La storia che mi accingo a raccontarvi è quella di un personaggio legato alla Pulzella d’Orléans ma assai controverso, un personaggio che viene condannato da più parti e che non ha mai subito una vera e propria riabilitazione, nonostante siano stati fatti dei tentativi. Forse ancora non vi è chiaro di chi io stia parlando, ma è l’uomo a cui pare si sia ispirato Charles Perrault per la creazione di Barbablù: Gilles de Rais. Lungi da me tentare una qualche riabilitazione del protagonista di questo articolo, sospenderò ogni giudizio per proporvi invece una sua biografia.
Partiamo dalla sua nascita: la data è collocabile fra il 1404 e il 1405 al castello di Champtocé-sur-Loiree, nell’odierna regione della Loira. Il suo nome completo era Gilles de Montmorency-Laval e la sua nobile famiglia era imparentata con le dinastie più importanti della Francia occidentale. Gilles perse i genitori quando era molto piccolo e la sua formazione fu affidata al nonno materno Jean de Craon. Ricevette l’educazione classica dei signori dell’epoca e già da molto giovane, a causa della prematura morte di uno zio, diventò uno dei più ricchi ereditieri di Francia. Gilles nacque quando la cosiddetta guerra dei cent’anni era già scoppiata e questa ebbe influenza almeno nei suoi primi vent’anni di vita. Nel novembre del 1420 sposò una sua cugina e il matrimonio contribuì ad aumentare le sue già notevoli ricchezze, che fecero gola sempre di più a molti. Nel 1424 Gilles diventò l’amministratore dei suoi beni e ciò provocò contrasti con il nonno, del quale immancabilmente ignorò i consigli, ma nel frattempo le vicende della guerra non cessarono di intrecciarsi con la vita del nostro protagonista. La suocera di re Carlo VII si fece promotrice di un tentativo di riavvicinamento tra le varie parti di Francia, dato che il duca di Bretagna si era schierato dalla parte degli inglesi, ma fallì. Questo avvenimento rappresentò comunque la svolta per Gilles, poiché il nonno diventò luogotenente della regina madre. Così, a soli 23 anni (siamo infatti nel 1427), Gilles de Rais ricoprì importanti incarichi nell’esercito di Carlo VII conseguendo diverse vittorie militari.
Nel marzo del 1429 quest’uomo di lettere e di armi incontrò Giovanna d’Arco: la messaggera di Dio si era presentata al castello di Chinon, dove assieme al re risiedeva anche il nostro. I due si conobbero e possiamo supporre che strinsero un legame profondo dato che Gilles si ritrovava a dover comandare le truppe che il re procurò a Giovanna. Dopo il grande successo ottenuto ad Orléans e in altre battaglie, Gilles de Rais ottenne un’importante promozione. Il 17 luglio 1429, giorno della consacrazione solenne di Carlo VII come re di Francia nella cattedrale di Reims, Gilles venne incaricato di portare all’interno della chiesa l’ampolla del Sacro Crisma che gli angeli consegnarono a Clodoveo, utilizzata per la consacrazione del sovrano. In questo giorno Gilles de Rais venne promosso a maresciallo di Francia.
Nel settembre, sempre di quello stesso anno, Gilles e Giovanna si ritrovarono di nuovo insieme. I due tentarono di riconquistare Parigi e quando sembrò che la città stesse per cadere la Pulzella venne ferita, e il giorno seguente il re intimò il rientro delle truppe. Tra il 1430 e il 1431 Gilles e il nonno compirono diverse scorrerie militari e il nostro non era a Rouen ad assistere al rogo di Giovanna. Un’altra svolta nella vita di Gilles avvenne nel novembre del 1432, quando il nonno Jean de Craon morì, rendendolo uno degli uomini più ricchi di Francia.
Negli anni seguenti, fino al suo processo, Gilles dilapidò buona parte del suo patrimonio, non solo dandosi ai più stravaganti bagordi, ma anche finanziando la fondazione di una cappella dedicata ai Santi Innocenti nella cattedrale di Orléans e sovvenzionando un’opera teatrale in onore di Giovanna d’Arco. Nel luglio del 1435 il re priva Gilles della facoltà di decidere dei propri beni, in quanto accusato dal fratello minore e da uno dei cugini di dilapidare il patrimonio, così egli si ritirò a vita privata in Bretagna, dove il duca della regione non accettava le disposizioni del re e continuava ad acquistare i beni del de Rais. Gilles de Rais continuò a vedere il suo patrimonio assottigliarsi sempre di più e iniziò ad accompagnarsi a figure di fama discutibile fra le quali spicca un giovane monaco spretato originario della toscana noto come Francesco Prelati. Costui si presentò a de Rais con la garanzia di saper evocare dei demoni in grado di aiutarlo a superare le sue difficoltà economiche, e qui che si colloca l’apice degli omicidi attribuiti a Gilles. Infatti già dopo la morte del nonno erano state segnalate scomparse sospette di bambini, ma Prelati pare abbia convinto Gilles de Rais che per evocare i demoni fosse necessario sangue umano e che quindi i giovanissimi vennero uccisi in queste cerimonie negromantiche. Da questo momento le voci di un suo coinvolgimento nella scomparsa di bambini si fecero sempre più insistenti, il suo patrimonio era ormai ridotto all’osso e aveva addosso l’ostilità di tutta la sua famiglia, così Gilles compì un gesto che lo compromise definitivamente. Nel maggio del 1440 cercò di impadronirsi del castello di Saint-Étienne-de-Mer-Morte, già suo in passato, ma che aveva venduto a un parente del duca di Bretagna. Con l’occupazione offese contemporaneamente la maestà ducale e quella divina poiché era entrato nella chiesa del paese con le armi. Questo grave fatto portò ad aprire una vera e propria indagine che svelò gli orrendi crimini di cui si era macchiato il de Rais e così nel settembre di quello stesso anno Gilles viene arrestato e condotto a Nantes per essere processato. Era accusato di: rapimento e uccisione di diversi bambini, di sodomia, di pratiche stregonesche ed altro ancora. In ottobre gli fu strappata una confessione e il 26 ottobre del 1440 Gilles de Rais e due suoi valletti, accusati di essere complici, furono impiccati e bruciati sul rogo, mentre Prelati se la cavò abilmente ed evitò la condanna a morte preferendo il carcere a vita dal quale però riuscì a fuggire.
Così si concluse la vita di Gilles de Rais: pochissimi storici sostengono che le accuse rivoltegli fossero vere, c’è chi lo considera un serial killer e chi invece vittima di un complotto. Io non posso darvi una risposta e probabilmente non sapremo mai come sono andate le cose, però possiamo ipotizzare che la verità sia nel mezzo e che quindi Gilles abbia compiuto effettivamente questi omicidi, ma che le accuse a suo carico siano state gonfiate dai suoi avversari allo scopo di impadronirsi del suo patrimonio.
Giulia Panzanelli
Per approfondire:
CAZACU MATEI, Barbablù. Storia di Gilles de Rais, Mondadori, Milano 2008.
FERRERO ERNESTO, Barbablú : Gilles de Rais e il tramonto del Medioevo, Einaudi, Torino 2004.