L’attività di raccolta e riordino dei frammenti sparsi che compongono il Canzoniere impegna Petrarca per circa trent’anni. Il progetto del libro di rime nasce nel 1348. La storia che viene raccontata è riassunta in “Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono”, sonetto proemiale dell’opera. Petrarca vuole offrire al pubblico l’esperienza esemplare di un uomo diventato consapevole della vanità delle cose terrene, un uomo pentito del suo “primo giovanile errore”, l’amore per Laura. La redazione definitiva risale al 1374 ed è contenuta nel manoscritto Vaticano Latino 3195. Il codice è in parte autografo, perché trascritto dall’autore stesso e in parte idiografo, in quanto frutto del lavoro di copia di Giovanni Malpaghini, un giovane al servizio del poeta.
Vedremo, però, come Petrarca, durante le fasi di lavoro intorno al Canzoniere, ha difficoltà a dimostrare, nella conclusione del libro, la sua mutatio vitae.

La lunga storia della raccolta di rime è stata ricostruita grazie al Vaticano Latino 3196, manoscritto completamente di pugno dell’autore, conosciuto anche come “codice degli abbozzi”.
Questo contiene testi poetici che confluiscono all’interno del libro, il loro anno e luogo di composizione. Alcune carte del codice ci testimoniano come Petrarca si dedicò alla poesia in volgare a partire dai primi anni Trenta del Trecento. Cerca di sistemare quel caos di frammenti sparsi dapprima in una raccolta di servizio ad uso personale e poi, nel 1342, in una raccolta classicheggiante incentrata sul mito ovidiano di Apollo e Dafne, molto diffuso nella letteratura medievale. Con quest’ultima ambiva a presentarsi come poeta laureato, un anno dopo la sua incoronazione in Campidoglio.

Nel codice mancano informazioni relative agli anni che vanno dal 1342 al 1347. Sembra che Petrarca, in questo periodo, non si sia dedicato alla scrittura di liriche amorose ma non possiamo esserne certi, perché molte carte autografe sono andate perdute.
Il suo interesse per la poesia in volgare è nuovamente documentato a partire dal 1348. Il poeta, a quest’altezza, lavora energicamente al suo progetto per portarlo a compimento in tempi “brevi”. Nonostante l’ambizione, è solo nel 1357 che conclude per la prima volta il Canzoniere e lo fa recapitare ad Azzo da Correggio, un suo carissimo amico. Non esiste manoscritto che ci attesti questo primo assetto dell’opera. La fisionomia della raccolta è solo frutto di congetture. Sembra contenesse 171 liriche. In questa prima redazione non viene dimostrata la rinascita morale dichiarata nel sonetto proemiale, perché nel componimento conclusivo -l’attuale 292- la morte dell’amata è vissuta come una perdita irrimediabile e il sentimento amoroso non è un “vaneggiar” di cui “vergognarsi” e “pentirsi”.
Dal Vaticano Latino 3196 capiamo che, dopo la “conclusione” del lavoro, Petrarca, non contento, apporta alla raccolta modifiche ed aggiunte.


Nel 1363, Boccaccio, ospite dell’amico, legge il Canzoniere e successivamente ne trae una copia, attualmente conservata nel codice Chigiano L.V. 176. Da qui il nome di questa redazione, detta Chigi. Ora la raccolta conta 215 frammenti poetici, divisi in due sezioni e si chiude con l’attuale sonetto 304. Il protagonista, ancora una volta, risulta essere un innamorato al quale la morte dell’amata ha negato la possibilità di continuare a cantare il suo amore per muoverla a pietà.


Nel 1366 comincia la trascrizione del Vaticano Latino 3195. Petrarca, mosso dall’intenzione di pubblicare il suo lavoro, commissiona la copia delle sue poesie al giovane Malpaghini. In una lettera delle Seniles, datata 1367, il poeta ci racconta la fuga improvvisa e l’interruzione della trascrizione da parte del copista. Nonostante questa informazione, gli studiosi ritengono che il lavoro di Giovanni debba essere considerato una redazione autonoma del Canzoniere. Malpaghini non lascia la casa di Petrarca sull’onda di un capriccio ma ha semplicemente terminato di ricopiare il materiale fornitogli. E’ per questo che si parla di forma Giovanni. In questo assetto l’opera si è allargata ulteriormente ma non riesce ancora a dimostrare la mutatio vitae dell’io lirico. Nel sonetto conclusivo- stavolta l’attuale 318- l’amante è angosciato. La morte di Laura gli impedisce di vivere un amore senile, che finalmente sembrava essere ricambiato.

Dal 1367 al 1374 Petrarca si dedicherà da solo alla compilazione del codice. In questo tempo il suo lavoro non resta una mera vicenda privata. Seppure in una veste provvisoria, ne offre al pubblico un’anticipazione in due distinte raccolte. Si tratta delle cosiddette Forma Malatesta e Forma Queriniana. La conclusione del Canzoniere in queste due forme si avvia ad essere coerente, in quanto fa ingresso nella raccolta e in ultima posizione “la canzone alla Vergine”. Gli attributi dati alla donna amata, ora, diventano quelli di Maria. È a lei, solo a lei, che è rivolto il suo cuore.

Nel 1374 Petrarca conclude la trascrizione del Vaticano Latino 3195, per questo si parla di Redazione Vaticana. Il Canzoniere conta 366 componimenti e si chiude con “la preghiera” alla Vergine. Resta, però, sempre un problema: i sonetti immediatamente precedenti sono pieni di spunti amorosi e nostalgici verso Laura e la palinodia di quell’amore sembra essere improvvisa. Infatti negli ultimi giorni della sua vita Petrarca, per rendere coerente il progetto, riordina i componimenti finali giungendo finalmente all’ordinamento definitivo, che è quello delle nostre moderne edizioni.

Petrarca, dopo tanto duro lavoro, non delude il lettore. Il Canzoniere, grazie al riordino del gruppo dei cosiddetti “sonetti del pentimento”, che precedono “la canzone alla Vergine”, si conclude con il protagonista stanco, pentito, consapevole del bilancio negativo della propria esistenza e pronto a chiedere il perdono divino affinché la sua anima trovi pace.

 Alessandra Spagnuolo

Per approfondire:

SANTAGATA MARCO, I frammenti dell’anima. Storia e racconto nel Canzoniere di Petrarca, Il Mulino 1954, Bologna 2011
FENZI ENRICO, Petrarca. Profili di storia letteraria, Il Mulino 1954, Bologna 2008
FORNASIERO SERENA, Petrarca. Guida al Canzoniere, Carocci 1980, Roma 2021

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Written by : Redazione

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