Eccoci qui, dopo gli articoli su Innocenzo III e Bonifacio VIII, mancava solo la biografia su Gregorio VII, al secolo Ildebrando. Colui che viene definito il primo papa teocratico del Medioevo.
Non poteva quindi mancare qui su Medievaleggiando un articolo dedicato a questo personaggio.
Non abbiamo notizie sicure sull’anno e il luogo di nascita del futuro pontefice ma probabilmente nacque a Soana nella prima metà dell’XI secolo (tra il 1025 e il 1030). Sappiamo che entrò nelle grazie di Giovanni Graziano, il quale divenne successivamente Gregorio VI, da alcuni considerato come papa illegittimo. Questo dettaglio è importante in quanto nel Medioevo i nomi scelti da coloro che erano stati considerati come tali non venivano inseriti nell’elenco dei nomi papali. In questo caso, tuttavia, Ildebrando di Soana, che prese il nome di Gregorio VII, fece sì che Graziano (Gregorio VI) fosse considerato come un pontefice a tutti gli effetti.
Prima di essere eletto Papa, entrò nelle grazie del pontefice Leone IX che nel 1050 lo nominò preposito del monastero di San Paolo a Roma e anche arcidiacono e amministratore delle finanze della Chiesa. Questo comportò una crescita dell’influenza di Ildebrando di Soana anche dopo la morte di Leone IX, con i pontefici successivi. Infatti, dopo la morte di Alessandro II fu il popolo a chiedere la sua elezione.
Siamo nel 1073 e il nostro Ildebrando viene eletto pontefice, prendendo, come già sappiamo, il nome di Gregorio VII. Tra le sue decisioni sappiamo che diede avvio ad una riforma ecclesiastica, che serviva a ristabilire l’integrità morale della Santa sede, con un’eliminazione degli elementi laici. Questa riforma rendeva ovvio il pensiero di una superiorità del potere del pontefice, come vicario di Cristo. A tal proposito, importante è la promulgazione, intorno al 1075, del Dictatus Papae. Questo manifesto sottolineava e accentuava, per la prima volta per iscritto, la superiorità del potere papale su quello temporale, di Dio sull’imperatore. Non ci soffermeremo molto su questo argomento poiché abbiamo già approfondito questo documento assieme agli atri due manifesti teocratici per eccellenza in un altro articolo. Basti sapere, tuttavia, che il Dictatus è sicuramente tra i motivi per cui questo pontefice viene definito il primo papa teocratico.
A livello pratico l’elemento della teocrazia nel governo di Gregorio VII si tradusse anche in quella che viene definita la “lotta per le investiture”, che vede protagonisti l’imperatore Enrico IV e appunto il pontefice. Questo avvenimento è già stato approfondito in questo articolo. Il contrasto che derivò da questo evento vide l’alleanza, intorno al 1080, del pontefice con il normanno Roberto il Guiscardo. I Normanni, in quel periodo, reputavano fondamentale un’alleanza con Gregorio VII e il potere papale proprio come risposta ad una sempre più effettiva presenza di Enrico IV e del potere imperiale. Gregorio, inoltre, aveva accettato la politica antibizantina dei Normanni e questo fatto spinse questi ultimi a liberare il pontefice da Roma dove si era nascosto a seguito della venuta di Enrico IV e del nuovo Papa da lui scelto Celemente III, considerato antipapa dalla Chiesa ma molto amato dal popolo romano. Gregorio VII lasciò quindi la città di Roma nelle mani del popolo normanno e si ritirò a Salerno, dove morì nel 1085.
Eleonora Morante
Per approfondire:
Enciclopedia Treccani, Gregorio VII papa, santo
Glauco Maria Cantarella, Gregorio VII: il papa che in soli dodici anni rivoluzionò la Chiesa e il mondo occidentale, 2018
Ovidio Capitani, Gregorio VII. Il papa epitome della Chiesa romana, CISAM 2015.