Oggi voglio parlavi di un fatto minore della storia dell’Italia degli inizi del XVI secolo: la guerra d’Urbino. Questo avvenimento bellico e diplomatico, interessò principalmente il papato e la famiglia Medici, al quale prese parte una nostra vecchia conoscenza: Giovanni dalle Bande Nere.
Il papato, in quel periodo, era governato da Leone X, al secolo Giovanni de’ Medici, mentre le sorti della famiglia Medici erano nelle mani di Alfonsina Orsini, moglie di Piero il Fatuo, figlio di Lorenzo il Magnifico.
Piero, proprio a causa delle guerre d’Italia, aveva avuto non poche difficoltà a governare Firenze, tanto che fu cacciato nel 1495 a causa della discesa di Carlo VIII di Francia e, nel 1503, trovò la morte nella battaglia del Garigliano.
La coppia aveva generato Lorenzo, sul quale si riversarono tutte le aspettative della famiglia Medici, per il controllo dell’Italia centrale tanto che Niccolò Machiavelli gli dedicò Il Principe, opera redatta in quel torno di anni.
La geopolitica del papato e della famiglia Medici si rivolse a Siena e Urbino.
Nel primo caso venne ordito un colpo di stato e Borghese Petrucci, signore di Siena dal 1512 al 1516, venne rimosso e sostituito da suo cugino Raffaele Petrucci, armato dal papa stesso.
Nel caso di Urbino, città governata da Francesco Maria della Rovere, Alfonsina Orsini tramava già da due anni per destinarla al figlio Lorenzo. Quindi la macchina diplomatica papale si attivò: il concistoro proclamò Lorenzo de’ Medici duca di Urbino, considerando decaduto Francesco Maria, che si rifugiò a Mantova.
Come mai Giovanni de’ Medici, detto in futuro dalle Bande Nere, venne coinvolto nelle operazioni belliche della guerra d’Urbino?
In quel periodo sembra che la situazione economica del condottiero sia stata catastrofica, probabilmente perché aveva gestito in maniera non oculata il proprio denaro, quindi Goro Gheri, segretario di Lorenzo de’ Medici, consigliò all’amico Iacopo Salviati di mandare Giovanni dal papa, così che potesse trovargli una sistemazione.
Leone X, che non poteva fidarsi di Giovanni perché apparteneva al ramo cadetto della famiglia, decise di allontanarlo dagli affari politici, tenendolo occupato sui campi di battaglia.
Giovanni ricevette al suo comando 100 cavalleggeri a sostegno di Lorenzo ma, purtroppo, sappiamo ben poco sul suo operato. Francesco Guicciardini, seppur menziona gli eventi bellici relativi alla guerra d’Urbino, non scrive nulla sul suo conto quindi l’ipotesi è che non si sia distinto in particolari imprese.
Del resto la conquista d’Urbino del 1516 durò solo 20 giorni. Nel gennaio del 1517 Francesco Maria della Rovere, incassato l’appoggio di Venezia, organizzò la controffensiva, riprendendo possesso del ducato il 5 febbraio successivo.
Nei mesi seguenti però, Lorenzo de’ Medici organizzò la resistenza e, contestualmente, cercò di ordire una congiura contro Francesco Maria, corrompendo il Maldonado, un capitano spagnolo al soldo del della Rovere. Il complotto fu scoperto e Francesco Maria si salvò.
Lorenzo, quindi, non riuscendo a mettere a frutto gli 800.000 ducati versati da Leone X per la difesa di Urbino, dovette ricorrere ad un trattato, le cui clausole stabilivano il passaggio del ducato a Lorenzo de’ Medici e, alla sua morte, il ritorno di Urbino a Francesco Maria della Rovere. Si trattò di una vittoria di Pirro.
Nei mesi di giugno, luglio ed agosto del 1517 abbiamo qualche informazione, seppur frammentaria, che attesta la presenza del giovane Giovanni dalle Bande Nere nella sua compagnia tra Cortona, il Montefeltro e Cesena, per eseguire degli ordini per conto del duca Lorenzo.
Successivamente tramite una lettera datata 21 agosto del 1517, inviata sempre da parte di Lorenzo, venne ordinato a Giovanni “subito alla havuta di questa” di montare a cavallo e di raggiungerlo “lasciando la compagnia vostra de’ li cavalli sotto un buon capo […] et altro non occurre”.
Lo stile asciutto della missiva, potrebbe denotare una irritazione del duca nei confronti di Giovanni per qualche suo comportamento scorretto. Venne forse sollevato dall’incarico? Sappiamo infatti che, fin da piccolo, Giovanni aveva un carattere a dir poco complicato.
Così si conclude la vicenda della guerra d’Urbino e del coinvolgimento del condottiero di casa Medici. Comunque, come si vedrà in seguito, i rapporti tra Lorenzo e Giovanni non furono dei migliori, soprattutto per le successive vicende legate alla mancata disfida con Camillo d’Appiano, fratello del Signore di Piombino.
Andrea Feliziani
Consigli di lettura
PELLEGRINI MARCO, Le guerre d’Italia, Il Mulino, Bologna 2009.
SIMONETTA MARCELLO, Volpi e Leoni. I Medici, Machiavelli e la rovina dell’Italia, Rizzoli, Bergamo 2014.
SHAW CHRISTINE, MALLET MICHAEL, The Italian Wars. Wars, State and Society in Early Modern Europe, Routledge, Abingdon 2019.