La nostra sezione dedicata alle recensioni si arricchisce di un altro volume dedicato a un argomento molto particolare e che non manca di affascinare i più: l’incontro di San Francesco con il sultano Malik al-Kâmil.

Il volume di Alfonso Marini, appunto “Incontro sotto la tenda. Francesco d’Assisi, Malik al-Kâmil, l’Islam” edito da FuoriLinea, ripercorre le varie opinioni espresse da eminenti studiosi riguardo questo storico incontro e non solo. Procediamo con ordine.

Il libro non si presenta molto voluminoso ma come sempre le dimensioni non contano soprattutto quando sono supportate da una qualità eccellente.

L’indice è significativo perché fin da subito mette in luce il “problema” che si presenta a chi desidera sapere di più su questo incontro, sulle motivazioni e le implicazioni poiché non esiste un’interpretazione univoca della vicenda. 

Il problema si allarga al rapporto fra Francesco e la crociata e fra il santo e l’Islam. Cosa pensava il Poverello di Assisi della “guerra santa” e cosa della religione fondata da Muḥammad? Come si diceva, le posizioni degli storici sono tutt’altro che univoche.

Si passa da chi propone un Francesco “irenico”, portatore di pace che si scaglia contro la crociata e chi, invece, sostiene che non potesse essere contro questa istituzione in quanto figlio del suo tempo. Posizioni contrapposte che possono confondere il semplice curioso ma che soprattutto pongono degli interessanti quesiti sui metodi da usare nella ricerca storica, tanto che il primo capitolo del libro è proprio dedicato a «come intendere la storia, come leggere le fonti francescane» infatti il filo conduttore del libro è proprio la metodologia storica, e non ci poteva aspettare altro da un docente che ammira molto il lavoro del grande Marc Bloch

Il lavoro che fa Alfonso Marini non è quello di partire dal nostro presente che interpreta il passato, coscientemente o incoscientemente, alla luce del contemporaneo ma dagli scritti di Francesco stesso che soprattutto nella Regula non bullata, del 1219, scrive: 

«[…] Per cui chiunque dei frati per ispirazione divina vorrà andare tra i saraceni e gli altri infedeli, vadano con la licenza del proprio ministro e servo. Il ministro dia loro la licenza e non li contraddica, se vedrà che sono idonei a essere mandati; infatti sarà tenuto a rendere ragione a Dio se in questa o in altre cose avrà proceduto in maniera indiscreta. I frati che vanno possono comportarsi spiritualmente in due modi in mezzo a loro. Un modo è che non facciano liti né contese, ma sia sudditi “di ogni creatura umana per Dio” (1Pt 2. 13) e confessino di essere cristiani. Un altro modo è che, quando vedranno che piace a Dio, annuncino la parola di Dio perché credano in Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose […] ».

Insomma una posizione molto chiara che però non troviamo nella Regula bullata, quella regola che sarà approvata nel 1223 ma questo non significa che Francesco avesse cambiato idea sulla crociata e sull’Islam.

Concludendo questo prezioso volume ha il merito di fornire un quadro delle varie posizioni degli studiosi in merito all’incontro fra San Francesco e il sultano Malik al-Kâmil e di proporre la sua visione dell’accaduto attraverso la lettura delle fonti dalla quale traspare un Francesco portatore di pace, una visione che non contraddice chi vorrebbe il Santo un uomo del suo tempo e quindi per forza a favore della crociata e contro l’Islam soprattutto data l’eccezionalità di questa figura che spicca proprio perchè è contestualizzata nel suo tempo.

 

Giulia Panzanelli

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Written by : Redazione

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