La storia del papato si presenta ai nostri occhi come assai complessa. Negli anni tra il 1454 e il 1494 assistiamo ad un cambiamento radicale rispetto al passato. Successivamente al periodo della cattività avignonese (1309-1377), il papato organizzò le proprie strutture di potere per estendere la propria egemonia sulla penisola italiana, ridimensionando la sua precedente ideologia universalista.

I protagonisti di questa storia sono Niccolò VCallisto IIIPio IIPaolo IISisto IV ed Innocenzo VIII, dei papi energici, dispotici e fautori della cultura rinascimentale.

Nella prima metà del XV secolo, dopo decenni di scontri e dissidi interni, in Italia venne siglata la pace di Lodi (1454) e papa Niccolò V ne fu il propugnatore. Già prima di questa data il pontefice aveva cercato di tessere una rete di alleanze per pacificare la penisola, stanca delle continue guerre. Questo progetto si sostanziò in incontri diplomatici avvenuti a Roma tra i rappresentanti degli Stati italici. Il papa rimase deluso dall’atteggiamento noncurante dei diplomatici, tanto che gli incontri finirono nel ’54 senza che si arrivasse ad un accordo comune. L’aprile dello stesso anno vide però un mutamento: venne siglata una pace tra Milano e Venezia, alla quale si unirono anche Alfonso il Magnanimo re di Napoli e la Firenze dei Medici. Siamo alla svolta della pace di Lodi.

Dopo la dipartita di Niccolò V, il collegio cardinalizio elesse Callisto III, al secolo Alonso de Borja, di origini catalane. Il pontefice, a differenza di Niccolò V, nutriva delle profonde ambizioni per i propri nipoti: Pedro Luiz, che avviò alla carriera laica, e Rodrigo Borgia (futuro Alessandro VI), indirizzato alla carriera ecclesiastica. Il primo dei nipoti, inizialmente, fu nominato governatore per conto della Chiesa di alcune cittadine poste tra l’Umbria e la Sabina. Inoltre, in seguito alla morte di Alfonso D’Aragona (1455) il papa lo nominò proprio campione, da proporre come futuro re di Napoli. La legittimità giuridica di questa mossa risaliva alla condizione di dipendenza feudale in cui il regno di Sicilia si trovava, nei confronti del papato, sin dal 1130.

La disputa aperta dal Borgia venne presto risolta dal parlamento dei baroni, che giurarono fedeltà a Ferrante, figlio illegittimo di Alfonso il Magnanimo. Papa Callisto III, malato di gotta, morì poco dopo questi avvenimenti.

Seguirono, in ordine cronologico, prima Pio II, che armò una campagna militare contro Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini, per riportare la città romagnola entro l’alveo dello stato pontificio, e poi Paolo II, che rischiò di cadere vittima di una congiura ordita da Bartolomeo Sacchi di Piadena, detto il Platina.

Dopo queste due brevi parentesi la dignità papale fu rivestita da Sisto IV Della Rovere, il più guerresco fra i papi dell’epoca. Seguendo l’esempio di Callisto III cercò di stabilizzare i domini interni dello Stato della Chiesa, sottomettendo i vicariati riottosi in terra di Romagna. Inoltre cercò di sfruttare la sua posizione per concedere ai nipoti la reggenza di alcune Signorie: Girolamo Riario, figlio della sorella, ricevette la Signoria su Imola e Forlì, mentre Giuliano della Rovere, futuro Papa Giulio II, ottenne la dignità cardinalizia e fu impegnato in azioni militari per sopprimere alcune rivolte in Umbria (1474).

L’iniziativa più azzardata fu il tentativo di uccidere i fratelli Lorenzo e Giuliano de’ Medici, tramite una congiura organizzata da Girolamo Riario, dal pontefice e dalla famiglia Pazzi. Il risultato fu fallimentare e scatenò le ire di Lorenzo de’ Medici. La guerra che ne seguì si prolungò per due anni, ma il Magnifico, grazie ad un’astuta azione diplomatica, si recò da solo da Ferrante di Napoli, che appoggiava Sisto IV, per chiedergli la cessazione dei conflitti, che stavano destabilizzando la penisola.

In seguito alla morte di papa della Rovere, avvenuta nell’anno del Signore 1484, tutte le potenze in campo erano duramente provate, ed il papato aveva bisogno di una figura equilibrata che distendesse le tensioni di quel periodo. Le speranze del conclave si riversarono su Innocenzo VIII, ma quest’ultimo rivestì un ruolo di prim’ordine nelle lotte intestine del Regno di Napoli. Tra il 1492 ed il 1494 lasciarono questo mondo sia Lorenzo il Magnifico, malato di gotta, che Innocenzo VIII e Ferrante d’ Aragona.

La penisola entrava in una nuova fase della sua storia: nel 1494 le truppe di Carlo VIII diedero inizio alla lunga serie delle guerre d’Italia, delle quali vi abbiamo iniziato a parlare nell’articolo intitolato: “La prima guerra d’Italia: la discesa di Carlo VIII“. Questo nuovo ciclo si concluse solamente nel 1530 con l’incoronazione imperiale di Carlo V a Bologna, e la definitiva soggiogazione della penisola alle potenze d’oltralpe.

Andrea Feliziani

Per approfondire:

CLOULAS IVANI Borgia, Salerno Editrice, Roma 1988.

PELLEGRINI MARCOIl papato nel Rinascimento, Il MulinoBologna 2010.

REINHARDT VOLKERIl Rinascimento in Italia, Il Mulino, Bologna 2002.

SCHIMMELPFENNIG BERNHARDIl Papato. Antichità, medioevo, rinascimento, Viella, Città di Castello 2006.

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Written by : Redazione

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