Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza.

Tutti, almeno una volta, abbiamo canticchiatto questi versi che appartengono a Il trionfo di Bacco e Arianna, una poesia scritta in occasione del carnevale del 1490 a Firenze da Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico (se volete saperne di più sulla famiglia Medici leggete questa recensione).

Il suo ruolo di mecenate, le sue doti letterarie sono ben conosciuti, ma qual è stato il suo agire politico? Brevemente vi spiegherò in questo articolo e, più avanti, avremo modo di dipanare la matassa della politica del Magnifico e di tutta l’Italia quattrocentesca.

Il Nostro nasce il 1 gennaio 1449. I genitori Piero di Cosimo e Lucrezia Tornabuoni ne furono molto contenti, o meglio, sollevati, poiché era il loro primo figlio maschio. Lorenzo ricevette una solida educazione umanista e da subito dimostrò di essere versato nella poesia, ma ben presto gli studi letterari furono rimpiazzati da quelli politici.

Nel 1464, morto il nonno Cosimo, il padre Piero, consapevole della sua precaria salute, decise che Lorenzo avrebbe dovuto imparare a muoversi nell’intricato sistema politico italiano. Così il giovane Lorenzo visitò Milano, Roma e Napoli.

L’adolescenza di Lorenzo finì nel 1469, quando sposò Clarice Orsini, che apparteneva a una delle famiglie romane più antiche e prestigiose. Poco più tardi, il 2 dicembre dello stesso anno, Piero morì.

Lorenzo decise di consolidare il suo potere politico facendo sì che il preesistente Consiglio de’ Cento fosse composto solo da esponenti filomedicei e, inoltre, ottenne da papa Sisto IV il controllo della Depositeria pontificia.

Questo incarico si rivelò una vera sfida: chi deteneva questo titolo poteva ricevere e amministrare le tasse, ma aveva anche l’onere di anticipare denaro qualora le entrate arrivassero in ritardo o fossero superate dalle spese.

Quest’ultimo caso accadeva molto spesso sotto Sisto IV, ma i problemi con il papa non si fermarono alle questioni economiche.

Sisto IV nel 1473 ottenne che il nipote, Girolamo Riario, diventasse padrone di Imola: per farlo aveva chiesto un prestito al banco Medici e avendo ottenuto un rifiuto si era rivolto alla famiglia Pazzi. Un anno più tardi il pontefice agì contro Città di Castello, formalmente territorio pontificio ma di fatto diventata una signoria governata da Niccolò Vitelli, alleato di Lorenzo.

Quando la città fu attaccata, il Magnifico intervenne; ciò comportò la revoca della Depositeria pontificia e un cambio di alleanze.

Firenze, prima alleata con Milano e Napoli, perse l’appoggio di quest’ultima e si coalizzò con Venezia. Ma Città di Castello comunque tornò in mano pontificia.

Altro motivo di scontro con Sisto IV fu la nomina di Francesco Salviati (che era in stretti rapporti con Francesco Pazzi) ad arcivescovo di Pisa. Firenze protestò poiché non era stato chiesto il suo consenso. La controversia durò a lungo e Lorenzo si vendicò politicamente sui Pazzi.

Tutti questi avvenimenti posero le basi per la famosa Congiura dei Pazzi.

Per ora, sappiate che il 26 aprile 1478 Lorenzo e suo fratello Giuliano furono aggrediti durante la messa celebrata in Santa Maria del Fiore. Giuliano rimase ucciso. La reazione di Lorenzo e dei fiorentini provocò una guerra contro il papa e il re di Napoli Ferdinando I, che terminò solo quando il Magnifico si consegnò al sovrano napoletano come ostaggio, riuscendo in questo modo a far cadere l’alleanza con Sisto IV, nel marzo 1480.

Gli anni ’80 del Quattrocento videro Lorenzo quale “ago della bilancia d’Italia”. Il Magnifico attuò una politica di alleanze e più di una volta riuscì a frenare le mire espansionistiche di Sisto IV prima e di Innocenzo VIII dopo.

Ma in questo periodo la gotta, malattia di famiglia, cominciò a manifestarsi. Inoltre le finanze dei Medici e della città diventarono un tutt’uno. Ciò comportò, insieme ad altri motivi, la formazione di un’opposizione molto forte ma Lorenzo riuscì, attraverso i matrimoni, a pacificare le famiglie scontente.

La gotta, però, non gli dava pace. Lorenzo de Medici, detto il Magnifico, si spense a soli 43 anni l’8 aprile 1492.

Giulia Panzanelli

Per approfondire:

FUBINI RICCARDO, Italia quattrocentesca : politica e diplomazia nell’età di Lorenzo il Magnifico, Franco Angeli editore, Milano 1994.

GARFAGNINI GIAN CARLO (a cura di),  Lorenzo il Magnifico e il suo tempo, Olschki, Firenze 1992.

WALTER INGEBORG, Lorenzo il Magnifico e il suo tempo, Donzelli, Roma 2005.

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Written by : Redazione

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