la spiegazione strutturale riguardo la ripartizione delle colpe dei dannati: nei Regni ultraterreni, come nel regno mortale, esiste un preciso ordine dato da una specifica Sapienza, il progetto divino, che regola l’universo. 

L’Inferno dantesco è costruito secondo l’ordinamento aristotelico delle passioni: nel Regno del Peccato Dante/autore non inserisce i peccati di superbia e d’invidia, considerati l’origine di ogni male e appartenenti all’animo umano dal momento in cui è stato commesso da Adamo ed Eva il Peccato Originale. Il viaggio nell’Inferno incomincia quando Dante riesce a varcare la porta infernale, e superato quel varco si entra nel luogo del maggiore dolore e disperazione tra le anime eternamente dannate. I primi dannati che Dante incontra sono gli Ignavi, coloro che nella vita non hanno mai preso delle decisioni, considerati uomini tanto vili e senza morale a tal punto che sono disprezzati anche dai diavoli. Continuando il cammino verso la discesa dell’Inferno si incontra Caronte, che naviga con la sua barca attraverso il fiume Acheronte: il nocchiere infernale ha il compito di portare le anime nel luogo assegnatogli dalla giustizia divina: 

 

Caron dimonio, con occhi di bragia 

loro accennando, tutte le raccoglie; 

batte col remo qualunque s’adagia.

 Inferno, III, vv. 109-111 

 

Da qui Dante entra nell’Inferno vero e proprio: superato il fiume Acheronte il Poeta e la sua guida entrano nel Limbo, il primo cerchio dove sono collocati gli spiriti magni, giusti, i quali non conobbero la religione cristiana perdendo la salvezza dell’anima, qui è il luogo dove si trovava Virgilio prima di salvare Dante nella selva oscura. Il cammino del pellegrino Dante continua attraverso i cerchi infernali in cui si trovano gli incontinenti, coloro che hanno commesso i peccati di passione e istintivi: rispettivamente i lussuriosi, i golosi, gli avari e i prodighi, gli iracondi e gli accidiosi. Fra il quinto e il sesto cerchio del Regno si trova la città di Dite (nome antico di Lucifero), attraversata dal fiume Stige, dove Dante incontrerà le Furie. Superato il pericolo di questi demoni si passa al sesto cerchio, nel quale sono collocati gli eretici e gli epicurei. Inizia la sezione più cruda dell’Inferno, divisa dal sesto cerchio dall’Alto Burrato, che porterà alla discesa verso i luoghi dove si trovano le anime di coloro che hanno commesso i peccati più gravi utilizzando la Malizia: in vita i peccatori che si tormentano in questi luoghi hanno deciso di usare la ragione, l’intelletto (il dono più grande che Dio abbia dato all’uomo), per compiere un atto di ingiustizia: 

 

Tutti son pien di spirti maladetti; 

ma perché poi ti basti pur la vista, 

intendi come e perché son costretti. 

D’ogne malizia, ch’odio in cielo acquista, 

ingiuria è ‘l fine, ed ogne fin cotale 

o con forza o con frode altrui contrista. 

Ma perché frode è de l’uom proprio male, 

più spiace a Dio; e però stan di sotto 

li frodolenti, e più dolor li assale. 

Inferno, XI, vv. 19-27 

 

I peccati di malizia si dividono in tre gironi infernali: nel primo girone ci sono i violenti contro il prossimo, nel secondo i violenti contro sé stessi e nel terzo girone i violenti contro Dio e la Natura: 

 

Di vïolenti il primo cerchio è tutto; 

ma perché si fa forza a tre persone, 

in tre gironi è distinto e costrutto. 

A Dio, a sé, al prossimo si pòne 

far forza, dico in loro e in lor cose, 

come udirai con aperta ragione. 

Inferno, XI, v. 28- 33 

 

Questi tre gironi sono divisi dalla zona delle Malebolge (le bolge malvagie/del male) da una Ripa Scoscesa: questo dirupo rappresenta una discesa non solo fisica per Dante pellegrino, ma anche morale perché i peccati commessi da questi dannati sono stati i più crudeli. La zona delle Malebolge è divisa in dieci sezioni, ognuna detta appunto bolgia, e qui Dante incontra coloro che non hanno usato la ragione nel modo giusto (“frode/inganno contro chi non si fida”), e in ordine si trovano rispettivamente: i seduttori, gli adulatori, i simoniaci, gli indovini, i barattieri, gli ipocriti, i ladri, i consiglieri fraudolenti, i seminatori di discordie e infine i falsari. 

Dante e la sua guida arrivano nel basso e oscuro Inferno: superano il Pozzo dei Giganti, arrivando all’ultima estensione dell’Inferno, dove si trova il lago del Cocito, un lago ghiacciato che racchiude quelle anime che nel mondo terreno usarono l’intelletto per commettere una frode contro chi riponeva in loro la propria fiducia (“frode contro chi si fida”). 

 

La frode, ond’ogne coscïenza è morsa, 

può l’omo usare in colui che ‘n lui fida 

e in quel che fidanza non imborsa.

Inferno, XI, vv. 52- 54

Questa area è suddivisa a sua volta in quattro zone: la Caina, dove si trovano i traditori dei parenti, l’Antenora, dove si trovano i traditori della patria, la Tolomea, in cui sono collocati i traditori degli ospiti e infine la Giudecca, luogo dove dimora Lucifero e sono condannati i traditori dei benefattori: 

Per l’altro modo quell’amor s’oblia 

che fa natura, e quel ch’è poi aggiunto, 

di che la fede spezïal si cria; 

onde nel cerchio minore, ov’è ’l punto 

de l’universo in su che Dite siede, 

qualunque trade in etterno è consunto.

 Inferno, XI, vv. 61 – 66

 

Martina Michelangeli x Medievaleggiando

 

Per approfondire: 

ALIGHIERI DANTE, La Divina Commedia: a cura di Natalino Sapegno, Cetra, Torino 1961

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Written by : Redazione

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