Oggi celebriamo l’anniversario della morte di questo grande papa medievale: Innocenzo III. È considerato uno dei tre Papi teocratici, assieme a Bonifacio VIII e Gregorio VII (dei manifesti teocratici abbiamo già parlato in un altro articolo). 

Innocenzo, al secolo Lotario figlio di Trasmondo, conte di Segni, nacque nel 1160 a Gavignano e da giovane studiò nelle città di Parigi e Bologna. Uomo religioso e di cultura, venne eletto dapprima cardinale nel 1190 e, otto anni dopo, divenne pontefice successore di Celestino III, assumendo il nome di Innocenzo III. Dedicò gran parte del suo pontificato alla riforma morale del Patrimonio Sancti Petri, alla riconquista dei luoghi santi e alla lotta contro le eresie. Per ciò che concerne la riforma morale proseguì ciò che Gregorio VII aveva iniziato con il Dictatus Papae nel 1075, scrivendo la lettera Sicut universitatis conditor e riaffermando la supremazia del potere papale su quello temporale. Su questo assunto basò tutta la sua politica. 

Ci troviamo alla fine del XII secolo ed era da poco deceduto l’imperatore Enrico VI di Hohenstaufen. Con il trono vacante, Innocenzo diede il suo appoggio, dopo un primo tentativo con Ottone IV di Brunswick, a Filippo di Svevia. Sfortunatamente quest’ultimo venne ucciso nel 1208 e la scelta ricadde, nuovamente, su Ottone IV re di Germania, il quale venne effettivamente eletto imperatore, come successore di Enrico VI, nel 1209. Nonostante avesse dapprima appoggiato Ottone, il Pontefice decise di dare il suo sostegno a Federico (il futuro Federico II), figlio di Enrico VI. Nel 1215 indisse, a tal proposito, il Concilio lateranense IV, durante il quale depose Ottone IV di Brunswick (sconfitto l’anno prima a Bouvines contro Filippo Augusto di Francia) e appoggiò Federico II come imperatore. Vietò, inoltre, la creazione di nuove regole religiose ed emanò nuovi canoni disciplinari. 

Intervenne sia nel sud che nel centro Italia, riaffermando l’autorità ecclesiastica. Non si fece mancare nemmeno la Francia, dove cercò di costringere, attraverso l’interdetto, Filippo Augusto ad annullare il ripudio della moglie. Al contrario riuscì, minacciando un’invasione francese, ad obbligare sia Giovanni Senzaterra che Pietro d’Aragona a riconoscere i loro regni come feudi della Chiesa. 

Sfortunata fu invece la IV crociata, da lui bandita proprio nel 1198, che subì una deviazione verso Zara e si concluse, nel 1204, con la conquista, da parte dei crociati con l’appoggio di Venezia, di Costantinopoli e la formazione dell’Impero Latino d’Oriente (che verrà distrutto nel 1261 dall’imperatore d’Oriente Michele VIII Paleologo). Un’altra missione bandita da Innocenzo III fu la cosiddetta “Crociata contro gli albigesi” del 1208 che vide il massacro degli eretici catari nella Francia del sud e che durò all’incirca venti anni, si concluse infatti nel 1229. Come già anticipato, tuttavia, Innocenzo III non riuscì a vedere la fine della crociata, perché morì di malaria a Perugia proprio il 16 luglio del 1216. 

Nel corso della sua vita fu un prolifico scrittore di testi teologici, famoso è infatti il De miseria humane conditione, più conosciuto come De contemptu mundi (un titolo successivamente attribuito), scritto tra il 1194 e il 1195. Ma ricordiamo anche il trattato liturgico allegorico De missarum misteriis e il De quadripartita specie nuptiarum. 

 

Eleonora Morante

 

PER APPROFONDIRE:

Jane Sayers, Innocenzo III 1198 – 1216, Viella, Roma 2017.

Enciclopedia Treccani, Innocenzo III papa 

 

 

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Written by : Redazione

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