Come ogni grande personaggio della storia che si rispetti, anche Giovanna d’Arco (come Carlo Magno e Federico II) ha avuto i suoi revival politici, artistici e letterari. Questa carismatica figura ha rappresentato un forte fattore di coesione nazionale, da utilizzare nei momenti bui degli imperi e delle repubbliche francesi: andiamo a vedere alcune espressioni del medievalismo politico che, come un’aura persistente nel tempo, la circonda.

Il primo esempio di devozione popolare nei confronti di Giovanna d’Arco si riferisce all’istituzione, nel lontano 1431, della processione di Orléans, che si celebra, da allora, ogni 8 marzo. Da quel momento si sono susseguite numerose espressioni artistiche dai risvolti anche politici della sua devozione. Ad esempio, al XVI secolo risale la prima statua e il primo ritratto, mentre negli anni del pieno Ancien Régime, la sua figura viene ricordata dai principali esponenti politici, come il Cardinale Richelieu (1585-1642), il quale fa commissionare un dipinto della donzella, per infondere coesione e coraggio nella Francia dell’epoca, martoriata dalle guerre di religione (1618-1648).

La riproposizione positiva del suo ricordo subì poi una brusca battuta d’arresto ad opera della cerchia degli intellettuali illuministi. Voltaire (1694-1778) scrisse un poema satirico dal tono tagliente intitolato La Pulzella d’Orleans, dove il filosofo ne criticava il mito nazional-religioso, vivo nella Francia dell’epoca.

Sotto Napoleone Bonaparte, invece, la figura della Pulzella torna alla ribalta di quella che ormai è una storia nazionale: infatti divenne nuovamente il catalizzatore delle masse francesi contro il nemico inglese. Passata le intemperie politico-sociali della Francia rivoluzionaria, tra il XX e il XXI secolo Giovanna d’Arco divenne l’icona sia dei repubblicani che della destra cattolica e il suo mito ebbe ulteriori sviluppi che possiamo ritrovare nella politica francese contemporanea.

Ritornando alla cerimonia dell’8 maggio che si tiene ad Orléans, per quanto riguarda l’attualità, una recente tradizione vuole che il Presidente della Repubblica francese si rechi, almeno una volta durante l’arco del proprio mandato, a presenziare alla processione. Ad esempio, nel 2016 un giovane Emmanuel Macron, all’epoca ministro dell’economia, vi partecipò come rappresentante del governo, e questo gesto sembrava rilanciare la sua candidatura, avvenuta pochi mesi dopo, per conquistare l’Eliseo.

Di segno opposto rispetto a questa tradizione, negli ultimi anni Giovanna d’Arco è diventata l’icona del partito nazionale di Marine le Pen, al grido di “Le peuple d’abord” (il popolo prima di tutto). Un grido che richiama la mobilitazione delle masse popolare, degli ultimi, di difesa dal nemico esterno, dallo straniero. I valori che sono ripresi dalla retorica della Le Pen sono un palese richiamo alla mobilitazione popolare contro gli invasori, una volta rappresentati dagli inglesi, quest’oggi sia dai migranti che dagli inquilini indesiderati dell’Eliseo, oltre che dall’Unione Europea. La figura della Pulzella d’Orleans e la storia che visse, mi permette un parallelismo forse un po’ audace, ma che trovo calzante: i Borgognoni francesi, alleati degli Inglesi, contrapposti agli Armagnacchi, i quali desideravano mettere sul trono francese il legittimo erede, Carlo VII di Valois. Il discorso politico della Le Pen si scaglia contro i politici francesi (ieri Hollande, oggi Macron) come personificazione di Borgnogni moderni, che si alleano con una potenza estera considerata rivale ed antitetica agli interessi nazionali, rappresentata dall’Unione Europea.

Come avevamo visto per il caso del Movimento 5 Stelle anche nella politica francese, il Front National, all’epoca rinnovato nella leadership della Le Pen, si rivolse ad un personaggio storico medievale: Giovanna d’Arco. Mentre nel caso italiano, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo optò per una figura più docile, ma funzionale alla storia delle ideologie di partito della nostra repubblica, nel caso francese si attinge ovviamente dai sempreverdi miti nazionali della loro storia repubblicana.

La figura di Giovanna d’Arco emerge con una doppia faccia, un giano bifronte della politica nazionale: quella istituzionale, incarnata dai Repubblicani al potere (come abbiamo visto per la cerimonia che si celebra nelle strade di Orléans), e quella che incarna l’azione di carattere popolare, “di pancia” se vogliamo dire, che grida al movimento delle masse, caratteristiche riunite nel partito di Marine Le Pen, il Rassemblement National (nome nuovo con il quale si indica il Front National).

Questi due aspetti sono comunque uniti da un sottile filo rosso: Giovanna d’Arco è il collante della nazione francese.

Andrea Feliziani

Per approfondire:

PICCI BARBARA, La pulzella d’Orleans. Voci e miti sull’eroina simbolo della Francia, Mediterranea online, 18 dicembre 2012 (https://www.mediterraneaonline.eu/la-pulzella-dorleans-voci-e-miti-sulleroina-simbolo-della-francia/).

RANIA SARA, Primo maggio a Parigi, Marine Le Pen come Giovanna d’Arco e i principali sindacati divisi, Blogo, mercoledì 1 maggio 2013 (https://www.polisblog.it/post/83021/primo-maggio-a-parigi-marine-le-pen-e-i-sindacati-divisi).

ROMANO BEDA, L’uso politico di Giovanna d’Arco, Il Sole 24 ore, 15 aprile 2019 (https://www.ilsole24ore.com/art/l-uso-politico-giovanna-d-arco-ABd5zImB).

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Written by : Redazione

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