Oggi è il 10 giugno e ogni buon medievista e appassionato sa che il 10 giugno del 1190 moriva un personaggio fondamentale del Medioevo: Federico I Hoenstaufen. Chi, infatti, non conosce Federico I? O meglio, chi non conosce Federico Barbarossa? Non poteva quindi mancare, qui su Medievaleggiando, un articolo dedicato a questo grande imperatore.
Ci troviamo agli inizi del XII secolo e Federico I di Svevia, meglio conosciuto e ricordato come il Barbarossa, nacque nel 1125 da Federico di Svevia e da Giuditta di Baviera (la sorella di Enrico Il Superbo di Baviera).
Alla morte dello zio, Corrado III (1093-1152) di Svevia, venne incoronato imperatore di Germania, il 4 marzo del 1152. Con padre ghibellino e madre guelfa, fu un valoroso condottiero, grande combattente, con una forte sete di giustizia. Era, tuttavia, intollerante alle opposizioni e non era contrario a reprimere le rivolte nel sangue.
Eletto all’unanimità, ebbe subito l’appoggio del pontefice Eugenio III con il quale stipulò un accordo promettendogli un’alleanza contro il re di Sicilia. Sicuro dell’appoggio del Papa, nell’ottobre 1154 scese in Italia dove, nella dieta di Roncaglia nel 1154, promulgò un editto che stabiliva la restituzione dei diritti regi da parte dei comuni e la conseguente sottomissione di questi ultimi all’autorità imperiale.
L’anno successivo, a Monza, fu incoronato imperatore dal pontefice Adriano IV che era da poco succeduto ad Eugenio III e decise, non mantenendo i patti del precedente accordo stipulato con il papato, di ritornare in Germania senza affrontare l’esercito normanno stanziatosi in Sicilia. Tornò, tuttavia, in Italia qualche anno dopo, nel 1158, dove stabilì la sua autorità sui comuni e convocò nuovamente una dieta a Roncaglia, dove promulgò la Constitutio de regalibus (la carta dei diritti dei sovrani imperiali) che venne riconosciuta, almeno formalmente, da tutti i comuni. I comuni, tuttavia, volevano a tutti i costi mantenere la loro conquistata autonomia e la Constitutio non fu sufficiente ad evitare il conflitto.
Oltre ai comuni, Federico Barbarossa dovette affrontare anche il papato. Infatti, il nostro imperatore aveva delle pretese sulle elezioni pontificie e, quando, nel 1159, venne eletto il nuovo Papa Alessandro III Federico I gli contrappose un altro pontefice, Vittore IV, scelto e dunque sostenuto da lui.
Questa decisione comportò un’alleanza tra Alessandro III e i comuni per sconfiggere l’imperatore, che scese di nuovo in Italia e nel 1162 rase al suolo la città di Milano. Nei successivi anni, cercò di occupare anche Roma ma un’epidemia decimò il suo esercito e fu costretto a rientrare in Germania. Negli anni in cui l’imperatore non fu presente i comuni italiani ne approfittarono per formare la Lega lombarda, giurando a Pontida nel 1167.
Nel 1174 il Barbarossa rientrò in Italia, dove solo due anni dopo dovrà ammettere la sconfitta contro i comuni a Legnano. L’imperatore dovette riconoscere la sola autorità del Papa Alessandro III e concedere una tregua di sei anni ai comuni. Risale al 1183, inoltre, la pace di Costanza, nella quale Federico I Barbarossa riconobbe ai comuni l’autonomia in cambio di un formale riconoscimento dell’autorità imperiale e il pagamento di un tributo.
Infine, nel 1188, nella dieta di Magonza, dichiarò di voler condurre una crociata contro gli infedeli. Partito l’anno successivo, non riuscì ad arrivare a destinazione perché morì, affogando nel fiume Göksu proprio il 10 giugno del 1190.
Eleonora Morante
PER APPROFONDIRE:
FRANCO CARDINI, Il Barbarossa. Vita, trionfi e illusioni di Federico I imperatore, Mondadori, Milano 2018.