Esiste una verità oltre la leggenda? Questa domanda ce la poniamo spesso, nei più disparati contesti, e oggi la voglio fare voi riguardo uno dei personaggi letterari più famosi del Medioevo: Robin Hood!
Le avventure del ladro che rubava ai ricchi per dare ai poveri sono famosissime, mai un personaggio è stato così famoso sia nel Medioevo che ai giorni nostri e in molti si sono chiesti se le sue gesta avessero un fondo di verità. In questo articolo vi porto ad esplorare le varie ipotesi su una sua possibile esistenza.
Innanzitutto, comincio col dirvi che i testi su Robin Hood iniziano a comparire tra il XIII inoltrato e il XV secolo, quindi molto tardi rispetto a quanto siamo abituati a pensare. Infatti, la versione del fuorilegge a noi più familiare compie le sue azioni nel periodo di governo di Giovanni Senza Terra, quindi XII secolo, ma di quel periodo non si hanno fonti scritte che ne parlano. Ma al Robin letterario dedicherò un articolo apposito.
Alcuni storici hanno spulciato tra gli archivi inglesi alla ricerca di persone che si chiamassero Robin Hood ai tempi di Riccardo Cuor di Leone/ Giovanni Senza Terra: il nome Robin/Robert era molto gettonato; in fondo, nel suo Ivanhoe Walter Scott ci presenta Robin Hood come Robin di Loxley, un possidente realmente esistito e vissuto nell’Inghilterra del XII/XIII secolo. Peccato però che questo Robin di Loxley non sia mai stato un fuorilegge né abbia vissuto nella zona dell’Inghilterra dove tutti i testi medievali collocano il nostro brigante, inoltre sempre questi testi ritraggono Robin Hood non come un nobile decaduto ma come uno yeoman ( termine che indicava coltivatori abbastanza abbienti). Un altro motivo che ci spinge a datare Robin Hood almeno al XIII secolo inoltrato sta nel suo arco.
Sebbene l’utilizzo dell’arco fosse da sempre presente in Inghilterra, è tra il XIV e il XV secolo che si diffonde – soprattutto nella sua forma di longbow (arco lungo) fondamentale durante gli scontri della Guerra dei Cent’anni – nelle classi più umili, in particolare tra gli yeoman.
Dopo queste prime ricerche, gli storici hanno provato a spostare l’attenzione alla fine del XIII/inizio XIV secolo, forti del fatto che nelle ballate medievali Robin Hood incontra un non specificato re Edoardo ( vari re di nome Edoardo si succedettero al trono inglese tra il 1272 e il 1377).
Già nel Settecento l’antiquario inglese Joseph Hunter scoprì dei documenti degli inizi del XIV secolo che parlavano di un certo Robert/Robyn Hode. Questi era un uomo al servizio del re Edoardo II ma prima, sempre secondo Hunter, avrebbe fatto la vita del fuorilegge perché si era ribellato al sovrano. Il ragionamento dell’antiquario sarebbe stato il seguente: Robert Hode l’arciere (perché pare fosse anche questo) diventa il fuorilegge Robin Hood nel 1322 e si rifugia nella foresta di Barnsdale (altro luogo simbolo oltre alla famosa Sherwood). Nel 1323 incontra il re, si riconcilia con il monarca ed entra al suo servizio. È una riproduzione quasi esatta della trama di una delle primissime storie su Robin Hood. Inoltre, in questa storia il re è specificamente identificato come un re Edoardo (anche se non è chiaro quale).
Sembra combaciare tutto. Ma perché gli storici moderni rifiutano questa teoria? Ulteriori indagini hanno svelato che Hunter aveva unito le vite di due persone distinte: Robert Hode l’arciere e Robyn Hode servitore di re Edoardo, traendo la conclusione che fossero la stessa persona. Inoltre, cosa di primaria importanza, non ci sono prove che queste due persone fossero state dei fuorilegge nel loro passato, non sono arrivati documenti che confermino questo; la cancelleria inglese era molto precisa, anche se è assolutamente probabile che si siano persi dei documenti.
Sempre agli inizi del Trecento, nei periodi di rivolta al re Edoardo II, sono stati individuati possibili “Robin Hood” che però non hanno mai commesso alcun crimine o solo crimini di poca importanza. Ci sarebbero due fratelli, John e Robert Deyville, entrambi combatterono nello Yorkshire anche dopo la fine formale delle rivolte. Alcuni dettagli della loro vita corrispondono a quanto si trova nei testi dedicati a Robin Hood, ma nel complesso nessuna delle due figure sembra distinguersi come un Robin storico definitivo.
Quindi? Gli storici hanno trovato una soluzione?
Considerando le problematiche che porta una ricerca del genere: la scarsità di fonti primarie esistenti che aiutino a rimpolpare in modo definitivo qualsiasi potenziale candidato; la difficoltà nella denominazione e l’ortografia dei nomi che nell’Inghilterra medievale era tutt’altro che standardizzata, infatti il nome “Robin” è una variante del nome più comune “Robert” che comunque potrebbe essere scritto in vari modi.
E anche il fatto che numerosi Robin Hood/Robynhod iniziano a comparire nella seconda metà del XIII secolo ha portato a formulare la seguente ipotesi: il nome con cui oggi conosciamo il fuorilegge potrebbe non essere stato altro che uno pseudonimo usato da diversi fuorilegge dell’epoca.
In conclusione, non esisterebbe un solo Robin Hood, ma tanti, e che, sebbene siano andati persi nelle pieghe del tempo, si sono uniti per dare vita a un personaggio unico nel suo genere amato ancora oggi!
Giulia Panzanelli
Per approfondire:
BALDWIN DAVID, Robin Hood: The English Outlaw Unmasked, Amberley Publishing, Stroud 2010
BRADBURY JIM, The medieval archer, The Boydell Press, Woodbridge 1985.
GRAHAM PHILLIPS, KEATMAN MARTIN, La leggenda di Robin Hood. Sulle tracce dell’eroe fuorilegge e delle sue generose imprese, Edizioni Piemme, Segrate 1996