Il cristianesimo, soprattutto nella sua forma di cattolicesimo, nel Medioevo pervadeva e regolava la vita di tutti gli individui. Amare una persona dello stesso sesso poteva essere la causa di una dura condanna morale. La religione cattolica non accetta rapporti omosessuali perché considerati contro natura e contro la legge di Dio. Presto inizia a circolare l’appellativo sodomita riferito a coloro che avevano rapporti con persone dello stesso sesso e che, quindi, non avevano come fine la procreazione ma solo il piacere dei sensi. Il termine deriva dalla città di Sodoma in Palestina famosa perché lì si praticava in abbondanza questo vizio, motivo per cui, secondo alcuni, Dio avrebbe addirittura distrutto la città.

I sodomiti sono anche condannati da Dante Alighieri nella Commedia. La posizione di Dante è però molto più complessa e non deve essere banalizzata a colui che punisce quelli che non rispecchiano la volontà divina. I peccatori di sodomia li troviamo collocati nel terzo girone del VII cerchio dell’Inferno e sono i violenti contro Dio. Quest’ultimi sono suddivisi in tre categorie: violenti nella sua persona divina (i bestemmiatori), i violenti nell’operosità umana (gli usurai) e i violenti nella natura che sono appunto i sodomiti perchè non rispettosi della natura donatagli da Dio. A loro sono dedicati i canti XV e XVI dell’Inferno, la pena che subiscono è quella di camminare sotto la pioggia rovente. Dante ci fa notare come questo gruppo di anime sia più numeroso di altri, ad esempio quello dei bestemmiatori o degli usurai. L’incontro più importante è quello con Brunetto Latini, scrittore e uomo politico fiorentino maestro dello stesso Dante. Brunetto fa parte della schiera dei letterati e chierici poiché l’autore decide di dividere i peccatori in base alla categoria sociale o professionale a cui appartenevano in vita. L’incontro con queste anime era già stato predetto da Ciacco nel canto VI che, riferendosi a loro, dice «ei son tra l’anime più nere». Quando Dante incontra Brunetto nel rivedere di nuovo il suo maestro ha una reazione insolita.

La particolarità del sommo poeta sta nel saper distinguere la persona dal peccato commesso, i due hanno un dialogo molto commovente e sofferto. L’autore, seppur a conoscenza del motivo per il quale il maestro si trova in quel girone, non riesce a giudicarlo né tantomeno ad accusarlo, stima la persona che ha di fronte al punto tale da dimenticare il motivo per cui è lì. Dante è spesso associato al cattolicesimo intransigente ma c’è bisogno di analizzare con accuratezza la sua posizione. Egli infatti dà poca importanza al peccato dei sensi tanto da collocare i sodomiti anche nel Purgatorio, non considera il peccato contro natura lasciando a queste anime comunque la speranza di andare in paradiso. Gli omosessuali quindi possono, pentendosi, aspirare alla salvezza divina. 

Lo studioso Aldo Onorati spiega come Dante aveva già ai suoi tempi idee diverse e ci invita a riflettere sul coraggio di un autore controcorrente affermando: 

“Bisogna assolutamente leggere l’Alighieri conoscendo la storia di quel secolo, le usanze, i tabù, il potere della Chiesa, i divieti, le chiusure etc. Solo così si comprende il grande coraggio del Fiorentino non solo nel porre gli omosessuali anche in Purgatorio, ma nell’inventare una sua “teologia”, disobbedendo al più forte dei poteri di allora, quello cattolico.”

Quasi contemporaneo ma di stampo differente è il Decameron di Giovanni Boccaccio. Le novelle, costituiscono un chiaro esempio di vita quotidiana del Trecento ed il numero esteso di racconti contribuisce ad un’analisi più specifica dei singoli personaggi che rappresentano la società. Bisogna considerare però che la novella, essendo un genere meno lirico e più diretto, è meno sottoposta alla pratica dell’autocensura. Si ha, quindi, una concezione della morale e della sessualità più libera. A tal proposito basti pensare che la prima novella della prima giornata, quindi quella che apre l’opera e dà inizio alla narrazione, ha per protagonista Ser Ciappelletto presentato sin da subito come un personaggio negativo perché conosciuto da tutti per la sua disonestà, cattiveria e mancanza di carità cristiana. Oltre ai suoi vizi ed imbrogli, Boccaccio si sofferma anche sulla sua sessualità. L’autore scrive che era poco desideroso delle donne e ne aveva quasi timore, paragonando Ciappelletto ad un cane che ha paura del bastone. Allo stesso tempo però scrive che «del contrario più che alcuno altro tristo uomo si dilettava.» 

Se, però, l’omosessualità non costituisce in questa novella un aspetto importante per la narrazione della storia lo stesso non si può dire del personaggio di Pietro di Vinciolo che è il protagonista della decima novella della quinta giornata. Pietro è un uomo rispettabile e sposato ed è da subito presentato con l’espressione «andare in zoccoli per l’asciutto» che a quel tempo indicava comportamenti omoerotici. Questa espressione allude al fatto che gli zoccoli vengono messi al cavallo per evitare che scivoli sul bagnato e sono inutili sull’asciutto, allo stesso modo un uomo che ha rapporti omosessuali sta commettendo qualcosa di “inutile” perché non ha come fine la procreazione.

Pietro tornando a casa trova la moglie in compagnia dell’amante. La donna si giustifica dicendo che la causa del tradimento è proprio l’omosessualità del marito. L’autore termina ironicamente il racconto con una sferzante allusione al fatto che la mattina seguente non si sapeva con chi dei due, tra la moglie o il marito, il giovane amante avesse passato la notte. La novella porta alla luce il punto di vista di Boccaccio sul tema che, pur vivendo in pieno Medioevo, non esprime un giudizio negativo.

Sia Dante che Boccaccio, quindi, sentono l’omosessualità come un qualunque vizio e non come un peccato grave. In un periodo in cui esprimere i propri sentimenti poteva essere rischioso entrambi gli autori, seppur diversamente, ci dimostrano una “modernità” non solo letteraria.

 

Chiara Squarcio

 

Per approfondire:

GIOVANNI BOCCACCIO, Decameron (1353), a cura di Giancarlo ALFANO, Maurizio FIORILLA, Amedeo QUONDAM, BUR, Milano 2022. 

ANNA MARIA CHIAVACCI LEONARDI, Commento alla Divina Commedia, Mondadori, Milano 2019.

DOMENICO CONOSCENTI, Boccaccio, Dante e l’omosessualità nella cultura del Trecento, in «Allegoria», 59, 2009.

VALERIA NOLI, Dante e gli omosessuali nella Commedia, intervista ad Aldo Onorati, Società Dante Alighieri, lingua e cultura italiane.

ALDO ONORATI, Dante e gli omosessuali tra Inferno e Paradiso, Festival del Medioevo. 

«Sodomia» in Enciclopedia online Treccani.

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Written by : Redazione

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