Il mondo del Rinascimento è costellato di figure assai affascinanti, uomini e donne che hanno dimostrato la loro capacità di destreggiarsi in situazioni molto difficili, pericolose. Personaggi che amavano la guerra e l’art. Persone, almeno alcune, che avevano fatto della guerra anche un’arte. 

Fra queste, spicca una su tutte: Lorenzo di Piero de’ Medici detto il Magnifico.

Di lui abbiamo già avuto modo di parlare, ma il materiale che ci fornisce la sua vita lo rende una fonte inesauribile di articoli. In questo, però, Lorenzo non sarà il protagonista esclusivo. Inizieremo ad analizzare gli eventi che portarono a organizzare un attentato contro di lui, la nota Congiura de’ Pazzi.

Fra i protagonisti della Congiura troviamo papa Sisto IV. E pensare che i rapporti con Lorenzo erano iniziati bene. Infatti, una volta salito al soglio pontificio nel 1471, il papa concesse alla famiglia Medici la Depositeria pontificia. 

Chi deteneva questo ufficio aveva il diritto di ricevere e amministrare le entrate, ma doveva anticipare denaro quando le entrate arrivavano in ritardo o quando le spese erano in eccedenza. Insomma un posto di gran prestigio ma che, di fatto, portò molti guai ai Medici perché il papa non si preoccupava di limitare le spese.

Un primo scontro con il pontefice avvenne quando in Curia non fu eletto nessun cardinale fiorentino, una mossa che Lorenzo non si aspettava. Il conflitto vero e proprio trova le sue cause quando il papa iniziò a trattare per comprare la città di Imola. 

Lorenzo aveva preso accordi per comprare la città, ma il figlio del duca imolese aveva ceduto già di fatto la città al duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza. In questo contesto s’inserisce Sisto IV che rivendicava la signoria della città, al fine di cederla al nipote Girolamo Riario.

Il papa prese accordi con il duca di Milano, che però all’ultimo cambiò idea e decise di vendere la città ai fiorentini. A questo punto intervenne nuovamente il papa, facendo un’offerta migliore, ma i soldi li avrebbe dovuti anticipare il banco Medici: Lorenzo si rifiutò categoricamente e il denaro fu anticipato dalla famiglia Pazzi.

Questo rifiuto fu dettato anche dal fatto che la situazione economica della famiglia non era molto florida: gli ingenti prestiti che le varie filiali in giro per l’Europa concedevano molto spesso non rientravano. Nonostante questi problemi economici, Lorenzo fu capace di mantenere solido il potere e aumentare il suo prestigio.

I rapporti con il papa negli anni successivi peggiorarono nuovamente quando Sisto IV decise di voler tornare in possesso di Città di Castello, caduta in mano di Niccolò Vitelli, protetto da Lorenzo. 

Anche questa volta il pontefice inviò un suo nipote, Giuliano Della Rovere, futuro papa Giulio II. Giuliano fece sposare suo fratello con una delle figlie di Federico da Montefeltro, in cambio del rango di duca per il signore di Urbino e del suo favore.

Così nel 1474 il cardinale Della Rovere marciò verso Città di Castello. Il governo fiorentino, su pressione del Magnifico, decise di non lasciare solo Vitelli e mandò truppe. Sisto IV protestò violentemente e tolse ai Medici la carica di depositario pontificio, recando un grave danno al banco. 

La crisi di Città di Castello provocò anche un rovesciamento delle alleanze. Firenze, prima alleata con Milano e Napoli, dopo la defezione di quest’ultima si alleò con Venezia.

Contemporaneamente, i rapporti con lo Stato Pontificio si guastarono ulteriormente quando il posto di arcivescovo di Firenze rimase vacante. Lorenzo intervenì subito facendo insediare un suo parente, mentre Sisto IV voleva assegnare la cattedra a un amico dei Pazzi, Francesco Salviati, che però poco tempo dopo divenne arcivescovo di Pisa.

Passò poco tempo e Lorenzo non mancò di vendicarsi anche sulla famiglia Pazzi. Fece passare una legge secondo cui, in mancanza di figli maschi, l’eredità non andava alle figlie, ma ai nipoti di sesso maschile, privando così la moglie di Giovanni Pazzi, Beatrice Borromei, della cospicua eredità paterna. 

Era la goccia che fece traboccare il vaso e spinse i Pazzi all’alleanza con il papa e i suoi nipoti per uccidere il Magnifico.

I tentativi di congiura furono diversi prima di quella famosa del 1478. Gli ideatori del piano furono Franceschino Pazzi, Francesco Salviati e Girolamo Riario, quest’ultimo perché voleva allargare la sua signoria in Romagna e vedeva in Lorenzo il principale ostacolo. 

Il papa seppe all’ultimo momento della congiura e fu d’accordo, anche se raccomandò di evitare spargimenti di sangue. Il piano era approvato anche dal re di Napoli e Federico da Montefeltro. 

Lorenzo, probabilmente, intuì che qualcuno stava tramando contro lui. Dal 1477 in poi prese diverse precauzioni: ad esempio, lui e suo fratello, Giuliano, non dovevano mai stare insieme nello stesso luogo, in modo tale che se uno fosse stato ucciso l’altro sarebbe sopravvissuto per vendicarlo e continuare a governare. 

Avviandoci alla conclusione, vediamo qualche tentativo di assassinio andato a vuoto. 

Nel settembre del 1477, durante una visita ufficiale a Firenze di Francesco Salviati, ci fu il primo tentativo che fallì. Un’altra occasione si presentò quando giunse a Firenze il cardinale Raffaele Sansoni Riario, figlio di una sorella di Pietro e Girolamo. Il giovanissimo cardinale studiava a Pisa, ma all’inizio del 1478 la peste lo indusse a cercare riparo in una villa dei Pazzi, poco distante da Firenze. 

Su pressione dei suoi ospiti, espresse il desiderio di visitare Firenze. L’incontro con Lorenzo avvenne nella villa medicea a Fiesole, come proposto dai Pazzi, che sapevano dell’esistenza di una scala nascosta attraverso la quale gli assassini avrebbero potuto fuggire facilmente. 

Ma il Magnifico si presentò senza il fratello Giuliano, perciò i congiurati rinviarono ancora una volta l’attuazione del piano. L’attesa durò finché il cardinale non venne in città per assistere a una solenne messa celebrata in suo onore nel duomo. Era domenica 26 aprile 1478.

Cosa avvenne quel fatidico giorno lo vedremo in un altro articolo!

 

Giulia Panzanelli

 

Per approfondire:

FUBINI RICCARDO, Italia quattrocentesca : politica e diplomazia nell’età di Lorenzo il Magnifico, Franco Angeli editore, Milano 1994.

GARFAGNINI GIAN CARLO (a cura di), Lorenzo il Magnifico e il suo tempo, Olschki, Firenze 1992.

WALTER INGEBORG, Lorenzo il Magnifico e il suo tempo, Donzelli, Roma 2005.

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Written by : Redazione

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