Ricordate la recensione dell’Ultimo Paleologo? Siamo tornati con un nuovo romanzo dello stesso autore, Emanuele Rizzardi. Ricorderete che L’ultimo Paleologo era ambientato proprio durante la presa di Costantinopoli da parte degli Ottomani. Con questa nuova opera, dal titolo L’usurpatore, invece, torniamo indietro nel tempo, più precisamente alla fine del XIII secolo. Pubblicato nel 2020 da Rizzardi stesso, L’usurpatore narra le vicende di Alessio Filantropeno che, sotto ordine di suo zio, imperatore di Bisanzio, Andronico Paleologo (1259-1332), si ritrova alla guida di un’armata per fermare l’avanzata dei Turchi.
Inizialmente il protagonista della nostra storia, sul punto di essere giustiziato (il perché lo scoprirete soltanto leggendo il romanzo), scrive una lettera al figlio, datata 1324, in cui racconta la sua vita travagliata. E, attraverso la narrazione di Alessio, ci ritroviamo catapultati nel 1293, inizialmente nella città di Tessalonica, quando il Filantropeno, da poco sposato con Teodora, viene scelto dall’imperatore Andronico, per partire alla volta dell’Asia e per affrontare i Turchi, comandati da Karman.
Accompagnato da molti personaggi (alcuni partono con lui, altri li incontra durante il viaggio) anche il lettore parte alla volta di tante città diverse. Come avrete intuito anche questo romanzo racconta il lato bizantino del Medioevo, il “Medioevo greco” così chiamato. Continuo ad essere sorpresa e contenta quando leggo romanzi ambientati nel “lato bizantino” del Medioevo, perché mi sembra meno esplorato dalla narrativa. L’ho trovato, così come nell’Ultimo Paleologo, un elemento che mi ha spinto a leggere i libri di Emanuele Rizzardi.
Filadelfia, Priene, Dardanellia sono solo alcune delle città incontrate da Alessio durante il suo viaggio. Si cambia spesso scenario in questa storia e ho apprezzato molto come questo ti spinga ad utilizzare molto l’immaginazione durante la lettura: viaggi anche tu assieme al protagonista, immergendoti completamente in alcuni luoghi lontanissimi da ciò che meglio conosciamo, ossia il mondo occidentale. Alla fine del libro è infatti presente una carta geografica con indicate le città nominate, per aiutare il lettore ad orientarsi.
Ho notato e apprezzato molto, anche in questo scritto di Rizzardi, la spiccata umanità dei personaggi, dal protagonista, Alessio Filantropeno, che fa fatica ad uccidere e che tenta in tutti i modi di prendere la via della diplomazia per risolvere i conflitti dove sia possibile, all’antagonista del romanzo, l’avversario turco Karman che, alla fine, lascia trasparire il lato umano dell’essere padre. È un elemento che apprezzo sempre, come per sottolineare che anche il nemico può avere, in realtà, la stessa umanità e le stesse motivazioni del protagonista, bisognerebbe solo cambiare lato della storia.
Storicamente accurata, denota una ricerca da parte dell’autore nella stesura di questo romanzo, l’opera è inoltre geograficamente esatta; mi riferisco ai luoghi visitati da Alessio Filantropeno.
Da questa recensione del romanzo di Emanuele Rizzardi, è indubbio il fatto che ne consigli la lettura. Ci si affeziona ai personaggi, non solo al protagonista, provando compassione e tenerezza anche per gli antagonisti della storia. Come si evince dal titolo poi la storia è ricca di colpi di scena, ma non voglio fare spoiler! Vi auguro direttamente buon viaggio!
Eleonora Morante